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IL SITO SULLA FONOGRAFIA NAZIONALE ITALIANA
Alcuni tra i più celebri canti e inni dell'Italia Fascista
NOTA: I canti e degli inni degli Alpini dell'era fascista e della II Guerra Mondiale si trovano nella sezione ''canti e inni degli alpini'', divisi in ordine alfabetico insieme agli altri testi degli alpini dal 1800 al 1950.
CANTO DEI FASCISTI (Giovinezza, giovinezza)
DUCE, DUCE, DUCE!
L'HA DETTO MUSSOLINI
HO SCRITTO AR DUCE
IL PAESE DELLA GIOVENTU'
LA NINNA NANNA DEL BALILLA
INNO AL DUCE
RATAPLAN DELLE CAMICIE NERE
IL MIRACOLO DELLA LANA
SANZIONISMO
UN POSTICINO AR SOLE
STORNELLI NERI
I TRE CONDOTTIERI
GIOVINEZZA (I versione)
GIOVINEZZA (II versione)
GIOVINEZZA (III versione)
GIOVINEZZA (IV versione)
ME NE FREGO! (I canzone, del 1920)
ME NE FREGO (II canzone, metà anni '30)
LE CAROVANE DEL TIGRAI
ALL'ARMI (I
versione)
ALL'ARMI (altra versione, successiva)
SE NON CI CONOSCETE
INNO DELLA VECCHIA GUARDIA
INNO DEI GIOVANI FASCISTI
INNO DEGLI UNIVERSITARI FASCISTI
DUCE A NOI
CARO PAPA'
CANTO DELLE DONNE FASCISTE
INNO DEI BALILLA-FISCHIA IL SASSO-BALILLA
L’INNO DEI FIGLI DELLA LUPA
INNO DEI VIGILI DEL FUOCO
INNO ALL' IMPERO
LA CANZONE DELL'AFRICA (avanti gloriose schiere...)
AQUILE D' ITALIA
INNO DEI CARRISTI
LA DISPERATA
ROMA RIVENDICA L'IMPERO
DIVINA PATRIA
INNO A ROMA
INNO DELLA LEGIONE
SCALIGERA
TI SALUTO, VADO IN ABISSINIA
ADUA
ALLA VERGINE DI
LORETO
FACCETTA NERA (prima edizione, in romanesco) (versione -a)
FACCETTA NERA (in
italiano)
FACCETTA BIANCA
IL RITORNO DEL VOLONTARIO
CANTO DEI VOLONTARI
CANTATE DEI LEGIONARI
CANZONE DELLA CENTURIA CICLISTI
''CANTA,, DELLA
CENTURIA CICLISTI AI ''BOCIA,,...
MEDITERRANEO
CIAO BIONDINA
ADDIO MIA PICCOLA
E' PARTITA UNA TRADOTTA
EVVIVA! EVVIVA!
LA SAGA DI GIARABUB
LA CANZONE DEI SOMMERGIBILI
ADESSO VIENE IL BELLO
VINCERE! VINCERE! VINCERE!
SALUTO AL DUCE
CAMERATA RICHARD
LILI MARLEN
VECCHIA PELLE
BATTAGLIONI "M"
DECENNALE
FIAMME NERE (CANTO DEGLI ARDITI) (I versione)
FIAMME NERE (CANTO DEGLI ARDITI) (altra versione, successiva)
CANTO DEI FANCIULLI FASCISTI
CAMICIA NERA
SON BALILLA
DUX
BERSAGLIERE ROMANO
BERSAGLIERI IN AFRICA
BERSAGLIERI CICLISTI
PIUME BACIATEMI
CANTO DEI FASCISTI (Giovinezza, giovinezza) (anno 1922)
Inno ufficiale (prima della ''marcia su Roma'')
Versi di Marcello Manni Musica di G. Blanc
Su, compagni in forti schiere,
marciam verso l'avvenire
Siam falangi audaci e fiere.
pronte a osare. pronte a ardire.
Trionfi alfine l'ideale
per cui tanto combattemmo:
Fratellanza nazionale
d'italiana civiltà.
Giovinezza, giovinezza
primavera di bellezza,
nel ''fascismo'' è la salvezza
della nostra libertà
Non più ignava nè avvilita
resti ancor la nostra gente,
si ridesti a nuova vita
di speldore più possente.
Su, leviamo alta la face
che c'illumini il cammino,
nel lavoro e nella pace
sia la verà libertà.
Giovinezza, ecc. ecc.
Maledetto fu il cilicio
che candusse all'eroismo,
fu schernito il sacrificio
dal novello socialismo.
Sorgi o popolo sovrano
su dall'Alpi di Salvore
fino al Siculo vulcano,
che or si vince oppur si. muor.
Giovinezza, ecc, ecc.
Ne le veglie di trincea
cupo vento di mitraglia
ci ravvolse alla bandiera
che agitammo alla battaglia.
Vittoriosa al nuovo sole
stretti a lei dobbiam lottare,
è l'Italia che lo vuole,
per l'Italia vincere n.
Giovinezza, ecc. ecc.
Sorgi alfin lavoratore
giunto è il dì della riscossa
ti frondarono il sudore
con l'appello alla sommossa.
Giù le bende ai traditori
che ti strinsero a catena;
Alla giogna gl'impostori
delle as atiche virtù.
Giovinezza, ecc. ecc.
* * * * * * * *
DUCE, DUCE, DUCE! (del 1937)
Duce tu sei la luce
fiamma tu sei del cuore
la patria se vorrai
il sangue ti darà!
Se il mondo vuol la pace
dovrà sentir la voce
d'un popolo che dice:
Duce, Duce, Duce!
Il popolo italiano d'oggi è fiero
perché rivive un'era di grandezza
guidato dal suo grande condottiero
ché ritemprò nel cuor la giovinezza
quel cuor di giovinezza che soldato
e per la patria vuole liberà!
Lavoro e Patria questa e la bandiera
che il popolo d'Italia benedice
perché nel sangue a quella fiamma nera
che brilla tanto in guerra come in pace
La fiamma che ha infiammato tanti cuori
che caddero per la sua libertà!
Rivola ardita l'aquila imperiale
nel cielo dell'Impero conquistato
col bacio dell'amore che immortale
e sempre la grandezza al mondo ha dato
e questo bacio che affratella il cuore
è la bellezza della libertà!
* * * * * * * *
L'HA DETTO MUSSOLINI
(vinse il primo premio al Concorso nazionale O.N.D. di Napoli nel 1936)
<<Non ti comprar più sciabole e fucili>>
m'ha detto il mio balilla moschettiere
<<ma il mio danaro mandalo alla Patria
ed i fucili alle camicie nere>>
Non sai la canzonetta, non la sai,
te la voglio raccontare, è bella assai:
Non appena spunta il sole
e canta il gallo, e canta il gallo
zaino in spalla zaino in spalla
ogni colonna innanzi va!
L'italiano è risoluto allegro e forte
se ne ride della vita e della morte!
Perché tutto il segreto è questo qua:
l'ha detto Mussolini e si farà!
Bella divisa nostra coloniale
mi fai venire l'acquolina in bocca!
Già la sposina mia mi guarda male
mi fa': <<imboscato a te quando ti tocca?>>
Gelosa no, non son di quelle more,
tenente in coloniale del mio cuore>>
E se mi tocca parto e là ti aspetto
e dopo la vittoria anch'io mi piglio
la casa, l'orticello e un bel moretto
non come schiavo, come un altro figlio!
E sulla nostra casa, come un fiore,
sboccerà dell'Italia il tricolore.
* * * * * * * *
HO SCRITTO AR DUCE
(di metà degli anni '20)
Gli ho detto: core mio fatte capace
che mamma te vò bene
e te farebbe un trono de bambace
non gliele da' ste pene,
Madonna che destino,
avecce solamente un regazzino!
Vedello ciuco e debole accosì
nun piange fijo che me fai murì!
Guarda, i Balilla passeno
co' la camicia nera
saluta la bandiera
e nun piagne più così...
Guarda i Balilla passeno
co'la camicia nera
saluta la bandiera
e nun piagne più così!
M'ha detto: mamma, mamma bella d'oro,
vorrebbe anda' pur'io
co' la camicia nera immezzo a loro
nun me ce mandi, addio,
infonno che glie importa
se m'arritrovo una cianchetta storta
Senteme mamma, nun me di' de no
che quann'è li pur'io camminerò
Ho scritto ar Duce: Voi che lo potete
e siete pure un padre
voglio sperà che <<no>> nun glie direte
ar core de stà madre,
sta madre che in preghiera
chiede per fijo una camicia nera!
E si sto ciuconon gliela farà
in braccio mamma sua lo porterà!
Guarda, i balilla passeno
saluta la bandiera
che la camicia nera
la porti pure tu!
Guarda i balilla passeno
co' la camicia nera
saluta la bandiera
e nun piagnere più!
* * * * * * * *
IL PAESE DELLA GIOVENTU'
(di metà degli anni '20)
Un vecchio cinese
un bel dì pretese
riacquistare il giovanile ardor
con la sua vecchietta
prese ogni ricetta
fece il Voronoff
ed altro ancor
Quando sfiduciato una mattina
volle un' indovina consultar
che gli disse: <<A te, se dai retta a me
ho la cura che può far per te!>>
Ci stà un paese
forte splendido e cortese
dove canta <<Giovinezza>>
la sua canzon!
La senza inganni
anche i vecchi hanno ventanni
e perfino ad ottantanni
si fa l'amor!
Senza dottore
per ringiovanire il cuore
solo una camicia nera
ti basterà!
Eia alalà
chi vuol giovane tornar
eia alalà
corra subito laggiù
Quello è il paese
dell'eterna gioventù!
Il vecchion cinese
giunto a quel paese
subito s'intese rinnovar
fu gagliardo e vivo
diventò sportivo
volle in aereoplano trasvolar
col cantare sempre Giovinezza
presto un don Giovanni diventò
Imparò il foxtrot
ed il flack-bottom
quindi in coro
nel danzar cantò:
Che bel paese
forte splendido e cortese
canta sempre Giovinezza
la sua canzon!
Qui senza inganni
anche i vecchi hanno ventanni
e perfino ad ottantanni
si fa l'amor!
Ma che dottore!
Per ringiovanire un cuore
solo una camicia nera
ti può bastar
Eia alalà
la mia vecchia impazzirà
eia alalà
al ritorno mio lassù!
Questo è il paese
dell'eterna gioventù!
* * * * * * * *
LA NINNA NANNA DEL BALILLA
(di metà degli anni '20)
Ninna nanna bimbo bello
è finito il gran flagello
or nessuno si domanda
se la razza è forte o blanda.
Or nessuno ha più paura
la sua terra divien pura
c'è una stella lusinghiera
con la sua camicia nera!
Ninna nanna la tua razza
bimbo bello non è pazza
mentre altrove la famiglia
si finisce in gozzoviglia.
La famiglia nostra bella
ritrovò la grande stella
una stella tutta luce
a cui dette vita il Duce!
Mentre altrove il cuore langue
si rinforza il nostro sangue
si ritrova il grande amore
e lo slancio d'ogni cuore!
E dei morti alla frontiera
pregan tutti ad ogni sera
e del cielo alte le mani
sono degni gli italiani!
Bimbo bello nella culla
sei italiano, ti par nulla?
La tua culla non si perde
ella è bianca rossa e verde!
Il sorriso alla mammina
che ora fai sera e mattina
cambierai in una scintilla
al destino di Balilla!
Ora infante ancor non parli
nel tuo cuore non c'è tarli
c'è la forza c'è un sorriso
che farà gagliardo il viso!
C'è la forza d'Italiano
mente salda e cuore sano
c'è una stella tutta luce
a cui dette vita il Duce!
* * * * * * * *
INNO AL DUCE
(di fine anni '20)
Chi di Roma è figlio e Duce
della stirpe ha il segno in sè
marcia dritto nella luce
che di luce segno egli è!
Luce del mondo la Romanità
eia eia alalà
Luce del mondo la Romanità
eia eia alalà
Dentro i solchi della guerra
la sua messe seminò
e la pace sulla terra
da quei solchi germogliò!
Sole del mondo la Romanità
eia eia alalà
Fiore del mondo la Romanità
eia eia alalà
Mussolini un' alma splende
sotto un arco di fugor
Roma il Duce di protende
riconosce i tuoi valor!
Vien dai millenni da Romanità
eia eia alalà
Vien dai millenni la Romanità
eia eia alalà
* * * * * * * *
RATAPLAN DELLE CAMICIE NERE
L'adunata squilla dall'Alpi al mare
e stupisce il mondo!
Il Duce dice ch noi tireremo dritto
senza paura, finché il nemico non sia
sconfitto
e al sole splenda il tricolor!
Al comando tutta l'armata è pronta
col cuore in festa
i battaglioni van marciando di cento a cento
per le vie d'Italia fanfare in festa
vessilli al vento,
sul petto i segni del valor!
Eia eia alalà
eia eia alalà!
Va dritta e fiera
camicia nera!
Eia eia alalà
eia eia alalà!
Laggiù sul mar
un segno appar
il Duce vincerà!
O tribù di schiavi è suonata l'ora
della riscossa
spezzate tutti le catene del servaggio
esultando issate su tutti gli alberi del villaggio
il tricolor di libertà!
Porterà l'Italia la sua giustizia e il suo diritto
e l'armi serviranno al vindice riscatto
Consacrando in faccia l'Europa il testo
d'un nuovo patto
l'amor di fede e civiltà
Ma la gente avara si prese invidia
dell'ardimento
non ci permise d'esser giusti e di esser forti
dimenticando ad un tratto i seicentomila morti
penso l'Italia d'umiliar
La nazione allora si strinse intorno al suo
Duce invitto
gli disse e inorgogliva ai sacrifici orrendi
<<Noi ti diamo il sangue ti diamo l'oro
tu bevi e prendi
noi non vogliamo indietreggiar!>>
Eia eia alalà
eia eia alalà
la nostra forza
nessun la smorza
le sanzioni alalà
le sanzioni alalà
non posson far
che raddoppiar
la nostra volontà!
Il Duce vincerà!
* * * * * * * *
IL MIRACOLO DELLA LANA
Fa tanto freddo, papà sta in guerra
il fuoco è spento, dormi bambino!
Per ricoprire quel suo lettino
c'è solo neve sopra alla terra
Non ho una coltre,non ho un corpetto
papà sta in guerra dormi pupetto!
Dammi tu, sole d'Italia
da scaldar la mia creatura!
Porta tu tra queste mura
il tuo mite raggio d'or!
Fanne un filo prodigioso
per vestir il bimbo mio!
Scendi tu sole di Dio
sulla culla del mio amor!
Papà combatte pieno di gloria
e il tuo giubbetto più non ti scalda
perchè i nemici, gente ribalda,
voglion punirlo della vittoria!
Ed or ciascuna madre italiana
prega il signore: dacci la lana!
Ma sono finiti tutti gli stenti
papà ritorna con la medaglia
miracolosa nasce una maglia
dal bianco latte dei nostri armenti
Quale buon genio compì il destino?
Fu il nostro genio dormi bambino!
Lanital, lana d'Italia
forse in questo tuo tepore
è ravvolto il nostro cuore
che il tuo filo dipanò.
Quel tuo filo prodigioso
che è sottile ma non cede
come il filo della fede
che un impero ti donò!
* * * * * * * *
SANZIONISMO
Non c'importa di sanzioni
e di tutte le nazioni
che proteggon gli abissini
senza fede e senza onor!
Per l'Italia è Mussolini
noi siamo fieri di soffrir!
Tutti in uno noi fascisti
ce ne freghiam dei sanzionisti!
Campana a stormo in quel lontano maggio
d'Italia per le strade tutte in fiore
muovono i baldi fanti al lor passaggio
freme al sol il tricolor!
E lascian cose, campi e casolare
vanno cantando l'inno della gloria
perchè la patria chiama a conquistare
bisogna la vittoria!
* * * * * * * *
UN POSTICINO AR SOLE
(Nel 1936 vinse il primo premio alla sagra canora di San Giovanni di Roma)
Oggi appena che se fa l'amore
la maschietta parla de sposà
basta solo una capanna e un core
e du tetti nell oscurità!
E sto core ha scelto in capo al mondo
n'angoletto fatto pe' sognà
Un posticino ar sole
tra le viole
vicino a te!
Dove nell'arbe chiare
lontano ar mare
se po vede'!
Ce scriverò sull'entrata
nun ce passà pecché
è proprietà riservata
e serve solo pe'me!
Un posticono ar sole
fra le viole vicino a te!
Sto paese è 'na magia d'incanti
tutto il mondo ce lo sta a invidià
però semo diventati tanti
nun c'è posto più da respirà
E pe' questo che me so' cercato
quer che tanta gente c'hanno già!
Quanto avevi pure tu sognato
cara Italia de poté trovà
quer che sempre ognuno t'ha negato
pe' potette schiava soffocà
ma chi t'ama e chi te tien ner core
sta vergogna ha fatto scancellà!
Un posticino ar sole
mo Italia bella
c'hai pure tu!
Cor sangue suo versato
l'ha conquistato
la gioventù!
Porta ogni zolla alla gloria
che nun se scorderà
Roma ha riscritto la storia
che sempre eterna sarà!
Sto posticino ar sole
nessuno ar monno
te po toccà!
* * * * * * * *
STORNELLI NERI
Se prenderemo il Negus
gliene farem di belle
Se prenderemo il Negus
gliene farem di belle
Se lui farà il testardo
noi gli farem la pelle!
Se lui farà il testardo
noi gli farem la pelle!
Dai dai dai
l'abbissino vincerai!
Ha molte terre incolte
che non sa far fruttare
ha molte terre incolte
che non sa far fruttare!
E noi sarem capaci
di andarle a conquistare
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
Se l'Abissino e nero
gli cambierem colore
se l'Abissino è nero
gli cambierem colore!
A colpi di legnate
poi gli verrà il pallore
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
La flemma a quel paese
si è alquanto un pò cambiata
la flemma a quel paese
si è alquanto un pò cambiata!
Se prende le difese
la mandiamo in ritirata
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
Il general De Bono
ci ha detto in confidenza
Il general De Bono
ci ha detto in confidenza!
Se prenderemo il Negus
ci manderà in licenza
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
Ho atto una promessa
stasera al mio tenente
ho atto una promessa
stasera al mio tenente!
Di fare il valoroso
se vado giù in Oriente
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
Se il Negus non risponde
e al'armi fa l'appello
se il Negus non risponde
e al'armi fa l'appello!
Noi gli farem gustare
l'antico manganello
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
C'è una nazione grande
che ha molti quattrini!
c'è una nazione grande
che ha molti quattrini!
Noi in compenso a Roma
abbiamo Mussolini
Dai dai dai
l'Abissino vincerai!
* * * * * * * *
I TRE CONDOTTIERI (Mussolini, Hitler, Franco)
Mussolini, Hitler, Franco
tre condottieri una volontà
marceranno sempre a fianco
per la salvezza dell'umanità
Mussolini, Hitler, Franco
tre condottieri un solo cuore
che dovranno riportare
in Europa la civiltà!
Nel cuore dell'Europa
tre grandi condottieri
sorretti dalla fede
che sempre li guidò
accesero nel sangue
dei giovani guerrieri
la fiamma di vittoria
che il fato consacrò.
Temprata dalla fede
l'ardente giovinezza
di queste tre nazioni
la gloria conquistò!
Rivive l'Europa
con tutta la fierezza
le pagine di storia
dei grandi che portò!
* * * * * * * *
GIOVINEZZA (1a versione-Il commiato-quella dei goliardi)
ME NE FREGO!
(Del 1920 ?)
O Fascisti, avanti, avanti
che già viene la riscossa
or non più la turba rossa
questo suol calpesterà!
Per d'Annunzio e Mussolini
eià eià, eià
alalà!...
Me ne frego
me ne frego
me ne frego è il nostro motto
me ne frego di morire
per la santa libertà!...
Del fascismo i difensori
nel periglio e nell'agguato
avran forza al grido alato
al fatidico alalà!...
Per d'Annunzio e Mussolini
eià eià, eià
alalà!...
Me ne frego
me ne frego
me ne frego è il nostro motto
me ne frego di morire
per la santa libertà!...
Nella gioia e nel lavoro
la civile fratellanza
diamo al vinto l'esultanza
che il nemico soffocò!
Per d'Annunzio e Mussolini
eià eià, eià
alalà!...
Me ne frego
me ne frego
me ne frego è il nostro motto
me ne frego di morire
per la santa libertà!...
Questa nostra bella Italia
non sia usbergo al traditore
e soltanto il tricolore
arra sia di civiltà!
Per d'Annunzio e Mussolini
eià eià, eià
alalà!...
Me ne frego
me ne frego
me ne frego è il nostro motto
me ne frego di morire
per la santa libertà!...
Ma se un giorno si tentasse
disgregar salde coorti
col sorriso dei più forti
pur la morte affronterem!...
Per d'Annunzio e Mussolini
eià eià, eià alalà!...
Me ne frego
me ne frego
me ne frego è il nostro motto
me ne frego di morire
per la santa libertà!...
* * * * * * * *
ME NE FREGO (II canzone, di metà anni '30)
Il motto pregiudicato e
schietto Fu detto da un baldo giovanotto
Fu trovato molto bello se ne fece un ritornello
E il ritornello allegro fa così
Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me
Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me
Albione la dea della sterlina
S'ostina vuol sempre lei ragione
Ma Benito Mussolini
Se l'italici destini sono in gioco può ripetere così
Me ne frego non so se ben mi
spiego Me ne frego con quel che piace a me
Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me
Franchezza di marca italiana
Non vana baldanza che disprezza
Chi sa bene quel che vuole
Non può dir tante parole
Per sbrigarsi gli conviene dir così
Me ne frego non so se ben mi
spiego Me ne frego con quel che piace a me
Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me
L'Italia che chiede un posto al sole
Non vuole non può star sempre a balia
Il linguaggio suo rivela che le è uscita di tutela
E a chi si scandalizza può dir così
Me ne frego non so se ben mi
spiego Me ne frego con quel che piace a me
Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me
È strano c'è un ascaro che è
allegro
È negro ma parla in italiano
Per provar che parla bene
Proprio come si conviene
Ripete a perdifiato tutto il dì
Me ne frego non so se ben mi
spiego Me ne frego con quel che piace a me
Me ne frego non so se ben mi spiego Me ne frego con quel che piace a me
* * * * * * * *
LE CAROVANE DEL TIGRAI
(del 1935, autori E.Di Lazzaro-G.Mendes. Ed. Melodi)
Vanno...
le carovane del Tigrai,
verso una stella che oramai
brillerà e più splenderà d'amor.
Mentre,
nell'ombra triste della sera,
s'innalza un umile preghiera
che dà un brivido in ogni cuor:
"Signore, Tu,
che vedi tutto di lassù,
fa che doman
finisca questa schiavitù!"
Vanno...
le carovane del Tigrai,
verso una stella che oramai
brillerà e più splenderà d'amor!...
(musica di N.N. -testo di T.Landi)
All'armi! All'armi! All'armi siam Fascisti...
Noi del fascio siamo i componenti
la causa sosterrem fino alla morte
e lotteremo sempre forte
finché ci resta un po' di sangue in core.
Sempre inneggiando la Patria nostra
noi tutti uniti difenderemo
contro avversari e traditori
che ad uno ad uno stermineremo.
Lo scopo nostro tutti noi lo sappiamo
combattere con certezza di vittoria
e questo non sia mai sol per la gloria
ma per giusta ragion di libertà.
I bolscevichi che combattiamo
noi saprem bene far dileguare
e al grido nostro quella canaglia
dovrà tremar, dovrà tremar...
All'armi! All'armi! All'armi siam Fascisti...
Vittoria in ogni parte porteremo
perchè il coraggio a noi non mancherà
e grideremo sempre forte forte
e sosterremo la nostra causa santa.
In guardia, amici! Che in ogni evento
Noi sempre pronti tutti saremo
finché la Gloria di noi Fascisti
in tutta Italia trionferà.
All'armi! All'armi! All'armi siam Fascisti!
INNO DELLA VECCHIA GUARDIA (FORMAZIONI NERE)
Versi di P.Giordano
Testo di C.Ferri
Del fascismo noi siamo
gli squadristi e lo gridiamo,
non temiam neppur la morte
per l'Italia bella e forte.
Lo giuriamo con fermezza
e cantando GIOVINEZZA
di morire per il DUCE
che all'IMPERO dette luce.
Vecchia guardia sempre a NOI
Nostro grido di battaglia
Se il Duce grida a NOI
sfideremo la mitraglia.
Tutti uniti noi saremo
e <<diritto tireremo>>
scriveremo nella storia
nuove pagine di gloria.
Me ne frego lo gridiamo,
col pugnale nella mano
puniremo il traditore
del Fascismo redentore;
Pronti siam per il cimento
con le fiamme alzate al vento
è lo spirito dei morti
che ci guida e ci tien forti.
Vecchia guardia ecc....
* * * * * * * *
CANTO DELLE DONNE FASCISTE
(Testo di Giuseppina Zei - Sull'aria di Giovinezza - 1923)
Non alberga in noi paura
Né c'intralciano le gonne
Nella lotta santa e pura.
Sempre unite e sempre forti,
O fratelli pugneremo,
Vendicando i nostri morti,
Con italica virtù.
Giovinezza, giovinezza,
Primavera di bellezza
Nel Fascismo è la salvezza
Della nostra libertà.
Della donna è la missione
D'insegnar fede ed amor
E trasmetter la passione
Della patria in ogni cuore!
E' la nostra fede immensa,
Che può dar la redenzione
E formare ogni coscienza
Per l'Italico avvenir!
Giovinezza, giovinezza,
Primavera di bellezza
Nel Fascismo è la salvezza
Della nostra libertà.
* * * * * * * *
LA CANZONE DELL'AFRICA
(del 1935)
Lascio, mamma, la dolce casetta
la mia piccola bimba d'amor
ed afferro il destino che aspetta
per segnare di gloria il mio cuor
v'è nel petto e nel sangue di tutti
un sol grido: "l'Impero!" e si avrà!
Avanti, gloriose schiere
pianteremo le bandiere tricolori
avrà l'Africa un sol nome: Roma!
che è il gran nome dell'eterna civiltà
Tu mi baci, o fanciulla gentile
e mi dici: "con te partirò!
dammi solo il tuo amore e un fucile
il coraggio e la fede l'avrò
sono donna d'Italia che non lascio
chi all'Italia un Impero darà!"
Avanti, gloriose schiere
pianteremo le bandiere tricolori
avrà l'Africa un sol nome: Roma!
che è il gran nome dell'eterna civiltà
E il ricordo dei vecchi soldati
sul nuovo cammin,
fanti, militi, avieri abbracciati
stretti tutti in un solo destin
Giovinezza si canta e quel canto
forza, amore, conquiste ci dà
* * * * * * * *
AQUILE D' ITALIA (?)
Italia
eterna fiaccola
di civiltà
Italia, con l'ala tricolor
tu segni il tuo valor
su tutti i mar.
Dolce terra d'eroi,
l'ardimento è il tuo nocchier
Ed il grande prodigio
si rinnova ogni giorno per te
Avanti, baldi e fieri eroi
l'Italia è con voi Eja! Alala!
Italia, miraggio di sol
verso la gloria t'innalzi e vol
Ali son tricolor
Ali son dei valor
che il destino non può fermar
e cantano in cielo i motor
di nostra gente l'alte virtù.
Avier! saldo il cor
Vincerem. Si!
Per Roma invitta ed immortal
In alto, in alto sempre più
e la vittoria il serto vi darà.
Noi salirem sempre più su
l'ala d'Italia trionferà.
Italia, miraggio di sol
verso la gloria t'innalzi e vol
Ali son tricolor
Ali son dei valor
che il destino non può fermar
e cantano in cielo i motor
di nostra gente l'alte virtù.
Avier! saldo il cor
Vincerem. Si!
* * * * * * * *
* * * * * * * *
INNO DELLA LEGIONE SCALIGERA
di Giovanni Eliseo
Alla memoria purissima del Camerata ITALO TINAZZI
(trascritto da ''testo originale di epoca fascista'', rispettandone la punteggiatora)
Sopra l'Alpe immacolata
Una scolta ischeletrita,
per color ch'erano in vita
Suonò l'ultima adunata!
All'appello rispondemmo:
-Pace ai Morti! il Fascio giura
che dal Baldo alla pianura
La riscossa accenderà....
Alalà! Camicia Nera!
Tu non temi la mitraglia;
Dove giunge la tua schiera
Là si vince una battaglia!
Quando passa la mia Fiamma
Giovinezza getta un fiore,
Ma se è l'Aquila di Roma
Dallè un bacio ed il tuo cuor....
Sul Bènaco incantatore,
Nelle valli verdeggianti,
Tutti i Forti furon Fanti
Pien di Fede e pien d'ardore!
Noi provammo offese o oltraggi,
Noi cademmo in mille agguati:
Ma restando ognor soldati
Difendemmo il Tricolor....
Alalà Camicia Nera! ecc.
Partivamo mentre mamma
Riprovava antiche pene:
Tutto un fuoco eran le vene
Ed in cor tutta una fiamma!
Chi restò lungo il cammino
Con la fronte verso il cielo,
Non di lagrime ebbe un velo
Ma d'assalto una canzon....
Alalà! Camicia Nera!
Tu non temi la mitraglia;
Dove giunge la tua schiera
Là si vince una battaglia!
Quando passa la mia Fiamma
Giovinezza getta un fiore,
Ma se è l'Aquila di Roma
Dàlle un bacio ed il tuo cuor....
Fate largo a chi rinnova
Del passato gli ardimenti;
Chi infiammò le nostre Genti
Per formar l'Italia Nova
Fate largo a chi di Roma
Rinnovò l'antica Gloria,
Chi difese la Vittoria
E d'Italia l'avvenir....
Alalà! Camicia Nera! ecc.
ALLA VERGINE DI LORETO (patrona degli aviatori) -inno
(trascrizione di Federico Orsini da testo originale del 1935 circa)
Nell' allurro dei cieli, o Maria
al possente rombar dei motori,
con il fremito in cuor gli aviatori,
più vicino si sentono a Te!
O Maria, Regina del cielo,
formatrice di prodi guerrieri,
dell' Italia proteggi gli avieri
nelle imprese gloriose e immortal !
Della fede conserva la Fiamma,
custodisci del cuor la purezza;
Tu ci infondi un' eroica fortezza
per la gloria d' Italia nel ciel.
O Maria, Regina del cielo,
formatrice di prodi guerrieri,
dell' Italia proteggi gli avieri
nelle imprese gloriose e immortal !
Mentre in volo solchiamo l' azurro
O Maria, deh ! Tu benedici
i parenti lontani e gli amici,
che portiamo rinchiusi nel cuor.
O Maria, Regina del cielo,
formatrice di prodi guerrieri,
dell' Italia proteggi gli avieri
nelle imprese gloriose e immortal !
* * * * * * * *
FACCETTA NERA
(prima edizione, in romanesco)
Si mo’ dall'artopiano guardi er mare,
moretta che sei schiava fra le schiave,
vedrai come in un sogno tante nave
e un tricolore sventolà pe’ te.
Faccetta nera
bell'Abissina
aspetta e spera
che già l'Italia s'avvicina.
Quanno staremo
vicino a te
noi ti daremo un'antra legge e ‘n antro Re.
La legge nostra è schiavitù d'amore
ma libertà de vita e de pensiero,
vendicheremo noi camicie nere
l’Eroi caduti e liberàmo te.
Faccetta nera....
Faccetta nera piccola Abbissina,
te porteremo a Roma liberata,
dar sole nostro tu sarai baciata
starai in camicia nera pure te.
Faccetta nera
sarai romana
e pe' bandiera
tu ci avrai quella italiana.
Noi marceremo
insieme a te
e sfileremo avanti ar Duce e avanti al Re.
(altra versione: e grideremo viva
er Duce e viva er Re)
* * * * * * * *
FACCETTA BIANCA
Faccetta bianca quando ti lasciai
quel giorno al molo, là presso il vapore
e insieme ai legionari m’imbarcai
l’occhio tuo nero mi svelò che il core
s’era commosso al par del core mio,
Faccetta bianca
amore mio
pallida e stanca
t’ho detto addio
io lascio come un dì lasciò papà
un figlio che di me ti parlerà!
Ed a quel figlio canta con fermezza
Viva l’Italia, il Duce e Giovinezza!
Faccetta bianca, proprio stamattina
in una marcia lunga e faticosa
e nel combattimento a me vicina
io t’ho sognato giovane mia sposa,
avevi dell’Italia il portamento
e mi spronavi per il gran cimento!
Faccetta bianca i baci che m’hai dati
nella trincea mi tornano alla mente
in mezzo a tanti visi affumicati
è il tuo visino più del sol splendente,
quasi in contrasto a quelle facce nere
è fiamma e luce pel tuo bersagliere!
Faccetta bianca, sola mia passione
mi guida il compimento del dovere
verrà quel giorno che di commozione
ti stringerà al suo petto il bersagliere
e la tua bella faccettina stanca
si poserà sulla medaglia bianca!
CANZONE DELLA CENTURIA CICLISTI (40° LEGIONE SCALIGERA)
(Sull'aria dei SOLDATINI DI FERRO di Mendes)
(trascritta da ''testo originale di epoca fascista'', rispettandone la punteggiatura)
Quando CASELLA chiama la Centuria <<Vo' CHE VO'>>,
appello non si fà,
che tutti ci son già.
Quando il suo fischio trilla: l'Adunata in riga, là -
scattano tutti in piè,
a fianco TRE per TRE:
MOSCHETTO A TRACOLL'ARM',
GIBERNE E TASCAPAN,
LA BICICLETTA A MAN, CON PEDIVELLA IN SU'!
La Centuria Ciclisti così,
sente un fischio e ferma sta lì;
sente un fischio e parte che par
una macchina sola a girar;
con un fischio di sella vien giù,
scatta in piè per non muoversi più;
la più bella centuria è davver
collezion SOLDATINI DI FER!
Quel che CASELLA chiede alla Centuria <<VO' CHE VO'>>,
mai non lo chiede invan,
non uno se 'n riman.
Basta ceh parli al cuore ed all'orgoglio loro un pò,
che cosa non ottien
chi li conosca ben?
OFFRIRE AL DUCE, AR RE!
NON CHIEDERE PER SE'
CHE BICICLETTA AL BRACCIO E MASCHERA SUL FEZ!
La Centuria Ciclisti così,
c'è un servizio, e ferma stà lì;
c'è una marcia e parte che par
una macchina sola a girar;
c'è chi muore pel proprio DOVER,
ma non muore nel loro pensier;
la più bella Centuria ha l'onor
di formar dei SOLDATI DI CUOR!.....
* * * * * * * *
''CANTA,, DELLA CENTURIA CICLISTI AI ''BOCIA,,...
(Sull'aria del ritornello degli Arditi)
(trascritta da ''testo originale di epoca fascista'', rispettandone la punteggiatura)
Chi voglia mettere
la bicicletta
rossa sul braccio
non abbia fretta;
prima si carichi,
piegata a morsa,
quella di ferro
e via di corsa!
Poi per chilometri
centocinquanta,
tutti in un giorno,
fuori la <<Canta>>;
se viene a piovere
come Dio vuole;
s'asciughi quando
ritorna il sole!
Superi i valichi
su del Trentino,
come noialtri
diventi Alpino;
discenda dall'Adige,
del piano in vista,
giù a rompicollo
torni Ciclista!
Quando lo chiamano
senza precetto,
stringa la cinghia,
mangi ristretto;
se poi in servizio
busca del <<fesso>>,
-basta non crederci-
canti lo stesso!
Anche ore sedici
può rimanere
privo del cambio,
sappia tacere;
ma se gli dicono
di farne ancora,
gridi ben forte:
<<Anche in malora!>>
Il cuore adoperi
più d'un fratello
per il compagno
Ciclista bello;
non si dimentichi
di Lui se muore:
a quei che lascia
mostri del cuore.
Sappia convincere
chi lo circonda
che d'entusiasmo
possiede un onda,
inestinguibile
onda d'orgoglio,
per la Centuria
<<VOGLIO CHE VOGLIO!>>
Così la recluta
della Ciclisti
impara l'ore
e gaie e tristi;
così ammiratela,
si a piè che in sella:
Largo che passa
Centuria bella!....
Sissignori, all'armi, all'armi
per chi insulta i decorati
per chi spregia dei soldati
l'alto senso del dover!
Sissignori, siam fascisti
siamo piccoli, devoti
e sacriam nei nostri voti
la Nazione, il Duce e il Re!
Viva il Re!
Se alcun lo offenda
morte e spregio lo offenda
viva il Duce
che conduce
nella luce
la Nazion!
La Nazion, che vive in se
Viva il Duce, viva il Re!
Sissignori, all'armi, all'armi
per chi il popolo sobbilia
per chi immette, stilla a stilla
il bolscevico velen!
Sissignori siam fascisti
siamo piccoli e gioiosi
ma domani valorosi
sui nemici insorgerem!
Viva il Re!
Se alcun lo offenda
morte e spregio lo offenda
viva il Duce
che conduce
nella luce
la Nazion!
La Nazion, che vive in se
Viva il Duce, viva il Re!
Sissignori, all'armi, all'armi
per chi in truce assenteismo
disvaluta l'eroismo
di chi forza l'avvenir!
Siamo i piccoli fascisti
Italiani e ne siam fieri
con l'amor non c'è mestieri
non si vende, e ognor si dà.
Viva il Re!
Se alcun lo offenda
morte e spregio lo offenda
viva il Duce
che conduce
nella luce
la Nazion!
La Nazion, che vive in se
Viva il Duce, viva il Re!
Quando palpita festosa
la fanfara nazionale
viva il bene muoia il male
sotto il rapido stival!
Quando passi una bandiera
delle turbe al pio cospetto
si saluti in lei il rispetto
per la Patria, il Duce e il Re!
Viva il Re!
Se alcun lo offenda
morte e spregio lo offenda
viva il Duce
che conduce
nella luce
la Nazion!
La Nazion, che vive in se
Viva il Duce, viva il Re!
SALUTO AL DUCE
Inno Ufficiale dell'Opera Nazionale Balilla
(trascritto da ''testo originale di epoca fasciata'', rispettandone la punteggiatura)
Benedetto dal Sole.
Dalla Terra.
Dal Pane
Dalle Mani materne
Dal sorriso infantile.
Dalle zappe lucenti.
Dalle navi lontane.
Benedetto da Roma, al ventuno d'Aprile.
Dio Ti manda all'Italia come manda la luce:
Duce
Duce
Duce
Prendi il sangue ventenne che ci brucia le vene.
Fa del sangue la fiamma che difende l'Impero.
Detta leggi di gloria
Spezza ceppi e catene.
Operaio.
Pastore.
Costruttore.
Guerriero.
Dio Ti manda all'Italia come manda la luce:
Duce.
Duce.
Duce.
* * * * * * * *
(Schltze-Rastelli)
(testo di V.E.Bravetta-musica di G.Blanc anno 1932)
Salve, salve Duce
dalle cose feconde d'amor!...
Salve dai campi del lavor
dalle navi cinte d'acciar!...
Dieci son gli anni
cento saranno.
Grande un'età di forza
di pensier ci verrà da te!
Ah! Non fu vano il sangue sparso
non fu sterile il martirio
no, non fu un sogno illusorio
morir per il Fascio Littorio.
Splende quel sangue in ciel
tinge l'aurora del nuovo dì.
Gente che miete e che salpa
ritrova l'orme di Roma imperial
la terra madre a noi da pane
a noi da respiro il mar.
Duce, l'artier del decennal
tu sei trionfator
vibrante l'Italia intera
vive di te, per te.
Gloria, o Duce
gloria a te.
(Testo di Marcello Manni - Musica di G. Ferretti
anno 1919)
L'ardito è bello, l'ardito è forte
ama le donne, beve il buon vin
per le sue fiamme color di morte
trema il nemico quando è vicin!
Ardito, Ardito
le Fiamme Nere
sono come simbolo
fra le tue schiere
scavalca i monti
divora il piano
pugnal fra i denti
le bombe in mano!...
Fiamme Nere, avanguardia di morte
siam vessillo di lotta e d'orror
siam orgoglio mutato in coorte
per difendere d'Italia l'onor!...
Ardito, Ardito
le Fiamme Nere
sono come simbolo
fra le tue schiere
scavalca i monti
divora il piano
pugnal fra i denti
le bombe in mano!...
Quante volte fra tenebre folte
nella notte estraemmo il pugnal
fra trincere e difese sconvolte
della mischia cruenta e fatal!
Ardito, Ardito
le Fiamme Nere
sono come simbolo
fra le tue schiere
scavalca i monti
divora il piano
pugnal fra i denti
le bombe in mano!...
Mamma non piangere, c'è l'avanzata
tuo figlio è forte, su in alto il cuor!
Asciuga il pianto mia fidanzata
che nell'assalto si vince o muor!
Ardito, Ardito
le Fiamme Nere
sono come simbolo
fra le tue schiere
scavalca i monti
divora il piano
pugnal fra i denti
le bombe in mano!...
Mamma non piangere se c'è l'avanzata,
tuo figlio è forte paura non ha
asciuga il pianto della fidanzata,
chè nell'assalto si vince o si muor.
Avanti Ardito, le Fiamme Nere
son come simbolo delle tue schiere
scavalca i monti, divora il piano
pugnal fra i denti, le bombe a mano.
Fiamma Nera avanguardia di morte,
siam vessillo di lotte e di orror,
siamo l'orgoglio trasformato in coorte,
per difender d'Italia l'onor.
Avanti Ardito, le Fiamme Nere...
Una stella ci guida, la sorte,
e ci avvincon tre fiamme d'amor,
tre parole di fede e di morte:
il pugnale, la bomba ed il cor.
Avanti Ardito, le Fiamme Nere...
L'ardito è bello, l'ardito è forte!
ama le donne, beve il buon vin;
per le sue fiamma color di morte
trema il nemico quando è vicin!
Avanti Ardito, le Fiamme Nere...
(anno 1928)
Siamo innumeri italiani
nelle scuole dell'amore
ma la Patria di domani
già ci palpita nel cuore.
Sono i piccoli italiani
le promesse della Storia
che se adora i veterani
pur le reclute amerà!
Fanciullezza, fanciullezza
tu dei fiori hai la dolcezza
e nascondi la fierezza
della nuova Umanità!
Pei nemici si fa sera
or la luce tutto inonda
bacia i lembi alla Bandiera
sulla nostra testa bionda.
Freme in tutto e tutta sola
entra e penetra in un fascio
di tra i vetri della scuola
per cantar felicità.
Fanciullezza, fanciullezza
tu dei fiori hai la dolcezza
e nascondi la fierezza
della nuova Umanità!
Siam fascisti d'elezione
perchè il cuore dei fanciulli
verso Italia ha una passione
più bruciante dei trastulli.
Siam fascisti in miniature
ma dal cuor ci escono i canti
che non hanno mai paura
d'echeggiar con libertà!
Fanciullezza, fanciullezza
tu dei fiori hai la dolcezza
e nascondi la fierezza
della nuova Umanità!
(Vittoriale fascista di Marcello Manni -anno 1922)
Giovinezza d'Italia, in cammino
diamo al vento le nostre bandiere
che nei giorni di avverso destino
si bagnaron del sangue miglior.
Fascisti, avanti!
Camicia nera
è sacro simbolo
d'invitta schiera
Italia bella
madre di Eroi
per te lottiamo
Fascisti a noi!
Giovinezza d'Italia esultiamo
L'alba nuova già spunta nel ciel
le armi terse nel sole leviamo
la vittoria la palma ci diè.
Fascisti, avanti!
Camicia nera
è sacro simbolo
d'invitta schiera
Italia bella
madre di Eroi
per te lottiamo
Fascisti a noi!
Giovinezza d'Italia, alla terra
e al lavoro di dura fucina
ritorniamo e sia pace, sia guerra
sempre pronti ed in armi restiam.
Fascisti, avanti!
Camicia nera
è sacro simbolo
d'invitta schiera
Italia bella
madre di Eroi
per te lottiamo
Fascisti a noi!
Son Balilla. Ne son fiero.
Alla Patria ed al mio Re
il mio sangue, il mio pensiero
consacrai con la mia fe'
Vo' che il fior dei miei verd'anni
cresca al sol, in libertà
per la razza dei tiranni
son Balilla! Eià! Eià! Alalà!
La trincera è la mia scuola
tempro al gioco il sano ardir
e col braccio e la parola
la mia Patria vo' servir
La vo' grande, ben difesa
il mio sasso ancor saprà
ben colpire chi l'ha offesa
son Balilla! Eià! Eià! Alalà!
Il mio labbro s'apre al canto
al garrir del Tricolor
la pupilla non sa il pianto
ma l'infiamma puro ardor
Quando, in fila, indrappellato
fiero vo' per la città
grido sempre a perdifiato
son Balilla! Eià! Eià! Alalà!
(versi di Carlo Zangarini-Musica di Giuseppe Pettinato)
Duce,
Duce, nome benedetto,
che di gioia accendi il nostro petto,
ti saluta la giovinezza,
che al tuo cuore più vicina stà.
Alla fiamma del tuo santo ardore
si prepara qui d'Italia il fiore:
la palestra di sua grandezza
nel tuo nome qui la stirpe avrà!
Duce, Duce, pace noi vogliam!
Duce, Duce, guerra non temiam!
scudo il nostro cuore (A Noi! A Noi!)
sempre a tè sarà (A noi! A noi!)
Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce!
Roma ancora il mondo guiderà!
Duce nostro, vibra il pugno forte!
Dio ti manda a vincere ogni sorte!
Madre Italia, la tua parola
questa vecchia Europa salverà.
Nel tuo nome, Duce, è l'avvenire;
nel tuo nome vincere o morire;
del Fascismo l'eroica scuola
Sia la legge della nuova età!
Duce, Duce, pace noi vogliam!
Duce, Duce, guerra non temiam!
scudo il nostro cuore (A Noi! A Noi!)
sempre a tè sarà (A noi! A noi!)
Du-ce! Du-ce! Du-ce! Du-ce!
Roma ancora il mondo guiderà!
Mamma non piangere,
fammi 'sto piacere,
contento son d'andare a fa' il soldato.
Sarò d'Italia un bravo Bersagliere
perché alla Patria il cuore ho donato.
Il Tricolore è simbolo d'amore,
combatterò finché mi batte il cuore.
O Bersagliere parti contento,
tra un bacio e l'altro, al Reggimento:
le piume al vento, lucenti e nere,
son la fierezza del Bersagliere.
Addio biondine, ciao brunette,
siete le gemme delle maschiette,
i baci vostri fanno piacere
al cuore ardente di un Bersagliere.
Mamma, ti scrivo solo una parola
per dirti che son giunto al Reggimento.
Mi sembra un sogno d'esser Bersagliere,
quando cammino con le piume al vento!
E quando in testa suona la fanfara
sento nel cuore una gran gioia rara.
O Bersagliere parti contento,
tra un bacio e l'altro, al Reggimento:
le piume al vento, lucenti e nere,
son la fierezza del Bersagliere.
Addio biondine, ciao brunette,
siete le gemme delle maschiette,
i baci vostri fanno piacere
al cuore ardente di un Bersagliere.
(anno 1936?)
Il contadino parte Bersagliere
e marcia insieme alle Camice Nere.
La mamma, la sua sposa e 'l campicel lasciò,
perché ha sentito in cuore una canzon d'amor.
E son le canzoni di trincea
che in Eritrea - or si suoneran.
Bersagliere d'Africa,
l'Italia resta Africa!
L'hanno cantato - Galliano e i Bersaglieri
son quarant'anni - e 'l Tricolore da ieri
sventola in Adua sui Tigrini,
e Mussolini - non cede più!
Suona la tromba: è pronto il Bersagliere,
son dispiegate al vento le bandiere!
L'Italia tira dritto e saprà far da sé:
perché lo vuole il Duce e lo comanda il Re!
O morti sopra tutti i nostri fronti,
i vecchi conti si regoleran!
Bersagliere d'Africa,
l'Italia resta Africa!
L'hanno cantato - Galliano e i Bersaglieri
son quarant'anni - e 'l Tricolore da ieri
sventola in Adua sui Tigrini,
e Mussolini - non cede più!
Vola canzone: t'ho affidata al vento
perché di tenda in tenda risuoni ognor,
canzone della Patria che riscalda il cuor;
perché tu sia la diana della gloria
nella vittoria - che ci arriderà!
Bersagliere d'Africa,
l'Italia resta Africa!
L'hanno cantato - Galliano e i Bersaglieri
son quarant'anni - e 'l Tricolore da ieri
sventola in Adua sui Tigrini,
e Mussolini - non cede più!
Passano, scivolano,
volan per via;
e l'aria sibila
tagliata via.
La polve copreli,
pure li ho visti:
son baldi e giovani,
sono ciclisti.
Sui campi ondeggiano
piumetti neri:
han scuri gli abiti,
son Bersaglieri!
Passano, scivolano,
volan per via;
e l'aria sibila
tagliata via.
Lontana scopresi
Cavalleria,
rapida muovesi,
sbarra la via.
Dal colle subito
s'ascende in vetta:
a dosso portano
la bicicletta.
Passano, scivolano,
volan per via;
e l'aria sibila
tagliata via.
Tutta ricoprono
l'alta collina;
proietti vomita
la carabina...
In fuga mettono
i cavalieri;
tosto l'inseguono
veloci e fieri.
Passano, scivolano,
volan per via;
e l'aria sibila
tagliata via.
E cosi vincono
i cavalieri.
Ai fanti sfuggono
come sparvieri,
e poscia, piombando
sugli artiglieri,
al campo riedono
giulivi, alteri.
Passano, scivolano,
volan per via;
e l'aria sibila
tagliata via.
PIUME BACIATEMI
Bersagliere son io! Qui nel seno,
di tre affetti riposto ho un tesoro:
la mia Patria, la mamma e la bella
son le cose che tengo nel cuor!
Bersagliere son io! De l'antica
tradizione pur degno sarò,
e nei rischi superbo ed audace
il mio canto intonare saprò!
Piume baciatemi la guancia ardente,
che al bacio un fremito nel cuor si sente.
Piume ridetemi la gloria, i canti,
e ripetetemi: Italia avanti!
Mamma, mamma, se lungi ti sono,
ch'io ti scordi giammai non temer:
de la mamma la dolce parola
serba in core ogni buon Bersaglier!
E bella, tu che hai detto d'amarmi,
serba sempre l'affetto sincer;
che se il piè muove sempre veloce,
fermo ha il cuore ogni buon Bersaglier.
Piume baciatemi la guancia ardente,
che al bacio un fremito nel cuor si sente.
Piume ridetemi la gloria, i canti,
e ripetetemi: Italia avanti!
E tu Patria, tu palpito sacro,
prima sempre nei nostri pensier,
va' superba di noi, che la vita
t'ha sacrata ogni buon Bersaglier.
Piume baciatemi la guancia ardente,
che al bacio un fremito nel cuor si sente.
Piume ridetemi la gloria, i canti,
e ripetetemi: Italia avanti!