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IL SITO SULLA FONOGRAFIA NAZIONALE ITALIANA


Alcuni tra i più celebri canti e inni della Prima Guerra Mondiale
 
NOTA: La maggior parte dei canti e degli inni degli Alpini della I Guerra Mondiale si trovano nella sezione ''canti e inni degli alpini'', divisi in ordine alfabetico insieme agli altri testi degli alpini dal 1800 al 1950.
 

L'ALBA DI MAGGIO

O GIOVENTU' D'ITALIA

SULLE BALZE DEL TRENTINO 
IL VENTINOVE LUGLIO 
MONTE GRAPPA 
MONTE NERO 
MONTE CANINO
MONTE PASUBIO 
LA LEGGENDA DEL PIAVE 
GRAN DIO DEL CIELO 
IL TESTAMENTO DEL CAPITANO

IL TESTAMENTO DEL CAPITANO (ALTRA VERSIONE) 
LA PENNA NERA 
DI LA' DEL PIAVE 
SUL PONTE DI BASSANO 
DOVE SEI STATO MIO BEL ALPINO 
VALORE ALPINO 
QUEL MAZZOLIN DI FIORI 
LA LICENZA 
LA CAMPANA DI SAN GIUSTO 
INNO DEL REGGIMENTO MARINA "SAN MARCO"
TA PUM
LA TRADOTTA 
SUL PONTE DI BASSANO, BANDIERA NERA 
SUL PONTE DI PERATI 
ERA UNA NOTTE CHE PIOVEVA 
APRITE LE PORTE 
BOMBARDANO CORTINA 
VINASSA, VINASSA 
MI SON ALPIN 
BERSAGLIERE HA CENTO PENNE 
O ANGIOLINA, BELA ANGIOLINA 
LA RIVISTA DELL’ARMAMENTO 
SOLDATO IGNOTO 
I DISPIASI' D'NOI AUTRI POVRI ALPIN 
MONTE CAURIOL 
GUARDA LA LUNA 
SUL RIFUGIO 
PASSA LA RONDA 
E' MORTO UN ALPINO 
AL COMANDO DEI NOSTRI UFFICIALI 
O BARCAROL DEL BRENTA 
VA L'ALPIN 
PREJERE DAL ALPIN 
LA PREGHIERA DELL'ALPINO 
GIOIA BELLA VO LONTANO 
E CADORNA MANDA A DIRE 
LA SERBIA

BARBE LUNGHE

E TU AUSTRIA

FUOCO A MITRAGLIA

LA GUERRA E I MINISTRI

CANTA, SURDATO!

STORNELLO POPOLARE

 


L'ALBA DI MAGGIO

(parole di Marullo Camillo)

canzone di guerra
da potersi cantare sulle musiche: La marsigliese-L'Inno di Garibaldi e L'Inno di Mameli (soltanto il ritornello)


(Marsigliese)
Ha l'Italia sventolato
Il glorioso tricolor,
E le trombe han suscitato
In ognuno un santo ardor!...

(Inno di Garibaldi)
Gridando al Tedesco - con forte ardimento
Va fuori da Triese - disgombra da Trento!
Già troppo il tuo giogo - tiranno e crudele!
Oppresse quel suolo - sorriso dal ciel,...

(due volte il ritornello de''Inno di Mameli)
Che l'alba di Maggio
Dell'Autro servaggio
Il giogo tremendo
La fine segnò...!!

(Marsigliese)
Sopra i valchi nevosi
Dalle Alpestri cime al mar,
Dai scoscesi ardimentosi
Dove il daino solo appar

(Inno di Garibaldi)
Ascoltasi il grido: Savoia! Savoia!
La stirpe d'Asburgo - sol degna è del boia!
Corriamo, schiacciamo - quei tristi Landwer!
Da Trento e da Trieste - va fuori o stranier!

(due volte il ritornello dell'Inno di Mameli)
Che l'alba di Maggio
Dell'Austro servaggio
Il giogo tremendo
La fine segnò...!


(Marsigliese)
Il gran genio della gloria
Ci sorride, o militar!
Ei ci guida, alla vittoria
Sopra l'Alpi, i campi e il mar

(Inno di Garibaldi)
E il mondo ci guarda - stupiti, o soldati,
Che l'epoche gesta - dei nostri antenati
Rifulger faremo - per l'alta ragion
Di compier d'Italia - la grande redenzion!

(due volte il ritornello dell'Inno di Mameli)
Che l'alba di Maggio
Dell'Austro servaggio
Il giogo tremendo
La fine segno!...

(Marsiglise)
Se la razza maledetta
Non vogliam che sorga più,
Presto orsù, alla baionetta
La si annienti, o gioventù

(Inno di Garibaldi)
Avanti! E' grandiosa - quest'ultima impresa!
Avanti! Ci applaude - la Triplice Intesa!
E avremo a compagni - nell'aspro cammin
Gli eroici Francesi - qual fu a Solferin!

(due volte il ritornello dell'Inno di Mameli)
Che l'alba di Maggio
Dell'Austro servaggio
Il giogo tremendo
La fine segno...!
 

 * * * * * * * * 

 

O GIOVENTU' D'ITALIA

(inno patriottico) 1914
Parole di Giov. Corvetto
Musica di Colombino Arona


O gioventù d'Italia,
è l'ora di partir...
Ricordati! Ricordati!
O vincere o morir.
La gloia già l'ammalia,
Sorride l'avvenir,
La Patria, la Patria
Per te si vuol morir.
Trento e Trieste
Siete italiane...
Vi sia veste
Il tricolor.
Figlie lontane,
Che amiamo tanto,
Vi giunga il canto
Dei nostri cuor!


O f---ieri (testo 'epoca illeggibile) avanti,
O bersaglier va tu,
Ricordati! Ricordati!
Tu devi andar laggiù.
Uniti tutti quanti
Avremo la virtù
Di vincere! di vincere!
L'imperatore fu!
Trento e Trieste
Siete Italiane...
Vi sia veste
Il tricolor.
Figlie lontane,
Che amiamo tanto.
Vi giunga il canto
Dei nostri cuor!


Fratelli del Trentino
A voi la notra man,
Stringetela! Stringetela!
Insieme andrem lontan...
Il sangue Triestino
Versato non fu invan:
Giuriamolo! Giuriamolo!
Nel nome di Oberdan!
Trento e Trieste ecc.

 

 * * * * * * * * 

 
SULLE BALZE DEL TRENTINO
 
Sulle balze, sulle balze del Trentino
Hanno messo, hanno messo una bandiera:
L'hanno messa, l'hanno messa gialla e nera
Noi vogliamo, noi vogliamo il Tricolor
 
Andiamo in gondola,
Andiamo in gondola,
Andiamo in gondola
A cospirar!
 
Sotto il ponte, sotto il ponte di Rialto
è passata, è passata una barchetta...
O Trieste, o Trieste benedetta,
Ti verremo, ti verremo a liberar!
 
Andiamo in gondola, ecc.
 
Colla corda, colla corda d'Oberdan
Strozzare noi saprem l'impiccatore:
O Trieste, o Trieste del mio cuore,
Ti verremo, ti verremo a liberare
 
Andiamo in gondola, ecc.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
IL VENTINOVE LUGLIO
 
Il 29 luglio
quando il grano è maturato
trum-lallà
larallalà,
 
è nata una bambina
con una rosa in mano,
è nata una bambina
con una rosa in mano.
 
Non era paesana
e nemmeno cittadina
trum-lallà
larallalà,
 
è nata in un boschetto
vicino alla marina,
è nata in un boschetto
vicino alla marina.
 
Vicino alla marina 
dove è più bello stare
trum-lallà
larallalà,
 
si vedon le barchette
a navigar sul mare,
si vedono le barchette
a navigar sul mare.
 
A navigar sul mare 
ci voglion le barchette
trum-lallà
larallalà,
 
per fa l'amor di sera
ci vuol le ragazzette,
per far l'amor di sera
di vuol le ragazzette.
 
Le ragazzette belle
l'amor non lo san fare
trum-lallà
larallalà,
 
e noi da bravi Alpini
glielo faremo fare,
e noi da bravi Alpini
glielo faremo fare.
 
Glielo faremo fare,
glielo farem sentire,
trum-lallà
larallalà,
 
stasera dopo cena
prima d'andà a dormire,
stasera dopo cena
prima d'andà a dormire.
 
 
 * * * * * * * * 
 
  
MONTE GRAPPA
 
Monte Grappa, tu sei la mia patria,
sovra te il nostro sole risplende,
a te mira che spera ed attende,
i fratelli che a guardia vi stan.
 
Contro a te già s'infranse il nemico,
che all'Italia tendeva lo sguardo:
non si passa un cotal baluardo,
affidato agli italici cuor.
 
Monte Grappa, tu sei la mia Patria,
se la stella che addita il cammino,
sei la gloria, il volere, il destino,
che all'Italia ci fa ritornar.
 
Le tue cime fur sempre vietate,
per il pie' dell'odiato straniero,
dei tuoi fianchi egli ignora il sentiero
che pugnando più volte tentò.
 
Quale candida neve che al verno
ti ricopre di splendido ammanto,
tu sei puro ed invitto col vanto
che il nemico non lasci passar.
 
Monte Grappa, tu sei la mia Patria, ecc.
 
O montagna, per noi tu sei sacra;
giù di lì scenderanno le schiere
che irrompenti, a spiegate bandiere,
l'invasore dovranno scacciar.
 
Ed i giorni del nostro servaggio
che scontammo mordendo nel freno,
in un forte avvenire sereno
noi ben presto vedremo mutar.
 
Monte Grappa, tu sei la mia Patria, ecc.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
MONTENERO
 
Spunta l'alba del 16 giugno,
comincia il fuoco l'artiglieria,
il Terzo Alpini è sulla via 
Monte Nero a conquistar.
 
Monte Rosso e Monte Nero,
traditor della vita mia,
ho lasciato la casa mia
per venirti a conquistar.
 
Per venirti a conquistare
abbiam perduti tanti compagni
tutti giovani sui vent'anni
La sua vita non torna più.
 
Il colonnello che piangeva
a veder tanto macello:
- Fatti coraggio, Alpino bello,
che l'onor sarà per te! -
 
Arrivati a trenta metri
dal costone trincerato
con assalto disperato
il nemico fu prigionier.
 
Ma Francesco l'Imperatore
sugli Alpini misse la taglia:
egli premia conla medaglia 
e trecento corone d'or.
 
Chi gli porta un prigioniero
di quest'arma valorosa
che non forza baldanzosa
fa sgomenti i suoi soldà.
 
Ma l'alpino non è un vile,
tal da darsi prigioniero,
preferisce di morire
che di darsi allo straniero.
 
O Italia, vai gloriosa
di quest'arma valorosa
che combatte senza posa
per la gloria e la libertà.
 
Bella Italia devi esser fiera
dei tuoi baldi e fieri Alpini
che ti dànno i tuoi confini
ricacciando lo stranier.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
MONTE CANINO
 
Non ti ricordi quel mese d’Aprile,
quel lungo treno che andava al confine.
Che trasportavano migliaia degli alpini:
sù, sù correte: è l’ora di partir!
Che trasportavano migliaia degli alpini:
sù, sù correte: è l’ora di partir!
 
Dopo tre giorni di strada ferrata,
ed altri due di lungo cammino,
siamo arrivati sul Monte Canino
e a ciel sereno ci tocca riposar...
siamo arrivati sul Monte Canino
e a ciel sereno ci tocca riposar...
 
Se avete fame guardate lontano,
se avete sete la tazza alla mano.
Se avete sete la tazza alla mano
che ci rinfresca la neve ci sarà.
Se avete sete la tazza alla mano
che ci rinfresca la neve ci sarà.
 
Non pù coperte lenzuola pulite.
Non più il sapore dei caldi tuoi baci.
Solo si sentono gli uccelli rapaci,
tra la tormenta e il rombo del cannon.
Solo si sentono gli uccelli rapaci,
tra la tormenta e il rombo del cannon.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
MONTE PASUBIO
 
Sulla strada del Monte Pasubio
Bom borombom.
Lenta sale una lunga colonna
Bom borombom.
L'è la marcia di chi non torna
di chi si ferma a morir lassù.
 
Ma gli Alpini non hanno paura
Bom borombom.
 
Sulla cima del Monte Pasubio
Bom borombom
Soto i enti che ze 'na miniera
Bom borombom.
Son gli Alpini che scava e che spera
di tornare a trovar l'amor.
 
Ma gli Alpini non hanno paura
Bom borombom.
 
Sulla strada del Monte Pasubio
Bom borombom
è rimasta soltanto una croce
Bom borombom.
Non si sente mai più una voce,
ma solo il vento che bacia i fior.
 
Ma gli Alpini non hanno paura
Bom borombom, bom borombom,
bomborombà. 
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA LEGGENDA DEL PIAVE
 
Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio
dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l'esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera...
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava andare avanti.
S'udiva intanto dallae amate sponde,
sommesso e lieve il mormorìo dell'onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò: Non passa lo straniero!
 
Ma in una notte trista si parlò di un fosco evento
e il Piave udiva l'ira e lo sgomento.
Ahi, quanta gente ha vista venir giù lasciare il tetto,
poi che il nemico irruppe a Caporetto!
Profughi ovunque! Dai lontani monti,
venivano a gremir tutti i suoi ponti.
S'udiva allor dalle violate sponde
sommesso e tristo il mormorar dell'onde.
Come un singhiozzo, in quell'autunno nero,
il Piave mormorò: ritorna lo straniero!
 
E ritornò il nemico: per l'orgoglio e per la fame
volea sfogare tutte le sue brame...
Vedeva il piano aprico di lassù: voleva ancora
sfamarsi, e tripudiare come allora!
 - No - disse il Piave. - No, - dissero i fanti -
mai più il nemico faccia un passo avanti!
Si vide il Piave rigonfiar le sponde!
E, come i fanti, combattevan l'onde...
Rosso di sangue del nemico altero,
il Piave comandò Indietro, và, straniero!
 
Indietreggiò il nemico fino a Trieste, fino a Trento
E la Vittoria sciolse l'ali al vento!
Fu sacro il patto antico: tra le schiere, furon visti
risorgere Oberdan, Sauro, Battisti!
Infranse, alfin, l'italico valore
le forche e l'armi dell'impiccatore!
Sicure l'Alpi, libere le sponde
Si tacque il Piave, si placaron l'onde.
Sul patrio suolo, vinti i torvi Imperi,
La Pace non trovò nè oppressi nè stranieri!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
GRAN DIO DEL CIELO
 
O Dio del cielo,
se fossi una rondinella,
O Dio del cielo,
se fossi una rondinella,
vorrei volare,
vorrei volare
vorrei volare
in braccio alla mia bella.
 
Prendi quel secchio
e portalo alla fontana,
là c'è il tuo amore
là c'è il tuo amore
là c'è il tuo amore
che alla fontana aspetta.
 
Prendi il fucile
e vattene alla frontiera,
prendi il fucile
e vattene alla frontiera,
là c'è il nemico
là c'è il nemico
là c'è il nemico
che alla frontiera aspetta
 
 
 
* * * * * * * * 
 
 
 
IL TESTAMENTO DEL CAPITANO (I versione)

Il capitan de la compagnia

e l’è ferito, sta per morir

e ‘l manda a dire ai suoi alpini

che lo vengano a ritrovar.

I suoi alpini ghe manda a dire

che non han scarpe per camminar

“O con le scarpe o senza scarpe

i miei alpini li voglio qua”

“Cosa comanda sior capitano

che noi adesso semo arrivà”.

Ed io comando che il mio corpo

in cinque pezzi sia taglià:

il primo pezzo alla mia Patria

secondo pezzo al Battaglion,

il terzo pezzo alla mia mamma

che si ricordi del suo figliol.

Il quarto pezzo alla mia bella

che si ricordi del suo primo amor

l’ultimo pezzo alle montagne

che lo fioriscano di rose e fior.

 

* * * * * * * * 

 

 
IL TESTAMENTO DEL CAPITANO (II versione)
 
Il comandante la compagnia
l'è ferito e sta per morir.
e manda a dire ai suoi alpini
che lo vengano a ritrovar.
 
I suoi alpini gli mandan a dire
che senza corda non si può passar.
"O con la corda, o senza corda
i miei alpini li voglio qua".
 
E cò fu stato alla mattina
i suoi alpini sono rivà.
"E io comando che il mio corpo
in sette pezzi sia taglià"
 
Il primo pezzo al Re d'Italia
che si ricordi dei suoi alpin.
Il secondo pezzo al reggimento
che si ricordi dei suoi soldà.
 
Il terzo pezzo al battatglione
che si ricordi del cuo capitan.
Il quarto pezzo alla mia mamma
che si ricordi del suo figlio alpin.
 
Il quinto pezzo alla mia bella
che si ricordi del suo primo amor.
Il sesto pezzo alla montagna
ché fiorisca di rose e fior.
 
Il settimo pezzo alle frontiere
che si ricordino dei bravi alpin.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA PENNA NERA
 
Sul cappello, sul cappello che noi portiamo
c'è una lunga, c'è una lunga penna nera,
che a noi serve, che a noi serve di bandiera
su pei monti, su pei monti a guerreggiar.
  Oilalà!
 
Su pei monti, su pei monti che noi saremo,
coglieremo, coglieremo stelle alpine,
per donarle, per donarle alle bambine
farle piangere, farle piangere e sospirar
  Oilalà!
 
Su pei monti, su pei monti che noi saremo,
pianteremo, pianteremo l'accampamento,
brinderemo, brinderemo al reggimento,
viva il Corpo, viva il Corpo degli alpin!
  Oilalà!
 
Evviva evviva il Reggimento
Evviva evviva il Sesto degli Alpin
 
Evviva evviva il Reggimento
Evviva evviva il Sesto degli Alpin
 
Farle piangere, farle piangere e sospirare
nel pensare, nel pensare ai begli alpini
che tra i ghiacci, che tra i ghiacci e gli scalini
van sui monti, van sui monti a guerreggiar.
  Oilalà!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
DI LA' DEL PIAVE
 
Di qua, di là del Piave
ci sta un'osterìa,
di qua, di là del Piave
ci sta un'osterìa.
là c'è da bere e da mangiare
ed un buon letto da riposar.
 
Di qua, di là dal ponte
ci sta una bella mora,
tutte le sere resta sola,
la resta sola a far l'amor.
 
E dopo aver mangiato,
mangiato e ben bevuto,
e dopo aver mangiato,
mangiato e ben bevuto:
- Oh, dimmi o bella, se vuoi venire,
questa è l'ora d'andar dormire.
 
- Mi sì ghe vegneria
per una volta sola,
mi sì ghe vegneria
per una volta sola,
solo vi prego lasciarmi stare,
che son figlia da maridar.
 
- S'eri da maridare
dovevi dirlo prima,
s'eri da maridare
dovevi dirlo prima,
sei sempre stata coi vecchi alpini,
non sei più figlia da maridar.
 
E dopo nove mesi
è nato un bel bambino,
non beve il latte ma ciuccia il vino,
perchè figlio del vecchio alpin.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
SUL PONTE DI BASSANO
 
Eccole che le riva
ste bele moscardine,
son fresche verdoline,
color non le ghe n'à.
 
Colori no ghe n'avemo
e gnanca non ghe'n serchemo,
ma un canto noi faremo
al ponte di Bassan.
 
Sul ponte di Bassano
là ci darem la mano,
noi ci darem la mano,
ed un bacin d'amor.
 
Per un bacin d'amore
successer tanti guai...
Non lo credevo mai,
doverti abbandonar.
 
Doverti abbandonare,
volerti tanto bene!
E' un giro di catene,
che m'incatena il cor!
 
Che m'incatena il core
sarà la mia morosa
a Maggio la va sposa
e mi vo fa el soldà.
 
E mi farò il soldato
nel mio reggimento.
Non partirò contento
se non t'avrò sposà.
 
Che m'incatena il core!
Che m'incatena a vita!
Ohimè che son tradita
per un bacin d'amor!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
DOVE SEI STATO MIO BEL ALPINO
 
- Dove sè stato, mio bell'Alpino?
Dove sè stato, mio bell'Alpino,
Che ti ga cambià colore?
 
- L'è stata l'aria del Trentino,
L'è stata l'aria del Trentino,
Che m'ha fat cambià color!
 
L'è stata l'aria dell'Ortigara,
L'è stata l'aria dell'Ortigara,
Che m'ha fat cambià color!
 
Sul Monte Nero c'è una tormenta,
Sul Monte Nero c'è una tormenta
Che m'ha fat cambià color!
 
La sul Pasubio c'è un barilotto.
La sul Pasubio c'è un barilotto.
Che m'ha fat cambià color!
 
Sul Monte Grappa c'è una bombarda
Sul Monte Grappa c'è una bombarda
Che m'ha fat cambià color!
 
E' stato il fumo della mitraglia
E' stato il fumo della mitraglia
Che m'ha fat cambià color!
 
- Ma i tuoi colori ritorneranno,
Ma i tuoi colori ritorneranno
Questa sera a far l'amore.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
VALORE ALPINO  
 
Dai fidi tetti del villaggio
i bravi alpini son partiti.
Mostran la forza ed il coraggio
della lor salda gioventù.
Sono dell'Alpe i bei cadetti,
nella robusta giovinezza:
dai loro baldi e forti petti
spira un'indomita fierezza.
 
Oh valore alpin,
difendi sempre la frontiera!
E là sul confin
tien sempre alta la bandiera.
Sentinella all'erta
per il suol nostro italiano.
Dove amor sorride
e più benigno irradia il sol.
 
Là, tra le selve ed i burroni,
là, tra le nebbie fredde e il gelo,
piantan con forza i lor picconi,
ed il cammin sembra più lieve.
Risplenda il sole, o scenda l'ora
che reca in ciel l'oscurità
il bravo alpin vigila ognora,
pronto a lanciare il "chi va là?"
 
Oh valore alpin,
difendi sempre la frontiera!
E là sul confin
tien sempre alta la bandiera.
Sentinella all'erta
per il suol nostro italiano.
Dove amor sorride
e più benigno irradia il sol.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
QUEL MAZZOLIN DI FIORI
 
Quel mazzolin di fiori
che vien dalla montagna
bada ben che non si bagna
chè lo voglio regalar,
bada ben che non si bagna
chè lo voglio regalar.
  Lo voglio regalare
  perchè l'è un bel mazzetto,
  lo voglio dare al mio moretto
  stasera quando vien,
  lo voglio dare al mio moretto
  stasera quando vien.
Stasera quando vien
gli fo una brutta cera;
e perchè Sabato di sera
lui non è vegnù da me,
e perchè Sabato di sera
lui non è vegnù da me.
  Non l'è vegnù da me,
  l'è andà dalla Rosina...
  Perchè mi son poverina
  mi fa pianger e sospirar,
  perchè mi son poverina
  mi fa pianger e sospirar.
Mi fa piangere e sospirare
sul letto dei lamenti
e che mai diran le genti,
cosa mai diran di me,
e che mai diran le genti,
cosa mai diran di me.
  Diran che son tradita,
  tradita nell'amore
  e a me mi piange il cuore
  e per sempre piangerà,
  e a me mi piange il cuore
  e per sempre piangerà.
Abbandonato il primo,
abbandonà il secondo,
abbandono tutto il mondo
e non mi marito più,
abbandono tutto il mondo
e non mi marito più.
 
 
* * * * * * * * 
 
 
LA LICENZA
 
Trenta mesi che faccio il soldato
'na letterina mi vedo arrivar.
 
Sarà forse la mia morosa
che si trova sul letto ammalà!
 
A rapporto signor Capitano
se in licenza mi vuole mandà.
 
La licenza l'hai bell'è firmata
basta che torni da bravo soldà!
 
Glielo giuro signor Capitano
che mi ritorno da bravo soldà!
 
Quando arrivo vicino al paese
campane a morto sentivo sonar.
 
Quando fui vicino alla chiesa
un funerale vedevo passar!
 
Sarà forse la mia morosa
che ho lasciata sul letto ammalà.
 
Portantina che porti quel morto
per favore fermatevi un pò.
 
Se da viva non l'ho mai baciata
ora ch'è morta la voglio baciar.
 
L'ho baciata che l'era ancor calda
la sapeva di rose e di fior!
 
 
 * * * * * * * *  
 
 
LA CAMPANA DI SAN GIUSTO
 
Per le spiaggie, per le rive di Trieste
suona e chiama di San Giusto la Campana,
l'ora suona, l'ora suona non lontana
che èpiù schiava non sarà.
 
Le ragazze di Trieste
cantan tutte con ardore:
- O Italia, o Italia del mio cuore,
tu ci vieni a liberar!
 
Avrà baci, fiori e rose la marina,
la campana perderà la nota mesta,
su San Giusto sventolar vedremo a festa
il vessillo tricolor.
 
Le ragazze di Trieste
cantan tutte con ardore:
- O Italia, o Italia del mio cuore,
tu ci vieni a liberar!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
INNO DEL REGGIMENTO MARINA "SAN MARCO"
 
Noi vedevam
ogni mattin
splendere d'or tutta Trieste al nuovo sol;
vedevam l'ala tricolore
sul golfo inter, senza timor, sciogliere il vol.
 
Ma un dì dovemmo il suol
redento abbandonar
nell'uragan, parea per duol, piangere il ciel,
pareva urlar d'ira e d'orror il mar.
 
Calato è l'invasor
dai monti fino al mar,
Venezia, amor d'ogni italian fra i marmi e l'or
già del cannon ode vicino il tuon.
 
Noi lo giuriam sui capi bianchi delle nostre madri,
Noi lo giuriam per gli stellati occhi dei nostri amor,
l'onor che l'Italia a noi
volle affidar, custodirem, sacro tesor,
Iddio lo vuol,
libereremo il nostro suol!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
TA PUM
 
Venti giorni sull’Ortigara
senza il cambio per dismontà
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
 
E domani si va all'assalto,
soldatino non farti ammazzar,
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
 
Quando poi si discende a valle
battaglione non hai più soldà.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
 
Nella valle c'è un cimitero,
cimitero di noi soldà.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
 
Cimitero di noi soldà
forse un giorno ti vengo a trovà.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
 
Ho lasciato la mamma mia,
l'ho lasciata per fare il soldà.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
 
Quando portano la pagnotta
il cecchino comincia a sparar.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
 
Battaglione di tutti i Morti,
noi giuriamo l'Italia salvar.
ta pum ta pum ta pum...
ta pum ta pum ta pum...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
LA TRADOTTA
 
La tradotta che parte da Torino
a Milano non si ferma più,
ma la va diretta al Piave,
cimitero della gioventù.
 
Siam partiti siam partiti in ventisette,
solo in cinque siam tornati qua,
e gli altri ventidue
son morti tutti a San Donà.
 
A Nervesa a Nervesa c'è una croce,
mio fratello l'è disteso là,
io ci ho scritto su "Ninetto"
che la Mamma lo ritroverà.
 
Cara suora cara suora son ferito,
a domani non ci arrivo più;
se non c'è qui la mia mamma,
un bel fiore me lo porti tu.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
SUL PONTE DI BASSANO, BANDIERA NERA
 
Sul ponte di Bassano,
bandiera nera,
è il lutto degli Alpini
che va alla guerra.
 
E' il lutto degli Alpini
che va alla guerra,
la meglio zoventù
l'è sottoterra.
 
Nell'ultimo vagone
c'è l'amor mio
col fazzoletto bianco
mi dà l'addio.
 
Col fazzoletto bianco
mi salutava
e co' la bocca i baci
la mi mandava.
 
Quando che lui veniva
a casa mia
la meio seggiolina
l'era la sua.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
SUL PONTE DI PERATI
 
Sul ponte di Perati,
bandiera nera,
è il lutto degli Alpini
che fan la guerra.
 
E' il lutto della Julia
che va alla guerra,
la meglio gioventù
che va sottoterra.
 
Quelli che son partiti
non son tornati,
sui monti della Grecia
sono restati.
 
Sui monti della Grecia
c'è la Voiussa,
del sangue della Julia
s'è fatta rossa.
 
Da mille e mille tombe
s'alza un lamento,
sul sangue della Julia
c'è il tradimento.
 
Un coro di fantasmi
vien giù dai monti.
E' il canto degli alpini
che son sepolti.
 
Ma tutti i nostri morti
risorgeranno
e il dì della vitttoria
ritorneranno.
 
E il dì della riscossa
non più tristezza
per canto di vittoria
c'è Giovinezza.
 
Alpini della Julia
in alto il cuore!
Sul Ponte di Perati c’è il tricolore.
Sul Ponte di Perati c’è il tricolore.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
ERA UNA NOTTE CHE PIOVEVA
 
Era una notte che pioveva
e che tirava un forte vento;
immaginatevi che grande tormento
per un alpino che sta a vegliar!
 
A mezzanotte arriva il cambio
accompagnato dal capoposto
"Oh sentinella torna al tuo posto,
sotto la tenda a riposar!".
 
Quando fui stato nella mia tenda
sentii un rumore giù per la valle,
sentivo l'acqua giù per le spalle,
sentivo i sassi a rotolar.
 
Mentre dormivo sotto la tenda
sognavo d'essere con la mia bella
e invece ero di sentinella
fare la guardia allo stranier.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
APRITE LE PORTE
 
Aprite le porte
che passano, che passano,
aprite le porte
che passano i baldi alpin!
 
freschi e bei, senza schei, bei putei
 
E come la marcia ben
le banda, la banda,
e come la marcia ben
le banda dei alpin!
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
BOMBARDANO CORTINA
 
Bombardano Cortina,
dicon che gettan fiori;
nemici traditori,
è giunta l'ora, subito fora
dovete andar!
 
E proseguendo poi,
per valle Costeana,
giunti sulla Tofana
su quella vetta, la baionetta
scintillerà.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
VINASSA, VINASSA
 
Là nella valle c'è un'osteria
l'è allegria, l'è allegria, 
Là nella valle c'è un'osteria
l'è allegria di noi Alpin.
 
E se son pallida dei miei colori...
 
Là sopra i monti c'è un punto nero
l'è il cimitero, l'è il cimitero
Là sopra i monti c'è un punto nero
è il cimitero di noi Alpin.
 
E se son pallida dei miei colori...
 
Là in mezzo al mare c'è una biondina
l'è la rovina, l'è la rovina, 
Là in mezzo al mare c'è una biondina
l'è la rovina di noi Alpin.
 
E se son pallida dei miei colori...
 
Là sul Cervino c'è una colonna
è la Madonna, è la Madonna
là sul Cervino c'è una colonna
è la Madonna di noi alpin!
 
E se son pallida dei miei colori...
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
MI SON ALPIN
 
Mi son Alpin
me pias el vin
tengo l'innamorata
in fondo al quartier.
 
Vicino al quartier
vicino alla caserma
 
tengo una bella serva
per fare all'amore.
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
BERSAGLIERE HA CENTO PENNE
 
Bersagliere ha cento penne
ma l’alpin ne ha una sola
un pò più lunga un pò più corta
sol l’alpin la può portare...
un pò più lunga un pò più corta
sol l’alpin la può portare...
 
Quando scende la notte bruna
tutti dormon nella pieve
ma con la faccia dentro la neve
sol l’alpin non può dormir...
ma con la faccia dentro la neve
sol l’alpin non può dormir...
 
Là sui monti vien giù la neve
la tormenta dell’inverno
ma se venisse anche l’inferno
sol l’alpin riman lassù...
ma se venisse anche l’inferno
sol l’alpin riman lassù...
 
Se dall’alto di rupo cade
confortate i vostri cuori
perchè se cade i mezzo ai fiori
non gli importa di morir
perchè se cade i mezzo ai fiori
non gli importa di morir
 
 
 * * * * * * * * 
 
 
O ANGIOLINA, BELA ANGIOLINA
 
O Angiolina, bela Angiolina,
innamorato io son di te,
innamorato dall'altra sera
quando venni a balar con te.
 
E la s'ha messo la veste rossa
ed il corsetto di raso blu,
e le scarpette con le rosette,
fatte apposta per ben ballar.
 
 
********
 
 
LA RIVISTA DELL’ARMAMENTO
 
E il cappello
che noi portiamo,
quello é l'ombrello ,di noi Alpin.
 
Ritornello:
Cara biondina capricciosa,
garibaldina, trullallà;
tu sei la stella di noi soldà.
 
E le giberne
che noi portiamo,
son porta cicche di noi Alpin.
 
Ritornello:
Cara biondina...
 
E lo zaino
che noi portiamo,
quello è l'armadio di noi Alpin.
 
Ritornello: 
Cara biondina...
 
E la gavetta
che noi portiamo,
è la cucina , di noi Alpin.
 
Ritornello: 
Cara biondina...
 
E la borraccia
che noi portiamo,
è la cantina di noi Alpin.
 
Ritornello: 
Cara biondina...
 
E le scarpette
che noi portiamo,
son le barchette di noi Alpin.
 
Ritornello: 
Cara biondina...
 
E il fucile
che noi portiamo,
è la difesa di noi Alpin.
 
Ritornello: 
Cara biondina...
 
E le stellette
che noi portiamo,
son disciplina di noi Alpin.
 
Ritornello: 
Cara biondina...
 
La penna nera
che noi portiamo,
è la bandiera di noi Alpin.
 
Ritornello: 
Cara biondina...
 
E il pistocco
che noi portiamo,
è il paga-debit di noi Alpin.
 
Ritornello: 
Cara biondina...
 
 
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SOLDATO IGNOTO
 
La gloria era un abisso,
che si stendeva dallo Stelvio al mare,
ma l'occhio ardente e fisso
non si distolse e si dovea passare.
E la chiodata scarpa che passava
tritò l'impervio Carso a roccia a roccia;
pigiò nel Piave sacro che arrossava
sangue nemico tratto a goccia a goccia!
 
Soldato ignoto, e tu: perduto fra i meandri del destino!
mucchio senza piastrino, eroe senza medaglia,
il nome tuo non esisteva più.
Finita la battaglia, fu chiesto inutilmente:
nessun per te poteva dir : presente!
 
Il Piave era una diga
file d'elmetti e siepi di fucili,
zappe e chitarre e tutti quanti in riga.
No, generale, i fanti non son vili:
la Morte li afferrò tra le sue branche,
li strinse a mille nelle ossute braccia,
li rese irriconoscibili fantasmi
ne disperse fin l'ultima traccia.
 
Soldato ignoto, e tu disperso tra i meandri del Destino!
Muto senza piastrino, eroe senza medaglia,
il nome tuo non esisteva più.
Finita la battaglia fu chiesto inutilmente
ma tra i morti intetti ricercherò l'assente.
 
Il Carso era una prora, 
prora d'Italia volta all'avvenire,
immersa nell'aurora,
con il motto in cima vincere o morire!
E intorno a quella prora si moriva,
mentre alla nave arrise la vittoria
e il nome di ogni fante che periva
passava all'albo bronzeo della storia!
 
Soldato ignoto, e tu: ritorna dai meandri del destino!
brilla il tuo bel piastrino, fregiato della  palma:
tu sei l'eroe che non morrà mai più!
E solo la tua salma, che volta ad oriente,
da Roma può rispondere: presente!
 
 
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I DISPIASI' D'NOI AUTRI POVRI ALPIN (PIEMONTESE)
 
A la matin bonora a 'n fan alvè
a 'n mando 'n piassa d'armi a fè istrussion
a 'n fan marcè a 'n avanti e poi 'n darè
a noj autri povri alpin fan mal i pè. 
 
Tà-tatatà-tatatà- tatà-tatà-tatà
Sai nen perchè 'm fan mal ij pè
sai nen perchè sai nen ma l'è
a  s'marcia mal a 'smarcia mal sui marciapè.
 
Al dì dla cinquina a 'n fan strilè
a 'n dan coi pover sold par piè d'fumè
ades poi che ij toscan a son chersù
noj autri povri alpin  a 'n fan ste giù.
 
Tà-tatatà....
 
A la festa del Reggimento rancio special    
a 'n dan la pasta suita con su l'formai
a 'n dan coi salamin ch'an fan ste mal
e noi marcoma visita a l'indoman.
 
Tà-tatatà....
 
Patacin patacian che vita da can sensa pan:
regimento che rovina: sempre, sempre disciplina!
la gavetta e 'l gavettin, la giberna e 'l gibernin
la rivista del bottin, la rivista del bottin,
la gavetta e 'l gavettin, la giberna e 'l gibernin
la rivista del bottin, la rivista del bottin
 
E con quaranta lire al mese
si fan le spese, si fan le spese
e con quaranta lire al mese
si fan le spese, si fan le spese del battaglion.
 
 
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MONTE CAURIOL
 
Tra le rocce, il vento e la neve
siam costretti la notte a vegliar
la notte a vegliar!
 
Il nemico,crudele e rabbioso,
lui tenta sempre il mio petto a colpir
mio petto a colpir!
 
Genitori, piangete, piangete,
se vostro figlio dovesse mancar
dovesse mancar!
 
Vostro figlio è morto da eroe,
sull'alte cime del monte Cauriol
del monte Cauriol!
 
Faremo fare un gran passaporto
o vivo o morto lui deve tornar
sul monte Cauriol!
 
 
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GUARDA LA LUNA
 
Guarda la luna, come la camina:
e la scavalca i monti, come noialtri alpin:
 
Ohi, si si cara mamma no! senza alpini come farò!
 
Guarda le stelle, come sono belle:
somiglian le sorelle di noialtri alpin:
 
Ohi, si si cara mamma no! senza alpini come farò!
 
Guarda il sole, come splende in cielo:
la lunga penna nera si riscalderà:
 
Ohi, si si cara mamma no! senza alpini come farò!
 
Guarda la neve, come scende lieve:
la lunga penna nera la si imbiancherà:
 
Ohi, si si cara mamma no! senza alpini come farò!
 
 
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SUL RIFUGIO
 
Sul rifugio, bianco di neve
una luce pallida appar:
sarà Marisa che pallida viene 
il suo babbo a ritrovar,
sarà Marisa che pallida viene 
il suo babbo a ritrovar.
 
Rocciatori, nel nome di Trento
salutate il babbo per me
e salutate la bella bandiera 
degli eroi che vanno a morir,
e salutate la bella bandiera 
degli eroi che vanno a morir.
 
Lenta, lenta cade la neve 
sul rifugio a biancheggiar:
sembra una stella caduta dal cielo
e il rifugio diventa un fior,
sembra una stella caduta dal cielo
e il rifugio diventa un fior.
 
 
********
 
 
PASSA LA RONDA
 
Appena giunti sul Monte Grappa,
là si sentivano le cannonate.
I nostri alpini son lì che battono
battaglione per battaglion.
 
Passa la ronda dei veci alpin:
e la risponde "fiaschi de vin"!
 
Nella notte nera nera, 
soffia il vento e la bufera!
soffia il vento e la bufera:
passa la ronda a vigilar
passa la ronda a vigilar.
 
Piano, piano, mio bell'alpino:
devi usare precauzione.
scendi abbasso nel burrone
che il nemico sta ad aspettar.
 
Spettiam, cantiam da baldi alpini,
un sol grido, un sol pensier:
prendi la mia borraccia, bevi nel mio bicchiere
insieme dobbiamo bere, insieme dobbiam morir!
 
Soffrir, morir, dovete voi nemici!
questa è l'ultima vostra ora:
dalle man dei veci alpini è difficile scappar!
dalle man dei veci alpini è difficile scappar!
è difficile scappar!
 
 
********
 
 
E' MORTO UN ALPINO
 
È morto un alpin, sulla montagna.
ritornava dal confin dopo la guerra:
ma quando l'alpin l'è cascà in terra
fu lì un angel del Trentin
che ghe diseva:
"O bell'alpino, alla tua casetta
manda un saluto: io'l porterò"
 
Allora l'alpin l'ha verti i oci:
ghe parea che l'angiol fosse lì vicino.
"Angel del cielo, l'ultimo mio baso
portemel caldo al mio tesor.
portemel caldo al mio amore"
 
E' morto un alpino!
 
 
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AL COMANDO DEI NOSTRI UFFICIALI
 
Al comando dei nostri ufficiali
caricheremo con palle a mitraglia
e se per caso il colpo si sbaglia
la baionetta l'assalto darem.
 
Pena giunti in terra straniera
incontrammo la buffa fanteria
che invocava Giuseppe e Maria
voialtri alpini veniteci a salvar.
 
Ohi care mamme che a casa piangete
no, non tremate pei vostri figlioli
che qua sull'alpe non siamo noi soli
c'è tutta Italia che a fianco ci sta;
che qua sull'alpe non siamo noi soli
c'è tutta Italia che a fianco ci sta.
 
 
********
 
 
O BARCAROL DEL BRENTA
 
O barcarol del Brenta
prestame 'na barchetta 
per andare in gondoleta
sulla riva del mar
per andare in gondoleta
sulla riva del mar.
 
Mi si che te la presto
basti che la ritorni
che la barca non si affondi
sulla riva del mar
che la barca non si affondi
sulla riva del mar.
 
La barca è ritornata
piena di rose e fiori
ci son dentro i cacciatori
del Sesto degli alpin
ci son dentro i cacciatori
del Sesto degli alpin.
 
 
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VA L'ALPIN
 
Va l'alpin su l'alte cime
passa e vola lo sciator
dorme sempre sulle cime
sogna mamma e casolar.
 
Tra le rocce e tra i burroni
sempre lesto è il suo cammin
quando va per la montagna
pensa sempre al suo destin.
 
Pensa sempre al suo destino
c'è il ghiacciaio da passar:
mentre va col cuor tranquillo
la valanga può cascar.
 
Pensa alpin la tua casetta
che la rivedrai ancor
la tua bella che ti aspetta
orgogliosa del tuo amor.
 
 
 
 
********
 
 
PREJERE DAL ALPIN
 
Dal alt des nestris montagnis,
des cretis spizzadis, dai glazzons eternos,
dulà che nus àn metûs di uardie
e pai nestris paîs, nô alpins,
braurôs di fâ il nestri dovè,
Ti preìn, o Signôr!
Uarde lis nestris maris,
lis nestris feminis, i fis e i fradis lontans
e fâs ch'o podin jessi simpri dens di Te
e dal onùr dai nestris paîs.
Diu inmèns, che tu messedis il cîl e la tiere,
salvinus duc' pal amôr e pe fede ch'o vin in Te.
Salvinus de glace, de nêf,
de tormente e de valanghe,
fâs che il nestri pît si poi sigûr su la crete,
che nol sbrissi sui grebanos.
Fâs, Signôr, che lis armis ch'o vin in man
no vedin mai di dopralis cuintri altris fradis!
 
E Tu Madone, mari dal Signôr,
blancje plui de nêf,
tu che tu às viodût il martiri di tanc' alpins
muarz in uere,
Tu che tu às cognossût lis sperancis
tant dai vîs come dai muarz,
benedìs, Ti preìn Mari sante,
i bataglions alpins in servizi
e duc' i Grups in congjedo,
sgiernâz pal Friûl,
pa l'Italie e pal mont.
Amen.
 
 
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LA PREGHIERA DELL'ALPINO
(tradotta)
 
Su le nude rocce, sui perenni ghiacciai
su ogni balza delle Alpi ove la provvidenza
ci ha posto a baluardo fedele delle nostre
contrade, noi, purificati dal dovere
pericolosamente compiuto,
eleviamo a Te, o Signore che proteggi
le nostre mamme, le nostre spose,
i nostri figli e fratelli lontani e,
ci aiuti ad essere degni delle glorie
dei nostri avi.
Dio onnipotente, che governi tutti gli elementi,
salva noi, armati come siamo di fede e di amore.
Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della
tormenta, dall'impeto della valanga,
fa che il nostro piede posi sicuro
sulle creste vertiginose, sulle ritte pareti,
oltre i crepacci insidiosi.
Rendi forti le nostre armi contro chiunque
minacci la nostra Patria, la nostra Bandiera.
E Tu, Madre di Dio, candida più della neve,
Tu che hai conosciuto e raccolto
ogni sofferenza e ogni sacrificio
di tutti gli Alpini caduti;
Tu che conosci e raccogli ogni anelito
e ogni speranza,
di tutti gli Alpini vivi ed in armi,
Tu benedici e sorridi ai nostri battaglioni
e ai nostri gruppi.
Così sia. 
 
 
********
 
 
GIOIA BELLA VO LONTANO
 
Gioia bella vo lontano
Dammi la mano, dimmi l'addio
Se ti nasce un figlio mio
Trento e Trieste portalo a baciar
 
In cima di quei monti c'è la neve 
Rossa di sangue, sangue italiano
C'è l'Austria che lo beve a mano a mano
Ma la vendetta non tarderà.
 
Gioia bella asciuga il pianto
Ralleva i fiori per la mia fossa
Sangue latino chiama a riscossa
Trento e Trieste chiama a libertà
 
Faremo la battuta della lepre
Lepri tedesche, lepri magiare
Vendicheremo per terra e per mare
Il Cappellini e l'Oberdan
 
Gioia bella vo lontano
Sono d'Italia soldato anch'io
Se ti nasce un figlio mio
Trento e Trieste lo devi battezzar
 
E gli dirai come morì suo padre 
Faccia al nemico, bandiera al vento
E gli dirai come morì contento
Trento e Trieste per liberar.
 
 
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E CADORNA MANDA A DIRE
 
E Cadorna manda a dire
che si trova là sui confini,
che ha bisogno degli alpini
per potersi avanzar.
Novantotto su coraggio
che le porte son bombardate
tra fucili e cannonate
il nemico cederà.
Cara mamma non tremare
se non vedi più ritornare
un Alpino militare
che di guardia sui confin
un Alpino militare 
che di guardia resterà.

 

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LA SERBIA
 
Oh crudele, ingrata Serbia
tu mi uccidesti l'amato consorte
quando ebbi l'annuncio di morte
e dal dolore provai di morir !
Tu mi lasciasti una sola bambina
che tutti i giorni il suo babbo rammenta
e lei mi chiede con voce sgomenta :
"Ma dimmi, o mamma, il mio babbo dov'è ?"
Quando passo vestita di nero
lì lì davanti al tuo caro ritratto
che di lacrime ho bagnato tanto
e di baci lo voglio coprir !
 
 
********
 

BARBE LUNGHE

Barbe lunghe, penne al vento

sguardo d’aquila lontan,

siam gli alpin del battaglione Trento

che i confini difendiam.

La picozza nella mano,

saldo il cor ferrato il pie’,

su gli sci arditi scivoliamo

e mai non trema in cor la fe’.

Quando il cammin si fa più duro

non esitiam, con ci arrestiam.

Quando il cielo si fa scuro

allora noi ripartiam.

Freddo nevaio sconfinato,

dominato dai nostri sci.

Aspro ghiacciaio

che in un giorno tante vittime ghermì.

La nostra penna sarà sarà

quella che sull’Alpe guizzerà,

e una voce echeggierà,

viva i baldi viva i veci

del glorioso sesto alpin.

 

 

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E TU AUSTRIA

E tu Austria non esser ardita

di varcare d’Italia i confini,

che sull’Alpi ci sono gli alpini

che per aria ti fanno saltar.

Lassù in montagna nel cuor delle Alpi

vieni o nemico se hai del coraggio,

che se la “buffa” ti lascia il passaggio

noi altri alpini fermarti saprem.

Dove più aspra sarà la battaglia

a corpo a corpo verremo alle mani,

farem vedere che siamo italiani

faremo onore al patrio valor.

Oh care mamme che tanto pregate,

non disperate pei vostri figlioli

che su in montagna non sono mai soli

c’è tutta Italia che al fianco ci stà.

 

 

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FUOCO A MITRAGLIA

 

Non ne parliamo di questa guerra

che sarà lunga un’eternità.

Per conquistare un palmo di terra

quanti fratelli son morti di già.

Fuoco e mitragliatrici,

si sente il cannone che spara.

Per conquistar la trincea:

“Savoia!”, si va.

Trincea di raggi, maledizioni,

quanti compagni son morti lassù!

Finirà dunque ‘sta flagellazione,

di questa guerra non se ne parli più!

O monte San Michele

bagnato di sangue italiano,

tentato più volte, ma invano,

Gorizia pigliar.

Da Monte Nero a Monte Cappuccino

fino all’altura di Doberdò

un reggimento più volte distrutto;

alfine indietro nessuno tornò.

Fuoco e mitragliatrici,

si sente il cannone che spara.

Per conquistar la tricea:

“Savoia!”, si va.

 

 

********

 

 

 

LA GUERRA E I MINISTRI

 

Questa tomba racchiude le spoglie

di mio figlio che più non vedrò;

questa tomba i sospiri raccoglie

d’una madre che tanto l’amò.

Lo allevai tra sospiri ed affanni

ma il destino lo volle così:

non aveva compiuto i vent’anni

che innocente sul campo morì.

Compiangete una povera madre

per il figlio sul fior dell’età,

il dolore del vecchio suo padre

al nemico farebbe pietà.

Maledetta la guerra e i ministri

che tutto il mondo i g’ha rovinà,

se tutti fossero d’un solo pensiero

anche la guerra dovrebbe cessar.

 

 

 

********

 

 

 

CANTA, SURDATO!

(Trascritta da Federico Orsini da testo originale rispettandone la punteggiatura e le maiuscole ''LA CANZONETTA- RIVISTA MUSICALE'', Copyright in the U.S. 1916 by Italian Book Co. )

Versi di R. Galdieri (Rambaldo)- Musica del Cav. V. Valente

(in napoletano)

 

'Nu surdato d''o quinto artigliaria

ha scritto 'a nnammurata:

<<Cara Carmela mia,

famme sapè

quala canzona nova hannu cacciata,

e mannala... pecchè

quanta napulitane stanno ccà

vonno cumbattere...

ma... vonno cantà!>>

'O surdato napulitano

nun se mette appaura d''o cannone!

si, vò murì c''a baiunetta mmano;

ma vò murì cantando 'na canzone!

 

Tutte, tutte 'e ccanzone 'e primavera,

quante n'hannu cacciate

se cantano 'a fruntiera,

gia pecchè...

tutte Carmela soia nce l'ha mannate

E ha scritto: <<penza a me!

Canta e cumbatte e nun te sgumentà!

Cantano a Napule

tu haie riturnà!>>

'O surdato napulitano

nun se mette appaura d''o cannone!

si, vò murì c''a baiunetta mmano;

ma vò murì cantando 'na canzone!

 

Pe vuie tutte, surdate 'a nuie luntane,

c'affruntate 'o cannone,

belli napulitane,

pure mò,

Napule vostra tene 'na canzone!

Comme a na mamma, no....

nun v'abbandona! E si ato nun pò fà..

Si, fino all'urdemo,

ve cò fà cantà!

'O surdato napulitano

nun se mette appaura d''o cannone!

si, vò murì c''a baiunetta mmano;

ma vò murì cantando 'na canzone!

 

 

 

 

********

 

 

 

STORNELLO POPOLARE

(Trascritto da Federico Orsini da documento originale,

rispettandone la punteggiatura e le maiuscole)

(Parole di Saverio Fino - Musica di Giocondo Fino)

 

Fior del pensiere

Trieste cerca per terra e per mare,

cerca se vede le nostre bandiere!

 

Fior del Tirolo,

I tre colori vuol reggere lo stelo,

e Cecco Beppe gli ne dà due solo!

 

Fior del trentino,

L'ho tanto amato quand'era lontano,

ora gli voglio dormir da vicino