BANDIERA NERA      o     SUL PONTE DI PERATI 

versione originale:  Sul ponte di Bassano, bandiera nera, è il lutto degli Alpini che va a la guerra.

E' il lutto degli Alpini che va a la guerra la meio zoventù va sotto terra.

Nell'ultimo vagone c'è l'amor mio col fazzoletto in mano mi dà l'addio.

Col fazzoletto in mano mi salutava e con la bocca i baci la mi mandava.

 

Questo canto, che probabilmente risale al periodo della prima Grande Guerra, si è diffuso nei battaglioni alpini verso il periodo 1936. Il canto venne poi ripreso, e rielaborato, dagli alpini della Julia, durante la campagna di Grecia, nella versione più famosa.

 

 Sul ponte di Perati.....

 

Variante:

Sui monti della Grecia

c'è la Voiussa

e l'acqua che vi scorre

s'è fatta rossa.

E' il sangue degli Alpini

che va alla fossa.

 

Sul ponte di Perati

bandiera nera,

è il lutto degli Alpini

che fan la guerra.

 

E' il lutto della Julia

che va alla guerra,

la meglio gioventù

che va sotto terra.

 

Sull'ultimo vagone

c'è l'amor mio,

col fazzoletto in mano

mi dà l'addio.

 

Col fazzoletto in mano

mi salutava

e con la bocca i baci

la mi mandava.

 

Quelli sono partiti

ma son tornati,

sui monti della Grecia

sono restati.

 

Sui monti della Grecia

c'è la Vojussa,

col sangue degli Alpini

s'è fatta rossa.

 

Alpini dell Julia

in alto i cuori,

sul ponte di Perati

c'è il Tricolore.

 

 

BELL’USELIN DEL BOSCH

 

Bell’uselin del bosch

per la campagna el vola.

-         Dove saràl volàa?

-         Dove saràl volàa?

-         A cà della soa bella.

-         Cossa gh’avrai portàa,

cossa gh’avrai portàa?

-         ’Na lettera sigillada.

-         Se ghe saràa stàa su,

se ghe saràa stàa su?

-         De maridà la bella.

-         Mi sun maridada ier

e incoe m’son pentida.

BELLA NON PIANGERE

 

Bella non piangere

se mi vedrai partir.

Vado alla guerra

per vincere o morir.

 

Se vincerò

bandiera porterò.

Se morirò

non ti scordar di me.

BELLE ROSE DU PRINTEMPS

 

Que fais.tu là-bas, ma jolie bergère?

Moi, je garde mes moutons blancs,

        belle rose – du printemps!

        Combien prend-tu pour ton salaire?

        Moi, je gagne mes cinq cents francs,

        belle rose – du printemps!

 

Veux-tu venir à mon service?

Moi, je t’en donnerei autant,

        belle rose – du printemps!

        Quitte ces bois et ton village

        et laisse là tes moutons blancs,

        belle rose – du printemps!

 

Viens avec moi, blonde bergère,

ne songe plux aux fleurs des champs

        belle rose – du printemps!

        Si tu savais combien je t’aime

        il souriraient tes yeus charmants,

        belle rose – du printemps!

 

Elle me dit en un murmure:

je reste avec mes agneaux blancs,

        belle rose – du printemps!

        Oh j’aime mieux notre chaumière

        que tous vos beaux palais luisants,

        belle rose – du printemps!

 

Bergère, adieu! Sur la montagne

mon reve est mort en un istant,

        belle rose – du printemps!

        Mais, dans mon ciel, petite étoile,

        tu brilleras encore longtemps,

        belle rose – du printemps!

BERSAGLIERE HA CENTO PENNE

La penna dell'alpino

Tra bersaglieri e alpini, per via delle penne di aquila e di gallo cedrone, la rivalità era grande, così come era grande il loro spirito di corpo.

Incerto è il periodo della nascita di questo canto; sembra durante la seconda Guerra Mondiale, col titolo "La penna dell'Alpino".

 

 

Bersagliere ha cento penne

ma l’alpin ne ha una sola:

un po’ più lunga

un po’ più mora

sol l’alpin la può portar.

 

Quando scende la notte buia

tutti dormono laggiù alla Pieve:

ma con la faccia

giù nella neve

sol l’alpin può dormir.

 

Su pei monti vien giù la neve

la tormenta dell’inverno:   

ma se venisse

anche l’inferno

sol l’alpin può star lassù.

 

Se dall’alto dirupo cade

confortate i vostri cuori:

perché se cade

fra rocce e fiori

non gli importa di morir.

BOMBARDANO CORTINA

 

Bombardano Cortina…oilà

dicon che gettan fiori…oilà

tedeschi traditori

è giunta l’ora, subito fora

subito fora dovete andar.

 

E proseguendo poi…oilà

per valle Costeana…oilà

giunti sulla Tofana

su quella vetta, la baionetta

la baionetta scintillerà.

 

Per valle Travenanzes…oilà

e Strada Dolomiti…oilà

v’inseguiremo arditi:

e voi scappate finchè arrivate

finchè arrivate dal vostro re.

BREGIANIT

 

Quant che un mont s’incorone di glorie

dic e a ogni cùr il ricuarat al ven ciàr

chel “Calvari” va passat a la storie

e ogni piere devente un altar.

 

Bregianit da la creste tremende,

dal neval cussi candit e blanc’,

t’une lote che sa di ljende

tantis voltis bagnàt’ fin cul sanc’.

 

Su di te la metrae ciantave,

al tonave ’l mortar ’e il canon

e la muart ogni vite falzave;

Monte Grappa dal Val Natison.

 

Te tormente, te nef, te criure,

’erin pos, pur lotant cun valor,

se in te nòt e cuistavin l’alture,

tal doman, su chel mont erin lòr.

 

E la muart’ e falzave, falzave,

tal fevrar, viars i sedis dal mes,

sot li cretis de mont sanganade,

i restas si cuntavin sui dés.

 

Pur se il timp ogni ombre scancele

Saran dùrs di murì chei ricuàrs,

su chel mont ogni piere favele

e te gnot’ a rivivin i muàrs.

 

La Voiusse, li sot, te valade,

cjarezant il straplomp dal buròn

’e murmuje la storie passade,

il martiri dal “Val Natison”.

CAMPANE DI MONTE NEVOSO

 

Lasciarono il bianco paesello
cento mamme e altrettanti tesor,
un fior tra la piuma e il cappello
e una dolce canzone nel cuor.

 

Ritorneremo ancor sui nostri monti
e falceremo il grano al sole,
berremo l’acqua viva delle fonti
ch’è pura come il nostro amor!

 

Campane di Monte Nevoso,
quei rintocchi nel cielo divin
sembravano un grido armonioso
“Proteggete i miei giovani alpin”!

 

Tutto fu distrutto, ma tu torni a rintoccar,
campanil di Monte Nevoso;
tra le mura lacere c’è sempre un focolar
cento cuori sempre ad aspettar!

 

Campane di Monte Nevoso,
quei rintocchi nel cielo divin
sembravano un grido armonioso
“Proteggete i miei giovani alpin”!

 

Campane dal suono giocondo
che invocate la pace e l’amor,
non quella che predica il mondo,
ma la pace che vuole ogni cuor;
la pace, la fede, la gioia, l’amor!..
.

CANSUN DI ARPIN DE VENTIMIGLIA

 

Semu Arpin de Ventimiglia,

de muntagne e di valui

semo tuta 'na famiglia

cun i sci e cui scarpuin.

Munti e culine

brichi e valui

e stele arpine

i sun pe nui.


        In sciè se sime

        matin e seia,

        cantamo in rime

        viva l'Arpin.

        Munti e culine

        brichi e valui

        e stele arpine

        i sun pe nui.

 

Candu a neve cu a turmenta

a rebumba da vixin

nui cantamu a cansun lenta,

ma cantamu cian cianin.

 

        Munti e culine

        brichi e valui

        e stele arpine

        i sun pe nui.

 

Candu u sù u fa tutu belu

nui sentimu l'alegria,

che ne porta in s'cciancurelu

cu a sò dusse cumpagnia.

 

        Munti e culine

        brichi e valui

        e stele arpine

        i sun pe nui.


Sempre alegri se cantamu
a cansun di veci Arpin,
e cuntenti se mangiamu
cose ghè in tu barachin.

 

        Munti e culine

        brichi e valui

        e stele arpine

        i sun pe nui.

CANTA LO SCIATORE

 

Quando la neve

scende giù lieve,

non esitar si deve:

prendi il tuo “sacco” e lesto va

dove più fioccherà…

Se il suo rigore

mette timore

a chi ha l’affanno in cuore,

quando nel cuor c’è gioventù

non si resiste più…

 

        Si va

        sulla montagna

        dove la neve il volto ci abbronzerà…

        L’ardor

        che ci accompagna,

        come una fiamma, il cuor ci riscalderà.

        Salir,

        sempre salir…

        mentre ogni valle canta così:

        “Sci…”

        “sci…”

        “Sciator…”

        ripete il vento

        “solo - ardimento – il tuo motto sarà

        sarà!”

 

Signorinella,

pallida e snella,

getta la tua gonnella,

la tua pelliccia di vison,

mettiti i pantalon…

Vecchio “scarpone”

d’ogni passione

vinci la tentazione,

non abbracciar più la Ninì,

solo i fedeli sci!…

 

        Si va

        sulla montagna

        dove la neve il volto ci abbronzerà…

        L’ardor

        che ci accompagna,

        come una fiamma, il cuor ci riscalderà.

        Salir,

        sempre salir…

        mentre ogni valle canta così:

        “Sci…”

        “sci…”

        “Sciator…”

        ripete il vento

        “solo - ardimento – il tuo motto sarà

        sarà!”

 

Finale:

 

        “Sciator…”

        ripete il vento

        “solo - ardimento – il tuo motto sarà…

        sarà!”

CANTA VALSESIANA

 

Quando ti reca, o bella Valsesiana,

canti di vita il Sol di Primavera,

nasce dai clivi una canzone arcana,

fatta d’amore, fatta di preghiera.

Si ferma ad ascoltar ogni garzone

sorpreso, la Tua trepida canzone.

 

        Son di Valsesia montanina,

        sono del Rosa il più bel fiore.

        Sboccia per me la stella alpina,

        splendon per me le Alpestri Aurore.

        Terra di Fede e d’ogni incanto,

        terra di sogni e di malia,

        ascolta Tu, Valsesia, il canto,

        ascolta la canzone mia.

 

Cade sui clivi la Sorella bianca,

tutta la Valle tace nella sera,

solo una voce, dalla baita stanca,

ancora trilla e pare una preghiera.

Fuori, allegra, la neve l’accompagna,

Sorella, canta: ascolta la montagna.

 

        Son di Valsesia montanina,

        sono del Rosa il più bel fiore.

        Sboccia per me la stella alpina,

        splendon per me le Alpestri Aurore.

        Terra di Fede e d’ogni incanto,

        terra di sogni e di malia,

        ascolta Tu, Valsesia, il canto,

        ascolta la canzone mia.

 

Sopra la Valle torna Primavera,

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CANZONE VALSASSINESE

Tema del canto è il suo ambiente, una delle più belle valli alpine, che fa da scenario alla vita operosa dei montanari ed alla storia senza fine che narra la Pioverna (il torrente che solca la Valsassina) e che si perde tra gli abeti e i casolari come i rintocchi della campana.

 

E' mattino s'accende la valle

e la luce dipinge pian piano

erbe, fiori, torrenti, montagne;

risvegliando gli spenti color.

Campanaro che suoni al mattino

quando il sogno s'è spento nei cuor,

spandi il vento quel suono argentino

e rallegra chi torna al valor.

 

RITORNELLO:

La Pioverna canta, canta

una flebile canzon;

una storia che si perde

tra gli abeti e il casolar.

E' una storia sempre nuova

che la valle mai si stanca

d'ascoltar e riascoltar.

 

La Pioverna si veste d'argento,

l'usignolo festoso accompagna

il lavoro che ferve nel piano

mentre il gregge si pasce nel sol.

Campanar mezzogiorno è vicino,

chiama al desco chi ancora è al lavor;

la polenta si cuoce al camino:

or riposi e s'asciughi il sudor.

 

RITORNELLO

 

Ora il giorno s'è perso tra i monti,

si scolora la valle pian piano;

l'usignol manda l'ultimo trillo

e si posa al morire del dì.

Campanar suona l'Ave Maria,

che ci parla di pace e d'amor;

mentre ormai l'aria trema di stelle

va una musica dolce nei cuor.

 

RITORNELLO

 

CANTI E VIN

 

A vitta d'o sordatto

a vitta de l'Alpin

a sàiva dolorosa

se rio ghe foisse o vin,

però tutto l'è ninte

però tutto l'è bòri

bevendone 'n bon gotto

cantando 'na cansòn.

 

        Quel massolin di fiori...

 

Scalà picchi e montagne

attraversà giassè

vive comme i camosci

o l'è 'n brutto mestè;

però anche se ciove

se pensa a o tempo bon

bevendone dui gòtti

cantando 'na cansòn.

 

        La Teresina, in cameretta...

 

O rancio o no l'ariva

no gh'è ciù scatolette

invece d'a pagnotta

se roziggia gallette;

però, daeghe de l'àia

n'an daeto d'o vin bòn

se mai pe impise a pansa

cantièmo 'na cansòn.

 

        Se le tocco la frigola

        la frigola, in t'un cantòn...

 

Se deve andà in pattuglia

co'e bombe e co moschetto

ligàe drento a 'n cappotto

sciaccae sotta 'n elmetto,

però drento a borraccia

lambroccia o cancaròn:

forsa, figgieu, a o ritorno

cantièmo 'na cansòn.

 

        Quel buzaròn d'un Toni

        volia pié muié...

 

E canta che ti passa

a l'è 'na gran veitae

però quande se canta

de solito vèn sae;

e aloa l'è molto megio

se a e nòtte d'a cansòn

gh'è pe accompagnamento

un fiasco de vin bon.

 

        Oh ce biel, oh ce biel

        Cis-ciel a Udin...

 

Sémmo tornae borgheixi

a "naja" a l'è finia,

ma semmo sempre Alpini,

bando a malinconia,

e sempre e dappertutto

troviemo l'occaxiòn

de dà fondo a 'na cansòn.

 

        Sul cappello, sul cappello

        che noi portiamo...

CANTO DE NOT ’N MONTAGNA

 

La sera là sui prai de la montagna

che se gà ’l bosco nero sotto i piè

e gh’è ’n mucio de stele ’n tel seren

 

        Che bel cantar

 

Sluse ’l foc… for de l’us a ogni baita

’ntorno ’ntorno gh’è ’n bon odor de fen

e canta i grill, e lontan anca ’l cucu

 

        Cantente su…

CANZONE DELLA 49a DI DIO

 

Non è la bella,

nè la modesta,

nè la Calusia, la disperata,

l'é soltanto la più invidiata

perché è il perno del Battaglion.

 

        Tessitore il Colonnello

        la chiamava l'orgoglio mio;

        giù il cappello che l'è di Dio

        quarantanove e nulla più.

 

Cinque al fregio, rossa nappina,

penna d'aquila non di gallina,

quarantanove sulla spallina,

siamo il perno del Battaglion.

CANZONE DEL GRUPPO SUSA

 

Su fate largo all’artiglieria

lasciate il passo al Gruppo “Susa

noi siam quelli che in montagna

andiamo su con il cannone.

 

Portiam la piuma sopra il cappello

essa ci serve da bandiera

avanti avanti o penna nera

andiamo in alto con il cannon.

 

        E va sui monti va

        va l’artiglier

        con il cannon va

        va sempre più su

        va con la fede dentro il cuor

        lassù verso i nevai

        fra l’aspre rupe ed i ghiacciai

        lassù non tremerà

        il Gruppo Susa ed i suoi soldà.

 

Ci apre il passo il Comandante

egli ci guida per l’aspra via

mentre tutte le batterie marcian

cantando una canzon.

 

Alla canzone delle batterie

risponde l’eco delle montagne

esso si spande giù nella valle

come un rimbombo di un cannon.

CANZONE DELLA COMPAGNIA GENIO PIONIERI TAURINENSE

 

Barbe lunghe, penne al vento,

sguardo dell'aquila reale.

Siamo i Genieri della Taurinense

e i confin noi difendiam,

noi difendiam!

La picozza nella mano,

lo scarpon ferrato ai piè,

la sulle cime alte ci portiamo

e nel cuore abbiam la fè,

abbiam la fè!

Quando il cammin si fa più duro

mai ci fermiam, no!, mai ci arrestiam, no!

E quando il ciel si fa più scuro,

allora noi cantiam:

là sui nevai,

sconfinati e dominati dagli sci,

là sui ghiacciai

dove un giorno tante vittime ghermì,

la nostra penna sarà,

sarà quella che più in alto brillerà

e una gran voce che dirà:

VIVA I VECI

VIVA I BOCIA

DEL GLORIOSO GENIO ALPIN

Oh Genio Alpino,

sei la mia Compagnia,

fior d'ogni fiore

ovunque passi tutto porti via.

Questo è il Geniere

che sul cappello porta rose e fior

e rose e fior,

e quando a casa ritornerà

la bella al petto stringerà!

Scoppia la mina,

fischia la mitraglia,

è il Genio Alpin che passa

lasciatelo passar...

E se una firma ordina l'attenti

per i congedanti nessuna novità!

Siam congedanti

un passo avanti

se un'altra firma volete far!

Non c'è nè firma nè firmamento

questo è il momento

a casa si và.

A casa si va, si trova l'amante

sotto le piante

a fare l'amor.

A far l'amore in mezzo al trifoglio

il ben che ti voglio

nessun lo sà.

Nessun lo sà,

nessun lo può dire,

meglio morire

che restar qua.

Che restar qua alla Genio Pionieri

tutti i mestieri

ti tocca far;

campi minati

reticolati,

ponti scassati

da riparar.

Danno in consegna

miccia e tritolo,

prendi lo scolo

senza chiavar.

Danno in consegna  CM e CL

e campagnole da lucidar

Da lucidare, rilucidare, l'ho fatto io,

fallo anche tu,

l'ho fatto io quindici mesi

or siam borghesi

a casa si va...

CANZONE DEL PISTRO

 

Caro pistrino dimmelo tu cosa facevi tre mesi fa

andavi a spasso con la morosa e non pensavi a fare il soldà.

 

Fare il soldato in artiglieria o mamma mia male si stà

male si stà per tanti motivi muli cattivi da governar

muli cattivi zaini pesanti e sempre avanti bisogna andar

sempre più avanti sempre in colonna per la madonna la finirà.

 

La finirà sta naja schifosa dalla morosa voglio tornar

dalla morosa e dall’amante sotto le piante a fare l’amor

sotto le piante sopra il trifoglio come ti voglio nessun lo sa.

 

Nessun lo sa nessuno lo può dire meglio morire che stare qua.

Ieri a Foligno, oggi a Bracciano la stessa storia da continuar,

la stessa storia triste e noiosa dalla morosa voglio tornar.

 

Quindici mesi di pastasciutta mamma che brutta fare il soldà.

Quindici mesi di pasta in brodo povero chiodo non s’alza più.

 

Quindici mesi li ho fatti anch’io… e porco zio falli anche tu

stretta è la foglia, larga è la via

il pistro scoppia ed il nonno va via!

 

Per la montagna… ghereghereghè!!!

CANZONE DEL 7° ALPINI

nella campagna di Grecia

Grecia, Grecia!

Volerem come aquile affamate

a conquistar le terre a noi negate,

e con le penne nere al vento

le baionette a cento a cento.

Grecia, Grecia,

noi ti vogliam piegar.

 

        Fra acqua, tormente e neve

        peni di ardor, pieni di fede,

        accompagnati dall'artiglieria

        si proseguirà per la segnata via.

        Ma la Grecia spinta dal timor

        si inchina a domandar perdon.


Italia, Italia!

Abbi di noi pietà.
Ti diamo quanto hai domandato

ma cessa questo fuoco accelerato.

E senza alcun ritardo alfin

Italia, Italia,

ritira i tuoi Alpin.


        Cantano mitraglie

        come quella sera

        ch'era d'autunno

        una notte nera

        mentre il cannone

        spara oltr'i confini.

        E là sul Tomori

        i baldi Alpini

        lottar devono

        nella tormenta

        contro il nemico

        per cacciarlo fuor.


Grecia, Grecia,

l'ora è sona' per te.
Con armi e munizioni
e carri armati,
noi vecchi baldi Alpini richiamati,

senza del nemico alcun timore

vogliamo piantare il Tricolore,

avanti sempre più avanti

nel cuor tuo a sventolar.

CANZONE DI TRINCEA

 

M’affaccio alla trincea sul far del giorno

e il sol mi bacia su la fronte stanca.

Ho un fosso e un muricciolo per soggiorno

e qualche sorso d’acqua mi rinfranca.

Ma un ritornello nel mio cor non manca;

come in caserma lo ricanto qui:

 

        E la borraccia

        che noi portiamo

        è disciplina

        di noi soldati.

        E tu biondina

        capricciosa garibaldina

        tru la la,

        tu sei la stella

        del primo amor.

 

Ho piena di cartucce la giberna

ed ho la mano pronta e l’occhio audace,

e della guerra la vicenda alterna

fa lieto il cor, come se fossi in pace.

E un ritornello nel mio cor non tace;

come in caserma, lo ricanto qui:

 

        E la giberna

        che noi portiamo

        è disciplina

        di noi soldati.

        E tu biondina…ecc.

 

M’affaccio alla trincea quando le stelle

cominciano nel cielo a tremolare,

anch’io ne ho due, ma sono assai più belle:

sul bavero le vedo luccicare.

E un ritornello me le fa più care;

come in caserma, lo ricanto qui:

 

E le stellette

che noi portiamo

son disciplina

di noi soldati.

E tu biondina…ecc.

CANZONE MARCIA 115a COMPAGNIA (alpini mortaisti)

 

Oilalà! Oilalà!

Siamo i baldi dei Mortai!

Come mai, come mai,

se si affaccian le ragazze

vanno pazze per i baldi dei mortai?

 

        Mandaci un bel sorriso

        bionda dal balcon;

        sul tuo bel viso

        noi lanciamo una canzone,

        e poi udrai dai monti e dal nevaio

        il rombo del mortaio

        e un canto pien d’amor

        ti farà battere più forte il cuor.

        Oilalà! Oilalà! Oilalà!

 

Dateci il vostro amor fanciulle belle:

noi del confine siam le sentinelle.

Dall’aspre impervie rocce lassù

vegliamo sulla vostra gioventù.

Noi siamo la “TORMENTA”

che sul nemico grandina slavine di terror;

ma su di voi bambine;

noi lanceremo un turbine di fior!

Oilalà! Oiualà! Oolalà!

CAR OL ME TONE

 

Car ol me

sta so alégher

to sé on bel négher

in verità…

 

        Se me so négher

        cosa t’importa,

        comande me,

        so la me porta

        so me cancello

        l’amor più bello

        mi capitò…

 

Domenderemo

al sior Curato

se l’è peccato

fare l’amor…

 

        Stò carnevale

        stò san Martino

        se l’è il destino

        ci sposerem,

        ci sposeremo

        stò san Martino

        e un bell’alpino

        ne nascerà…

CARA MAMMA, SON QUASSÙ

 

Giù dal monte porta il vento

un sommesso bisbigliar:

è il sospiro d’un prode Alpino:

la sua mamma più non potrà baciar…

“Cara mamma, son quassù:

tanta terra sta su me:

il mio sangue la bagnò

e dei fiori vi son nati su.

Per te, Italia, dolce fu il morir:

se ancor chiamassi, balzerei da te!

Cara mamma non soffrir…

prendi il bacio, che mando a te!”

La tempesta s’è placata:

sulle cime splende il sol;

ma nell’aria sospira ancora

l’accorato messaggio dell’Alpin:

“O mia bella, tornerà

primavera; e sboccerà

dal mio cuore il più bel fior:

prendi, è il pegno del mio amor per te!

Il mio sogno di sposarti un dì

svanì lontano… son rimasto qui!

O mia bella, pensa a me!

il mio cuor sempre sarà con te!”

“Cara patria, il dì  verrà,

che il sole splenderà

tutto il cielo e solo allor

sarà pace, pace in tutti i cuor!”

CE BIELIS MANINIS

 

Ce bielis maninis,

maninis d’amor,

te’s a fatis la mame tò…!

Va jù… va plan… sta fèr cu la man…

Oi bambinute d’amor!

CHIESETTA ALPINA

 

C’è una chiesetta alpina dove già rintocca una campana,

nel vederla così in alto pare in cielo, e più lontana…

Col suono par che dica a un cuor,

nel dolce vespro mattutin,

alla chiesetta tutta in fior,

ritornerai mio bell’alpin…

 

S’ode un suono ma non è più la campana della chiesetta,

è il silenzio della sera che pian pian suona la trombetta…

Più piano come un sospir,

fra breve non si sente più,

ma al bruno alpino par d’udir,

la campanella sua di laggiù…

 

Rosellina che col gregge vai sui monti di buon mattino,

e con ansia e fede aspetti che ritorni il tuo bell’alpino…

Se pur lontano il bruno alpin

a te soltanto penserà,

e un dì vedrai che a te vicin

felice ancora ritornerà…

 

Ed un giorno assai più forte suona a festa la campanella,

è tornato il bruno alpino e Rosellina si fa più bella.

È bianca e pura come un fior,

che al sol di maggio sboccerà,

e la campana con amor

per quelle nozze suonerà…

CIAO, CIAO, MORETTINA

 

Ciao, ciao morettina bella, ciao

ma prima di partire,

ma prima di partire,

un bacio ti voglio dar.

Un bacio alla mia mamma

e l'altro al mio papà

e cento alla morosa

poi vado a fa' 'l soldà.

CIAPA CINQUE, SBARBA DIECI

 

Ciapa cinque, ciapa cinque, sbarba dieci,

la va minga mal, gnanca tanto ben, 

ciapa cinque, sbarba dieci,

la va minga mal, gnanca tanto ben!

COME PORTI I CAPELLI BELLA BIONDA

 

Come porti i capelli bella bionda,

tu li porti alla bella marinara,

tu li porti come l’onda

come l’onda in mezzo al mar.

        In mezzo al mar

        ci sta un camin che fumano,

        in mezzo al mar

        ci sta un camin che fumano,

        in mezzo al mar

        ci sta un camin che fumano

        saranno la miai bella

        che si sconsumano…

 

Come porti i capelli bella bionda,

ecc. ecc.

 

E i miei non vol

e i suoi non è contenti

e i miei non vol

e i suoi non è contenti

e i miei non vol

e i suoi non è contenti

ci sposeremo

imparimenti!

 

Come porti i capelli bella bionda,

ecc. ecc.

CÒSSA GAVÈ VOI PARE

 

Còssa gavé voi pare

che tanto sospiré,

sospiro cara fiòla

che in guera devo andar.

 

No sospiré per questo

che ’n guera vago mi,

no sospiré per quelo

che voi podé star chi.

 

Compréme ’n bel cavalo

che possa scavalcar

e na spadina al fianco

che possa sgueregiar.

 

’L papà l’è a la finestra,

la mama al balcon

per veder la so fiòla

lì ’n mezo al bataglion.

 

La lassa zo la veste,

la tira sui bragon,

la slancia sul cavalo

vestita a la dragon.

 

I soldadi che va ’n guera

no i prende mai dei fior,

soltanto qualche volta

quando i va far l’amor.

 

I  soldadi che va ’n guera

no i se lava mai le man,

soltanto qualche volta

col sangue da cristian.

 

’L pregheria sior capitano

che él mai quel soldà là

la voze l’éi da dona

vestida da soldà.

CUORE ALPINO

E' uno slancio di esaltazione alla montagna nel suo immenso scenario. 

Solo chi possiede un "cuore alpino" può capirne, fino in fondo, il vero significato.

 

Cuore alpin, la montagna è un'altar!

Monti e valli che il sole indora,

s'innamora di voi l'alpin;

verdi colli, casere e fonti,

bei tramonti che amor divin.

 

RITORNELLO:

Cuore alpino, la montagna è un altare,

tutto pare santo e bello quassù;

più vicino al trionfo stellato,

nel creato il più forte sei tu.

 

Quant'è bella la montanara,

la più cara a un cuor alpin;

è la stella che l'accompagna,

la montagna è il suo destin.

 

RITORNELLO