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IL SITO SULLA FONOGRAFIA NAZIONALE ITALIANA


Canti e canzoni di partigiani e anti-fascisti, composte anche dopo il 25 aprile 1945)


CANZONI PARTIGIANE:

IL PARROCO DI CINAGLIO
SONO POVERO MA DISERTORE
CON LA GUERRIGLIA
BELLA CIAO
DOPO TRE GIORNI DI STRADA ASFALTATA
DALLE BELLE CITTA'
DAI MONTI DI SARZANA
'E FESTA D'APRILE
FISCHIA IL VENTO
BERSAGLIERE HA CENTO PENNE (versione partigiana)
IL TRADITORE TANTURI
LA BRIGATA GARIBALDI
LA BADOGLIEIDE
NOI SIAMO LA CLASSE OPERAIA
QUEI BRIGANTI NERI
PIETà L'è MORTA
I PARTIGIANI DI CASTELLINO
SU COMUNISTI DELLA CAPITALE
CANTA DI MATTEOTTI
MI AVETE INCATENATO
OLTRE IL PONTE
SE NON è OGGI
BOVES
DELINQUENZA DELINQUENZA (parodia sull'aria di ''Giovinezza'')
I FASCISTI VIAREGGINI
UN GIORNO MUSSOLINI ANDò AL BALCONE
NOI DELLA VAL CAMINICA (versione partigiana)
DUCE, DUCE, IL VESTITO MI SI SCUCE
ADDIO BOLOGNA BELLA
ADDIO MAMMINA ADDIO
ADDIO VALLE ROJA
L'ALLEGRIA DI SCALETTA
ARDERE! ARDERE! ARDERE!
L'ARMATA DEL POPOLO (Inno dei Volontari della Libertà)
L'ASSASSIONIO DI GIACOMO MATTEOTTI
ATTRAVERSO VALLI E MONTI
AVEVO UNA CASETTA
COSA IMPORTA SE CI CHIAMAN BANDITI?
BANDITI DELL'ACQUI
BATTAGLIONI DEL DUCE
BEL PARTIGIAN
BENITO! BENITO!
BOJORNO
BRIGATA PARTIGIANA
CADONO A MILLE A MILLE I COMBATTENTI
CAMERATEN, QUESTA GUERRA
CAMICIA ROSSA (versione partigiana)
CANTANO I MITRA
CANTO CON LO STEN
CANZONE DEL PARTIGIANO
CARA MAMMA SONO PARTIGIANO
CHI VA Là!
CIME NEVOSE
COL PARABELLO IN SPALLA
COMPAGNO PARTIGIANO
CON IL FREDDO E CON LA FAME
DONGO
E GIUSTIZIA FARà
è L'ALBA CUPA DEL DIECI APRILE
ERA UNA NOTTE NERA
GUARDIA REGIA, GUARDIA REGIA
INNO DEI PARTIGIANI
INNO DEI PARTIGIANI (2)
INNO DEI 'PATRIOTI DELLA MONTAGNA'
INNO DEI PERSEGUITATI ANTIFASCISTI
INNO DELLE DONNE
INNO DELLE FIAMME VERDI
INSORGETE!
L'INVERNO DI CARNIA
IO SON NATA 'NA CAMPAGNOLA
ITALIA BELLA
ITALIA COMBATTE
ITALIA LIBERA
LASSù A NOVEIS
LASSù SULLE COLLINE DI BOLOGNA
LASSù SULLE COLLINE DEL PIEMONTE
LASSù SUL MONTE GRAPPA
LASSù SU QUEL SENTIERO
Là SU QUEI MONTI
LERO
MALGA LUNGA
MARCIA DELLA VI BRIGATA D'ASSALTO 'GARIBALDI' - GARIBALDI, BRIGATA D'ASSALTO
IL MASSACRO DEI TRECENTOVENTI
NOI SIAMO GLI INTERNATI
NOI TRADITI
NON C'è TENENTE
NON TI RICORDI, FANCIULLA MIA CARA
NON TI RICORDI IL 31 DICEMBRE
NON TI RICORDI MAMMA
NON TI RICORDI QUEL 25 MAGGIO
O CORAGGIOSI FRATELLI
ODI IL ROMBO DEL CANNONE
O FUCILE, VECCHIO MIO COMPAGNO
OHI PARTIGIAN, NON PIANGER PIù
O PARTIGIANO
PARTIGIAN BEL RAGAZZO INNAMORATO
PARTIGIANI DI ROMAGNA SIAM
PARTIGIANI SIAM DEL 'LORI'
IL PARTIGIANO DI POZZAGLIO
PASSA LA RONDA
PATRIA NOSTRA CHE FOSTI TRADITA
I PATRIOTI DELLA MAIELLA
PERCHè PORTI QUEL FAZZOLETTINO?
PER VOI BAMBINE BELLE DELLA VIA
LA POLENTA GIALLA
LA PREGHIERA DEL PARTIGIANO
PRIMAVERA GIOVANILE
QUANDO IL GRANO MATURò
QUANDO SAREMO A VARZI
QUANDO VEDRAI
QUANTI RICORDI QUEL VENTICINQUE MAGGIO
RAMINGHI PER LE TERRE
LA RONDA
SE NON CI AMMAZZA I CRUCCHI
SENTI LE RANE CHE CANTANO
SIAMO DI GUARDIA SUL MONTOSO
SIAM SOLDATI DEI GRUPPI STELINA
SON PROLETARI I PARTIGIANI
STOPPA E VANNA
SUI MONTI DI VAL TREBBIA


IL PARROCO DI CINAGLIO


E il parroco di Cinaglio - sul paiùn
l'ha predicato in chiesa - sul paiùn
attente ragazzine - sul paiùn
che il partigian vi frega
sul paiùn dela caserma
requiem aeternam e così sia
va' a ramengo ti, to pari, to mari e to zia
e la Muti in compagnia
sul paiùn sul paiùn sul paiùn.

E una della più belle - sul paiùn
gli ha dato una risposta - sul paiùn
se il partigian ci frega - sul paiùn
l'è tuta roba nostra
sul paiùn dela caserma...



E una della più brutte - sul paiùn
ha scritto sopra i muri - sul paiùn
se il partigian ci frega
saranno cazzi duri
sul paiùn dela caserma...

 

 

* * * * * * * * 

 

 

SONO POVERO MA DISERTORE

(sull'aria di <<Ero povero ma disertore>>)


Sono povero ma disertore
e disertavo per la foresta
quando un pensiero mi viene,
mi viene in testa di non fare mai più il soldà,
quando un pensiero mi viene,
mi viene in testa di non fare mai più il soldà.

Monti e valli ho scavalcato
e dai fascisti ero inseguito
quando una sera m'ado-, m'adormentai
e mi svegliai incatenà.



Incatenato le mani e i piedi
e dal questore fui trasportato
ed il pretore m'ha do-, m'ha domandato
perché mai so"ncatenà.

Io gli risposi delicatamente
che il disertore aveo fatto
e disertavo per la-, per la foresta
disperato de fa '1 soldà.'

Padre mio che sei già morto,
madre mia che vivi ancora,
se vuoi vedere tuo figlio torturato
e 'mprigionato senza ragion.

O soldati che marciate,
che marciate al suon della tromba
quando sarete su la-, su la mia tomba
griderete: "Pietà di me".

 

 

* * * * * * * * 

 

 

CON LA GUERRIGLIA

(anno 1944)


E noi farem del mondo un baluardo
Sapremo rider e disprezzar la vita
Per noi risorgerà  la nuova Italia
Con la guerriglia
Per noi risorgerà  la nuova Italia
Con la guerriglia

Per tutte le vittime nostre invendicate
Per liberar l'oppressa nostra gente
Ritorna sempre invitto nella lotta
Il patriota
Ritorna sempre invitto nella lotta
Il patriota

Il nostro grido è libertà  o morte
Sull'aspro monte ci siam fatti lupi
Al piano scenderem per la battaglia
Per la vittoria
Al piano scenderem per la battaglia
Per la vittoria

Famelici di pace e di giustizia
Annienterem il fascismo ed i tiranni
Rossi di sangue e carichi di gloria
Nel fior degli anni
Rossi di sangue e carichi di gloria
Nel fior degli anni

Ai nostri morti scaverem la fossa
Sulle rupestri cime sarà  posta
Per noi risorgerà  la nuova Italia
Con la guerriglia
Per noi risorgerà  la nuova Italia
Con la guerriglia

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

 

BELLA CIAO
 

Stamattina mi sono alzato
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
stamattina mi sono alzato
e ci ho trovato l'invasor.

O partigiano, portami via
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
o partigiano, portami via
che mi sento di morir.

E se muoio da partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
e se muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.

Seppellire lassù in montagna
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
seppellire lassù in montagna
sotto l"ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
e le genti che passeranno
e diranno: o che bel fior!.

E" questo il fiore del partigiano
o bella ciao bella ciao bella ciao ciao ciao
è questo il fiore del partigiano
morto per la libertà

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

DOPO TRE GIORNI DI STRADA ASFALTATA
 

Dopo tre giorni di strada asfaltata
dopo tre giorni di lungo cammino,
l'ardita banda di Mario Borghese
raggiunse il fronte per fare il suo dover.

Nei bei paesi della Romagna
or mi mamma con ansia mi aspetta,
ma i nostri morti che gridan vendetta
nostro dovere è andarli a vendicar.

Abbiam la fiamma che brucia nel petto
e per le pene il sangue ribelle,
e dei fascisti vogliamo la pelle
perchè già troppo c'han fatto soffrir!


Farem la pelle a quel boia di Hitler
e a quel vigliacco di Mussolini
perchè per colpa di quegli assassini
già troppa gente ha dovuto morir.

Voi tedeschi che siete i più forti
venite avanti se avete il coraggio:
se per l'inglese è vietato il passaggio
noi partigiani fermarvi saprem!
Se per l'inglese è vietato il passaggio
noi partigiani fermarvi saprem!

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

DALLE BELLE CITTA'

(Inno della III Brigata garibaldina ''Liguria'')

(composto forse da Carlo Pastorino oppure da Emilio Casalini. Anno 1943)

 

Dalle belle città date al nemico
fuggimmo un dì su per l'aride montagne,
cercando libertà tra rupe e rupe,
contro la schiavitù del suol tradito.



Lasciammo case, scuole ed officine,
mutammo in caserme le vecchie cascine,
armammo le mani di bombe e mitraglia,
temprammo i muscoli ed i cuori in battaglia.



 Siamo i ribelli della montagna,
 viviam di stenti e di patimenti,
 ma quella fede che ci accompagna
 sarà la legge dell'avvenir
 ma quella fede che ci accompagna
 sarà la legge dell'avvenir.

Di giustizia è la nostra disciplina,
libertà è l'idea che ci avvicina,
rosso sangue è il color della bandiera
partigian della folta e ardente schiera.

Sulle strade dal nemico assediate
lasciammo talvolta le carni straziate.
sentimmo l'ardor per la grande riscossa,
sentimmo l'amor per la patria nostra.

 Siamo i ribelli della montagna,
 viviam di stenti e di patimenti,
 ma quella fede che ci accompagna
 sarà la legge dell'avvenir
 ma quella fede che ci accompagna
 sarà la legge dell'avvenir.

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

DAI MONTI DI SARZANA

 

Momenti di dolore,
giornate di passione,
ti scrivo cara mamma,
domani c'è l'azione
e la brigata nera,
noi la farem morire.

Dai monti di Sarzana
un dì discenderemo
all'erta partigiani
del battaglion Lucetti.

Il battaglion Lucetti
son libertari e nulla più
coraggio e sempre avanti
la morte e nulla più.
Coraggio e sempre avanti
la morte e nulla più.

Bombardano i cannoni
dai monti sarzanesi
all'erta partigiani
del battaglion Lucetti
più forte sarà  il grido
che salirà  lassù
fedeli a Pietro Gori
noi scenderemo giù.
Fedeli a Pietro Gori
noi scenderemo giù.

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

'E FESTA D'APRILE

(composta da Franco Antonicelli)

 

E' già  da qualche tempo che i nostri fascisti
si fan vedere poco e sempre più tristi,
hanno capito forse, se non son proprio tonti,
che sta arrivare la resa dei conti.



 Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia
 per conquistare la pace, per liberare l'Italia;
 scendiamo giù dai monti a colpi di fucile;
 evviva i partigiani! à festa d'Aprile.



Nera camicia nera, che noi abbiam lavata,
non sei di marca buona, ti sei ritirata;
si sa, la moda cambia quasi ogni mese,
ora per il fascista s'addice il borghese.



 Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia
 per conquistare la pace, per liberare l'Italia;
 scendiamo giù dai monti a colpi di fucile;
 evviva i partigiani! à festa d'Aprile.



Quando un repubblichino omaggia un germano
alza il braccio destro al saluto romano.
ma se per caso incontra partigiani
per salutare alza entrambe le mani.


   Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia
 per conquistare la pace, per liberare l'Italia;
 scendiamo giù dai monti a colpi di fucile;
 evviva i partigiani! à festa d'Aprile.

In queste settimane, miei cari tedeschi,
maturano le nespole persino sui peschi;
l'amato Duce e il Fuhrer ci davano per morti
ma noi partigiani siam sempre risorti.

 Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia
 per conquistare la pace, per liberare l'Italia;
 scendiamo giù dai monti a colpi di fucile;
 evviva i partigiani! à festa d'Aprile.

Ma è già da qualche tempo che i nostri fascisti
si fan vedere spesso, e non certo tristi;
forse non han capito, e sono proprio tonti,
che sta per arrivare la resa dei conti.
 

Forza che è giunta l'ora, infuria la battaglia
 per conquistare la pace, per liberare l'Italia;
 scendiamo giù dai monti a colpi di fucile;
 evviva i partigiani! à festa d'Aprile.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

FISCHIA IL VENTO

(testo di Felice Cascione -sull'aria della canzone russa ''Katiuscia''.  Anno 1944)

 

Fischia il vento e infuria la bufera,
scarpe rotte e pur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell'avvenir.
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il sol dell'avvenir.

Ogni contrada è patria del ribelle,
ogni donna a lui dona un sospir,
nella notte lo guidano le stelle,
forte il cuor e il braccio nel colpir.

nella notte lo guidano le stelle,
forte il cuor e il braccio nel colpir.

Se ci coglie la crudele morte,
dura vendetta verrà  dal partigian;
ormai sicura è già  la dura sorte
del fascista vile e traditor.
ormai sicura è già  la dura sorte
del fascista vile e traditor.

Cessa il vento, calma è la bufera,
torna a casa il fiero partigian,
sventolando la rossa sua bandiera;
vittoriosi, al fin liberi siam!

sventolando la rossa sua bandiera;
vittoriosi, al fin liberi siam!

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

BERSAGLIERE HA CENTO PENNE (versione partigiana)


Il bersagliere ha cento penne

e l'alpino ne ha una sola,
il partigiano ne ha nessuna
e sta sui monti a guerreggiar.
il partigiano ne ha nessuna  
e sta sui monti a guerreggiar.

Là sui monti vien giù la neve,
la bufera dell'inverno,
ma se venisse anche l'inferno
il partigiano riman lassù.

Quando viene la notte scura
tutti dormono alla pieve,
ma camminando sopra la neve
il partigiano scende in azion.

Quando poi ferito cade
non piangetelo dentro al cuore,
perchè se libero un uomo muore
che cosa importa di morir.

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

IL TRADITORE TANTURI

(composta da Daniele Bartolini)


Non ti ricordi ancor del dieci marzo
quello che facesti a Poggio tu?
Volevi a noi tutti fucilare
mentre questo non accadde più.
Vile Tanturi,
la condanna si avvicina
e la tua carneficina
la dovrai presto scontar.

Or chiuso te ne stai nella prigione,
un rimorso ti sta a lacerà,
certo ti pentirai di quello che hai fatto,
ma il pentimento più non gioverà.
O scellerato
traditor degli italiani,
hai difeso i pescicani
pe aumentar la schiavitù.

Mentre passeggiavi per le strade
il mattin del dieci marzo, tu
un intimo compagno ci ammazzasti;
o vigliacco, che facesti tu!
Tre nostri cari
in quel giorno so' scomparsi,
anche lor dalle lor tombe
griderà vendetta a te.

Eran le dieci e venti del mattino,
di partigiani si stava a parlà,
tu coraggiosamente sei partito
a chiedere rinforzo alla città.
Al tuo partire
al comando fu il questore,
quel vigliacco e senza cuore
in quel giorno ebbe a morir.

In piazza principale del paese
i rastrellati conducesti tu,
tra questi altrettanti ne chiamasti
ed al supplizio li portasti tu.
Quanta importanza!
Con quel tuo modo di agire
ci sembravi il padrone
dell'intera umanità.

Per fortuna qualcuno del paese
andiede ad avvertire i partigiani
che in brutto stato si trova il paese
e presto lo venissero a salvar.
I partigiani,
come lupi so' arrivati,
tanto rapidi e assetati
di quel sangue traditor.

Un'ora di terribile bufera
rese la vittoria ai partigiani:
diciotto so' i fascisti che ammazati,
tra questi anche il questore a comandà.
Dei fascisti
superavano i duecento,
sol diciotto partigiani
glielo misero spavento.

C'erano tra famosi comandanti
tra i fascisti e i questurini
che fecero succede 'l gran macello,
al tribunale dovrà comparì.
Mi scuserete,
io non son compositore,
figlio di un lavoratore,
meglio non vi posso dir.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

LA BRIGATA GARIBALDI


Fate largo che passa
La Brigata Garibaldi
La più bella la più forte
La più forte che ci sia

Fate largo quando passa
Il nemico fugge allor
Siam fieri siam forti
Per cacciare l'invasor

 Abbiam la giovinezza in cor
 Simbolo di vittoria
 Marciamo sempre forte
 E siamo pieni di gloria    



 La stella rossa in fronte
 La libertà  (civiltà ) portiamo
 Ai popolo oppressi
 La libertà  noi porterem

Fate largo che passa
La Brigata Garibaldi
La più bella la più forte
La più forte (ardita) che ci sia
Fate largo quando passa (Quando passa quando avanza)
Il nemico fugge allor
Siam fieri siam forti
Per cacciare l'invasor

 Col mitra e col fucile
 Siam pronti per scattare
 Ai traditori fascisti
 Gliela la faremo pagare
 
 Con la mitraglia fissa
 E con le bombe a mano
 Ai traditor e ai fascisti (Per le barbarie  commesse)
 Gliela farem pagar (Sul nostro popolo fedel)
 
 Noi lottiam per l'Italia
 Per il popolo ideale
 Per il popolo italiano
 Noi sempre lotterem

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

LA BADOGLIEIDE

(Sull'aria di "E non vedi che son toscano". Testo improvvisato da un gruppo di partigiani il 25 aprile 1944.)

(Nota: Grazzano è il paese natale di Badoglio)


O Badoglio, o Pietro Badoglio
ingrassato dal Fascio Littorio,
col tuo degno compare Vittorio
ci hai già  rotto abbastanza i coglion.

T' l'as mai dit parei, t' l'as mail dit parei,
t' l'as mai dit, t' l'as mai fait, t' l'as mai dit parei,
t' l'as mai dilu: sì sì t' l'as falu: no no
tutto questo salvarti non può.

Ti ricordi quand'eri fascista
e facevi il saluto romano
ed al Duce stringevi la mano?
sei davvero un gran porcaccion.

Ti ricordi l'impresa d'Etiopia
e il ducato di Addis Abeba?
meritavi di prendere l'ameba
ed invece facevi i milion.

Ti ricordi la guerra di Francia
che l'Italia copriva d'infamia?
ma tu intanto prendevi la mancia
e col Duce facevi ispezion.



Ti ricordi la guerra di Grecia
e i soldati mandati al macello,
e tu allora per farti più bello
rassegnavi le tue dimission?

A Grazzano giocavi alle bocce
mentre in Russia crepavan gli alpini,
ma che importa ci sono i quattrini
e si aspetta la grande occasion.



L'occasione è arrivata
è arrivata alla fine di luglio
ed allor,  per domare il subbuglio,
ti mettevi a fare il dittator.

Gli squadristi li hai richiamati,
gli antifascisti li hai messi in galera,
la camicia non era più nera
ma il fascismo restava il padron.

Era tuo quell'Adami Rossi
che a Torino sparava ai borghesi;
se durava ancora due mesi
tutti quanti facevi ammazzar.

Mentre tu sull'amor di Petacci
t'affannavi a dar fiato alle trombe,
sull'Italia calavan le bombe
e Vittorio calava i calzon.



I calzoni li hai calati
anche tu nello stesso momento,
ti credevi di fare un portento
ed invece facevi pietà .

Ti ricordi la fuga ingloriosa
con il re, verso terre sicure?
Siete proprio due sporche figure
meritate la fucilazion.

Noi crepiamo sui monti d'Italia
mentre voi ve ne state tranquilli,
ma non crederci tanto imbecilli
di lasciarci di nuovo fregar.

No, per quante moine facciate
state certi, più non vi vogliamo,
dillo pure a quel gran ciarlatano
che sul trono vorrebbe restar.

Se Benito ci ha rotto le tasche
tu, Badoglio, ci hai rotto i coglioni;
pei fascisti e pei vecchi cialtroni
in Italia più posto non c'è.
 

T' l'as mai dit parei, t' l'as mail dit parei,
t' l'as mai dit, t' l'as mai fait, t' l'as mai dit parei,
t' l'as mai dilu: sì sì t' l'as falu: no no
tutto questo salvarti non può.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

NOI SIAMO LA CLASSE OPERAIA

Noi siamo la classe operaia
che suda, che soffre e lavora;
smettiam di soffrire ch'è l'ora,
finiam di soffrire ch'è l'ora.


O ladri del nostro sudore,
l'Italia farem comunista,
scacciam la canaglia fascista,
sorgiamo, che giunta e la fin,
sorgiamo, che giunta è la fin.


La falce e il martello e l'emblema:
non più vagabondi e signori,
il pane ha sol chi lavora,
il pane ha sol chi lavora.


Giustizia, Eguaglianza vogliamo,
al mondo sìam tutti fratelli,
noi siamo le schiere ribelli,
sorgiamo, che giunta e la fin,
sorgiamo, che giunta e la fin.


Già  trema la classe borghese,
già  sporca, già  lorda dì sangue;
si sveglia il popol che langue,
si sveglia il popol che langue.

O ladri del nostro sudore,
l'italia farem comunista,
scacciam la canaglia fascista,
sorgìamo, che giunta è la fin,
sorgiamo, che giunta è la fin

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

QUEI BRIGANTI NERI


E quei briganti neri mi hanno arrestato,
In una cella scura mi han portato.
Mamma, non devi piangere per la mia triste sorte:
Piuttosto di parlare vado alla morte.

E quando mi han portato alla tortura,
Legandomi le mani alla catena:
Tirate pure forte le mani alla catena,
Piuttosto che parlare torno in galera.

E quando mi portarono al tribunale
Dicendo se conosco il mio pugnale:
Sì si che lo conosco, ha il manico rotondo,
Nel cuore dei fascisti lo cacciai a fondo.

E quando l'esecuzione fu preparata,
Fucile e mitraglie eran puntati,
Non si sentiva i colpi, i colpi di mitraglia,
Ma si sentiva un grido: Viva l'Italia!

Non si sentiva i colpi della fucilazione,
Ma si sentiva un grido: Rivoluzione!

 

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

PIETà L'è MORTA

(Sull'aria di ''Sul ponte di Perati - testo di Nuto Revelli)
 

Lassù sulle montagne bandiera nera:
è morto un partigiano nel far la guerra.
E' morto un partigiano nel far la guerra,
un altro italiano va sotto terra.

Laggiù sotto terra trova un alpino,
caduto nella Russia con il Cervino.
caduto nella Russia con il Cervino.



Ma prima di morire ha ancor pregato:
che Dio maledica quell'alleato!
che Dio maledica quell'alleato!



Che Dio maledica chi ci ha tradito
lasciandoci sul Don e poi è fuggito.
lasciandoci sul Don e poi è fuggito.

Tedeschi traditori, l'alpino è morto
ma un altro combattente oggi è risorto.
ma un altro combattente oggi è risorto.

Combatte il partigiano la sua battaglia:
Tedeschi e fascisti, fuori d'Italia!



Tedeschi e fascisti, fuori d'Italia!
Gridiamo a tutta forza: Pietà l'è morta!

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

I PARTIGIANI DI CASTELLINO

(Sull'aria dell' ''Inno degli Studenti Universitari Fascisti'')

Al comando di Granzino,
dalle Langhe noi veniam
partigiani di Castellino
che la patria difendiam.

Barbe lunghe e scarpe rotte
un fucile nella man
noi pugnamo sempre giorno e notte
e l'onor ti vendichiam.


 Quando il cammin si fa più duro
 noi resistiam e non ci arrestiam
 quando il ciel si fa più scuro
 allora noi cantiam!


  Tra boschi e macchie nelle tane
  come lupi noi viviam
  aspra guerriglia
  che da giorni e da mesi conduciam!

  La nostra fede
  sarà quella che sui vili vincerà
  c'è una voce che dirà:
  «Viva i baldi, viva i veci partigian di   Castellin!»  
  C'è una voce che dirà:
  «Viva i baldi, viva i veci partigian di Castellin!»

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

SU COMUNISTI DELLA CAPITALE


Su, comunisti della capitale,
è giunto alfine il dì della riscossa,
quando alzeremo sopra al Quirinale
bandiera rossa.

Questa città  ribelle e mai domata
dalle rovine e dai bombardamenti;
la guardia rossa suona l'adunata:
tutti presenti.

Vent'anni e più di tirannia fascista,
col carcere, il confino ed il bastone,
non hanno menomato al comunista
la convinzione.



La convinzione di una nuova era
che al mondo porterà  la redenzione
e porta scritto sulla sua bandiera:
rivoluzione.

E se la polizia 'n ce lascia pèrde,
e se la polizia 'n ce lascia in pace,
risponderemo sulle barricate
piombo con piombo.

E se cadremo in un fulgor di gloria,
schiacciando borghesia e capitalismo,
nel sangue sorgerà  la nuova storia
del comunismo.

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

CANTA DI MATTEOTTI

(Sull'aria de ''Il maschio di Volterra'' -anno 1924)

 

Or, se ascoltar mi state,
canto il delitto di quei galeotti
che con gran rabbia vollero trucidare
il deputato Giacomo Matteotti,



 Erano tanti:
 Viola Rossi e Dumin,
 il capo della banda
 Benito Mussolin.

Dopo che Matteotti avean trovato,
mentre che stava andando al Parlamento,
venne su di una macchina caricato
da quegl'ignobil della banda nera.

 In mezzo a un bosco
 fu trasportato là
 e quei vili aguzzini
 gli disser con furor:

" Perché tu il fascismo hai sempre odiato,
ora dovrai morì qui sull'istante "
e dopo averlo a torto bastonato
di pugnalate gliene dieder tante.

 Così, per mano
 di quei vili traditor,
 moriva Matteotti,
 capo dei lavorator.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

MI AVETE INCATENATO


Mi avete incatenato e non fa niente
vostro mestiere è fare gli aguzzin,
mi avete bastonato crudelmente
siete pagati a fare gli assassin.


Son comunista e questo lo sapete
ed il mio cuore è pien di ribellion
ma voi sbagliate se credete coi martìri di fiaccar
questa mia fede di rivoluzione.

Compagni che rinchiusi sopportate
la vil vendetta del dominator
forze di energia incatenate
perché vorremmo battere i signor.

Fui condannato perché ho un ideale
e lotto per scacciar lo sfruttator
che tiene schiavo sotto il giogo del bastone e del terror
il proletario che di fame muor.

Compagni che soffrite alle catene
sperate in un gran giorno di riscossa
che uniti e fieri marceremo verso il sol dell'avvenir
portando in alto la bandiera rossa.

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

OLTRE IL PONTE

 

O ragazza dalle guance di pesca
o ragazza dalle guance d'aurora
io spero che a narrarti riesca
la mia vita all'eta` che tu hai ora.

Coprifuoco, la truppa tedesca
la citta` dominava, siam pronti:
chi non vuole chinare la testa
con noi prenda la strada dei monti.

Avevamo vent'anni e oltre il ponte
oltre il ponte ch'e` in mano nemica
vedevam l'altra riva, la vita
tutto il bene del mondo oltre il ponte.

Tutto il male avevamo di fronte
tutto il bene avevamo nel cuore
a vent'anni la vita e` oltre il ponte
oltre il fuoco comincia l'amore.

Silenziosa sugli aghi di pino
su spinosi ricci di castagna
una squadra nel buio mattino
discendeva l'oscura montagna.

La speranza era nostra compagna
a assaltar caposaldi nemici
conquistandoci l'armi in battaglia
scalzi e laceri eppure felici.

Avevamo vent'anni e oltre il ponte
oltre il ponte ch'e` in mano nemica
vedevam l'altra riva, la vita
tutto il bene del mondo oltre il ponte.

Non e` detto che fossimo santi
l'eroismo non e` sovrumano
corri, abbassati, dai corri avanti!
ogni passo che fai non e` vano.



Vedevamo a portata di mano
oltre il tronco il cespuglio il canneto
l'avvenire di un giorno piu' umano
e piu' giusto piu' libero e lieto.



Avevamo vent'anni e oltre il ponte
oltre il ponte ch'e` in mano nemica
vedevam l'altra riva, la vita
tutto il bene del mondo oltre il ponte.



Ormai tutti han famiglia hanno figli
che non sanno la storia di ieri
io son solo e passeggio fra i tigli
con te cara che allora non c'eri.



E vorrei che quei nostri pensieri
quelle nostre speranze di allora
rivivessero in quel che tu speri
o ragazza color dell'aurora.
 

Avevamo vent'anni e oltre il ponte
oltre il ponte ch'e` in mano nemica
vedevam l'altra riva, la vita
tutto il bene del mondo oltre il ponte.

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

SE NON è OGGI

Se non è oggi sarà un altr'anno
monache e preti lavoreranno


Se non è oggi sarà stasera
camicia nera la pagherà

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

BOVES


Non ti ricordi il trentun di dicembre,
quella colonna di camion per Boves
che trasportava migliaia di ``Tuder''
contro sol cento di noi partigian.



E tra San Giacomo e la Rivoira
e Castellar e Madonna dei Boschi,
la` infuriava la grande battaglia
contro i tedeschi e i fascisti traditor.



Dopo tre giorni di lotta accanita
fra tanti incendi e vittime borghesi
non son riusciti coi barbari sistemi
noi partigiani poterci scacciar.

Povere mamme che han perso i suoi figli,
povere spose che han perso i mariti,
povera Boves che e` tutta distrutta
per la barbarie del vile invasor.



Ma dopo un anno di vita montana
tra fame e freddo e dure fatiche
e` giunta l'ora della nostra riscossa,
noi partigiani sapremo vendicar.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

DELINQUENZA DELINQUENZA (parodia sull'aria di ''Giovinezza'')

Sono ladri son predoni
son banditi son ladroni
son la nuova mano nera
al servizio dei padroni
Con le gesta brigantesche
disonorano l'Italia
son protetti dalla sbirraglia
e da sicura impunità


 Delinquenza delinquenza
 del fascismo sei l'essenza
 col delitto e la violenza
 tu oltraggi la civiltà

Sono avanzi di galera
son banditi son ladroni
son la nuova mano nera
al servizio dei padroni
Nelle gesta brigantesche
son peggior dei pellirossa
li spaventa bandiera rossa
perchè dovrebbero lavorar
Delinquenza delinquenza
 del fascismo sei l'essenza
 col delitto e la violenza
 tu oltraggi la civiltà


Dalla plebe insanguinata
parte un grido di dolore
dalla plebe massacrata
dal suo turpe sfruttatore
ma pel popolo gemente
finì l'era del terrore
d'una fiamma rifulgente
l'orizzonte sfolgorò

 Bolscevismo bolscevismo
 tu sei il vero socialismo
 Bolscevismo bolscevismo
 tu ci dai la libertà

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

I FASCISTI VIAREGGINI

(canzone satirica sulla spedizione squadrista nel 1921 al circolo dei lavoratori dei cantieri navali viareggini)


I fascisti viareggini
sono prodi son guerrier
han chiamato i forestieri
per uccidere e incendiar

Coi camion son venuti
con le bombe e coi pugnal
per mostrarsi proprio uguali
a Tiburzi e Barbablù

 Oilì oilì oilà
 hanno incendiato han devastato
 spargendo ovunque sangue e terror
 ma il viareggino non è cambiato
 la bandiera rossa è il suo color

Sulla zona dei cantieri
c'era un clun di calafati
i fascisti scalmanati
han voluto devastar



Che prodezza in cinquecento
contro dieci tavolini
i fascisti viareggini
sono prodi a quanto par



 Oilì oilì oilà
 hanno incendiato han devastato
 spargendo ovunque sangue e terror
 ma il viareggino non è cambiato
 la bandiera rossa è il suo color

Sulla piazza del mercato
c'era un quadro alquanto triste
i fascisti alle conquiste
l'han voluto buttar giù



E sembrava un Don Chisciotte
quello scemo di Reggiani
che gridava "O italiani
il nemico è quello là"

 Oilì oilì oilà
 hanno incendiato han devastato
 spargendo ovunque sangue e terror
 ma il viareggino non è cambiato
 la bandiera rossa è il suo color

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

UN GIORNO MUSSOLINI ANDò AL BALCONE

(Sull'aria degli ''Stornelli del Sor Capanna'' - testo di Franco Antonicelli)

Questa è la storia der passato
ch'era finito ed è ricominciato,
queste è la storia del presente
ché se ce guardi nun capisci gnente.
Ma è puro la storia del futuro,
chi la capisce ce pò annà sicuro

Un giorno Mussolini andò al balcone
e disse che facessero attenzione,
che aveva ricevuto li dispacci,
che je mannava i baci la Petacci.



 E poi disse "Ho un modo novo
 perchè er gallo faccia l'ovo!
 Vittoria o fuga,
 dovete adoperà er bagnasciuga"



Er re se vorse allora a la riggina
e disse "Seti un po', montenegrina,
qui si nun se combina n'antra lega
finisce tutti quanto che ce frega!"

 Je rispose la riggina:
 "Caro re, perdirindina,
 lo sai che vojo,
 che je lo metti in culo co' Bafojo".



Se venne allora ar granne guazzabujo
che fu chiamato "er venticinque lujo".
Er duce fu portato all'ospedale
ma er re nun vole che je fanno male.



 J'hanno tolto lo stipendio
 ma poi tutto quell'incendio
 a poco a poco
 l'hanno smorzato sotto ar coprifuoco



E s'arivenne allora ar tira e molla,
c'erano i pezzi, ma nun c'era colla.
E li fascisti se so' convertiti,
e l'itajani fecero li partiti.

 Ma poi vennero i tedeschi,
 tutti quanti stamo freschi.
 Ma la Nazione
 ci ha er Comitato de Liberazione



Er re e l'è squajata ar primo sole,
ce vole la repubblica, ce vole.
e chi la vole farsa e chi la vera,
nessuno vole più camicia nera!



 Nun importa si è lontano
 er sordato americano
 quello che 'mporta
 ce de priggione ce apreno la porta!



E quando sorte chi 'n priggione è stato
l'hai da vedé che razza de bbucato!
Chi ha fatto er male ce l'ha da pagà,
chi ha fatto er bene lo po' continuà.

 Rifaremo, sacramento,
 er governo e 'r parlamento.
 Rivoluzione!
 N'ammazza più er cervello che 'r bastone!



Ragazzi, sotto che c'è la battaja
e maledite, donne, chi se sqaja!
E chi annerà pe' mare e chi pe' monte,
chi more ha da morì la palla 'n fronte.



 Quando soneno l'appello
 ogni ono è mi fratello.
 Chi more spera
 che n'antro j'arricoje la bandiera

E la bandiera è bianca, verde e rossa
ma er fascio sta seporto nella fossa
e su ce starà scritta quella data
che tutt'Itaja avremo liberata.

 Libertà nun mette fiore
 si sei nato servitore.
 Risorgimento,
 te faccelo sbocciare cor tuo vento!

Asciughete quell'occhi, mamma mia,
ché doppo er pianto viene l'allegria.
Io ci ho i capelli neri e tu l'hai bianchi,
te vojo fà contenta finché campi.



 E me vò' sposà 'na Tizia
 ch'è la fija de Giustizia
 e dall'amore
 ce nascheno du' fiji: fede ed onore.

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

NOI DELLA VAL CAMINICA (versione partigiana)

(canto della formazione partigiana ''Fiamme Verdi'' -sull'aria della omonima canzone alpina)


Noi della Val Camonica
discenderemo al pian;
non più la fisarmonica
ma il mitra fra le man.



 E su e giù per la Val Camonica
 non si sente, non si sente,
 e su e giù per la Val Camonica
 non si sente che sparar!

Ricordi Ninetta quel mese d'aprile
la luna, le stelle parlavan d'amor!
Ohi che bel fiore, ohi che bel fior,
ohi che bel fior, ohi che bel fior,
la luna, le stelle, parlavan d'amor.

 E su e giù per la Val Camonica
 non si sente, non si sente,
 e su e giù per la Val Camonica
 non si sente che sparar!

Li vogliamo fuori quei traditori
noi li vogliam scacciar,
o mia morosa ti farò sposa sol se li vincerò!
Senza i fascisti ritroveremo la bella libertà
o mia morosa ti farò sposa sol se ritornerò!

 E su e giù per la Val Camonica
 non si sente, non si sente,
 e su e giù per la Val Camonica
 non si sente che sparar!

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

DUCE, DUCE, IL VESTITO MI SI SCUCE

(Sull'aria dell' ''Inno dei Giovani Fascisti'')


Duce, duce, il vestito mi si scuce,
duce, duce, chi lo ricucirà?



Tutta la Spagna brustola caffè
per il nostro duce e per il nostro re.

 Verrà, quel di verrà,
 che anche il duce popolari fumerà!

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

ADDIO BOLOGNA BELLA

(Sull'aria di ''Addio a Lugano'' - testo di Alberto Marzoli, anno 1944)

Addio Bologna bella,
o dolce terra pia,
per una vil menzogna
i partigiani van via.


 Vanno sulle montagne
 con la speranza sul cuor

E tu che ci discacci
con una vil menzogna,
repubblica fascista,
un dì ne avrai vergogna


 Il partigiano errante
 ha la sua fede nel cuor.

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

ADDIO MAMMINA ADDIO


Addio mammina addio
cantava il partigiano nel partire
pregando in alto Iddio
per questo figlio che non vuol tradir
la causa santa della riscossa
di Garibaldi camicia rossa
sono orgoglioso d'esser coi ribelli
prima d'andare contro i miei fratelli.



Se tu sapessi o mamma
quanti compagni che trovai lassù
lassù sulla montagna
che è presidiata dalla gioventù
pien di gioia come una festa
anche se infurian vento e tempesta
noi siamo fieri coraggiosi e baldi
le gesta seguirem di Garibaldi.

Se tu sapessi o bella
per la bandiera che piantai lassù
ci sto di sentinella
e dei fascisti non la 'forcan più
moschetto pronto mitragliatrice
prendi la vita schiere felici
la bomba sempre pronta nella mano
il distintivo gli è del partigiano.



Tremate o maledetti
questo è il destino della gioventù
che irrompe in tutti i petti
e il desiderio non si ferma più
di liberar la patria nostra
da questa setta schifosa e tosta
con tutti i pianti che c'hai fatto fare
con la lor pelle la dovran pagare.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

ADDIO VALLE ROJA

(Sull'aria di ''Addio a Lugano'' - testo del 1945)


Montagne di Val Roja
Valloni e valloncelli
Dove noi siam passati
Nei nostri giorni belli

 I partigiani vanno
 Seguendo il lor destin.



Addio bel Casterino
O dolce terra amica
Scendiamo verso il piano
Lasciando Pejrafica

 Di questa cara terra
 Giammai ci scorderem



Bei prati del Sabbione
Eccelsa Scandejera
Foste la nostra casa
Sulla montagna nera



 Voi pure salutiamo
 Colla speranza in cor

Addio bei laghi azzurri
Dai bei riflessi d'oro
Un canto di saluto
Vi diamo tutti in coro

 Forse ci rivedremo
 Nel tempo che verrà



Valoni di Val Roja
Dove noi siam passati
Che i rombi cupi al vento
avete riecheggiati

 Tra i canti di vittoria
 Un giorno tornerem



Addio belle ragazze
Di Mesce e Casterino
Ci avete reso liete
Le tappe del cammino



 I vostri bei ricordi
 Nel cuore porterem

Voi tutti amici cari
Amici che restate
Del partigiano alpino
Sempre vi ricordate



 Un giorno assai più bello
 Forse ci rivedrem

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

 

L'ALLEGRIA DI SCALETTA

(Sull'aria di ''La cucaracha)


Qui comincia la strofetta
degli allegri di Scaletta
che la tira a tutti quanti,
partigiani e comandanti.



Sotto quest'altra, sotto quest'altra,
ed insieme la cantiam,
sotto quest'altra, sotto quest'altra,
buon umor di partigian.

Noi quassù sempre parliamo
di Ettorre il capitano,
ma da quando è generale
non ci viene più a trovare.



Sotto quest'altra, sotto quest'altra,
ed insieme la cantiam,
sotto quest'altra, sotto quest'altra,
buon umor di partigian.

Te lo vedi pel paese
con a spalla l'arma inglese,
la pancetta ed il bastone
e la boccetta di Migone.

Sotto quest'altra, sotto quest'altra,
ed insieme la cantiam,
sotto quest'altra, sotto quest'altra,
buon umor di partigian.

C'è poi Livio il commissario
che val quanto il signor Mario:
se ti fa una discussione
ti dimostra che ha ragione.



Sotto quest'altra, sotto quest'altra,
ed insieme la cantiam,
sotto quest'altra, sotto quest'altra,
buon umor di partigian.



Si riscalda con gran foga,
non gli manca che la toga,
ma per farla un po' più bella
ti presenta la parcella.

Sotto quest'altra, sotto quest'altra,
ed insieme la cantiam,
sotto quest'altra, sotto quest'altra,
buon umor di partigian.

Il comandante di vallata
ha con sé la fidanzata,
per noialtri partigiani
se ne parlerà domani.



Sotto quest'altra, sotto quest'altra,
ed insieme la cantiam,
sotto quest'altra, sotto quest'altra,
buon umor di partigian.



Abbiam Piero il gran dottore,
se tu accusi mal di cuore
ti prescrive senza falli
la pomata per i calli.



Sotto quest'altra, sotto quest'altra,
ed insieme la cantiam,
sotto quest'altra, sotto quest'altra,
buon umor di partigian.

In amore il nostro Nello
è alquanto timidello
e s'occulta con la bella
sul roccion di Rocca Stella.

Sotto quest'altra, sotto quest'altra,
ed insieme la cantiam,
sotto quest'altra, sotto quest'altra,
buon umor di partigian.

All'albergo di Tre Verghe
non c'è posto per chi è al verde
ma se hai dei bigliettoni
ti puliscono i bottoni.

Viva la banda, viva la banda,
viva la banda di Monte Bram.
Viva la banda, viva la banda,
viva la banda di Monte Bram.

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

ARDERE! ARDERE! ARDERE!

(Sull'aria di ''Vincere! Vincere! Vincere! - testo di Spartacus Picenus, pseudonimo di Raffaele Mario Offidani)


Fascisti vigliacchi e assassini
l'Italia leggiadra sfiorì.
Voi e il truce ladron Mussolini
l'avete straziata così.
Mai stanchi di rubar;
voracissimi
insaziabili
del suo sangue,
godeste a rovinar
la bellissima
patria nostra,
cara e immortal!

 Ardere, ardere, ardere!
 Noi sì. arderemo d'odio sovrumano
 contro gl'infami despoti
 che la ridussero così!
 Ardere, ardere, ardere
 ad ogn istante d'odio infernal!
 I nostri cuori vibrano
 nell'ansia di punir
 e i nostri acciari anelano
 gl'infami di ferir!

Non paghi del sangue e del pianto
che l'Itala patria versò,
il corpo suo lacero e infranto
vendeste al tedesco padron.
Voleste perpetrar
il vilissmo
abbiettissimo
tradimento.
Mai sazi di denar,
la vendeste ancor
al nemico suo secolar!



 Ardere, ardere, ardere!
 Noi sì. arderemo d'odio sovrumano
 contro gl'infami despoti
 che la ridussero così!
 Ardere, ardere, ardere
 ad ogn istante d'odio infernal!
 I nostri cuori vibrano
 la patria vendicar
 e i nostri acciari anelano
 gl'infami d'ammazzar!

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

L'ARMATA DEL POPOLO (Inno dei Volontari della Libertà)

(testo di Ernesto Venzi, anno 1945- musica di Enrico Lipparini)

 

Sulle vette dorate dell'italo sole
si fondano i cuori in sacro ideal:
combattano e muoiano le balde schiere
ridanno alla Patria il perduto onor.
Son lacrime e sangue,
son genti finite,
immane tristezza
paura ed orror...
che scuotensi fiere
a luce d'un sole,
per cacciare
il barbaro oppressor...



 L'armata del popolo
 vi chiama fratelli...
 vi chiama a combattere
 chi Italia ognor tradì.
 Risorgono i martiri
 in piedi son tutti,
 uniti noi siamo
 a lottare come un dì

L'armata del popolo
vi chiama fratelli...
vi chiama a combattere
chi Italia ognor tradì.

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

L'ASSASSIONIO DI GIACOMO MATTEOTTI

(di autore a noi ignoto - Sull'aria de ''La Leggenda del Piave'' di E.A.Mario, pseudonimo del grande compositore napoletano Giovanni Ermete Gaeta)


Dopo due anni fatti dai sicari al parlamento
riuscirono alla fine un lieto evento.
Della titana forza repugnante costruzione
mandavano in frantumi la nazione.

Giacomo Matteotti deputato socialista
credea opportuno mette tutti in vista.
Un giorno avrebbe tutto risvelato
se i traditori non l'avessero spiato,

ma non poteva uscire in quel momento
perché l'hanno soppresso col vile tradimento.
Riunitisi in consiglio li sicari maledetti
metterono in azion loro progetti.



Chiamarono Dumini, Albino, Corsi, Corviola,
banditi antichi della vecchia scola
Cesare Rossi, Naldi e Filippelli,
assieme al caporale Marinelli

pagarono la banda maledetta
però Dumini lasciò la cosa assai imperfetta.

Per questa volta è andato tutto male:
stanno a Regina Coeli
e non più al Viminale.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

ATTRAVERSO VALLI E MONTI

(Sull'aria della canzone partigiana sulla campagna di Russia ''Partigiani dell'Armur'')
 

Attraverso valli e monti
eroico avanza il partigian
per scacciare l'invasore
all'istante e non doman.
Per scacciare l'invasore
all'istante e non doman.

E si arrossan le bandiere
tinte nel sangue del partigian;
giù dai monti a balde schiere
sotto il fuoco avanti van



I tedeschi e i traditori
saran scacciati con l'acciar
e il clamor della vittoria
varcherà le Alpi e il mar.



Combattiam per vendicare
tanta infamia e atrocità
combattiam perchè l'Italia
viva in pace e libertà

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

AVEVO UNA CASETTA

(anno 1944)

(Nota:  muc -tedeschi.   Lodati - Fascista Repubblicano ferito in un attentato partigiano)


Avevo una casetta
tra tante rose;
me l'han bruciata
quei porci de' muc.

E Lodati e Lodati con le ghette
a passeggio per Campitello
una raffica di parabello
l'ha mandato all'ospedal

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

COSA IMPORTA SE CI CHIAMAN BANDITI?

(Sull'aria dell' ''Inno a Oberdan'')


Portiamo l'Italia nel cuore,
abbiamo il moschetto alla mano,
a morte il tedesco invasore,
ché noi vogliamo la libertà.

A morte il fascio repubblican,
a morte il fascio, siam partigian.
A morte il fascio repubblichin,
a morte Hitler, viva Stalin.

Cosa importa se ci chiaman banditi?
Ma il popolo conosce i suoi figli.
Vedremo i fascisti finiti,
conquisteremo la libertà.



A morte il fascio repubblican,
a morte il fascio, siam partigian.
A morte il fascio repubblichin,
a morte Hitler, viva Stalin.



Onore a chi cade in cammino,
esempio per chi resta a lottare;
da forti accettiamo il destino,
nel sacro nome della libertà!



A morte il fascio repubblican,
a morte il fascio, siam partigian.
A morte il fascio repubblichin,
a morte Hitler, viva Stalin.

In piedi, ché il giorno è vicino;
avanti, Seconda Brigata!
Compagni, già sorge il mattino,
l'alba serena di libertà.

A morte il fascio repubblican,
a morte il fascio, siam partigian.
A morte il fascio repubblichin,
a morte Hitler, viva Stalin.

Nel segno di falce e martello
lottiamo per il popolo nostro,
domani sarà il giorno più bello,
che noi vivremo in libertà!

A morte il fascio repubblican,
a morte il fascio, siam partigian.
A morte il fascio repubblichin,
a morte Hitler, viva Stalin.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

BANDITI DELL'ACQUI

(anno 1943 - sull'aria della canzone degli Alpini ''Sul ponte di Perati'')
 

Banditi dell'Acqui,
in alto il cuore!
Sui monti di Cefalonia
sta il tricolore.



Quelli che han combattuto
non son tornati;
sui monti di Cefalonia
sono restati.

Soldati prigionieri
già trucidati
nel mare e le cisterne
furon gettati.

Quelli che han combattuto
e torneranno
la sorte dei compagni
vi narreranno.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

BATTAGLIONI DEL DUCE

(Sull'aria di ''Battaglioni M''

Battaglioni del duce, battaglioni
son formati da avanzi di galera,
hanno indossato una camicia nera
e un distintivo per poter rubar.
Attenti cittadini al portafoglio
che, se non altro, ve lo fan saltar!


 Farabutti! Delinquenti
 Il peggior della malavita
 la vedrete riunita
 quando passa il battaglion!


Han firmato un patto criminale
hanno giurato di vincere o morire,
non hanno vinto perciò dovran perire:
di quella gente non aver pietà!
Li ammazzeremo tutti come cani,
libereremo così l'umanità!

 Farabutti! Delinquenti!
 Il peggior della malavita
 la vedrete riunita
 se vedrete i battaglion!

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

BEL PARTIGIAN

(anno 1944 - sull'aria di ''Bel soldatin'' (Bel soldatin che passi per la via..)


Lasciando la sua casa e la sua mamma
raggiunge la capanna il partigian
ricorda Garibaldi e le sue gesta
il salvatore dell'Italia un dì.

Accetta con piacer
il suo dover
fulgido e fiero
questo è il guerriero
dell'umanità.

Bel partigian
che sfidi tu la morte
bel partigian
non temi più la sorte
sei tu l'eroe
della mia patria bella
del suo valor ritorna vincitor.

Marciando su per l'aspre mulattiere
in cerca dei fascisti allegro va
nell'ora che l'Italia si ridesta
combatti perché sai che vincerà.

Abbasso i traditor
gli affamator
nella riscossa
bandiera rossa
la trionferà.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

BENITO! BENITO!

(Sull'aria dell'inno squadrista ''All'armi siam fascisti'')


Benito! Benito!
te m'è calà la paga
te m'è cresü l'affito.

Quando «Bandiera rossa» se cantava
cinquanta lire al giorno si pigliava
e adesso che se canta «Giovinezza»
si casca in terra dalla debolezza.

Come l'è sta, come sarà
l'è sta Benito che n'à fregà
e in fin de la question
l'è sta Benito col baston.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

BOJORNO

(Sull'aria della canzone degli Alpini ''La sul Cervino'')

 

E se i tedeschi
ne ciapa de giorno
 allora bojorno,
 allora bojorno.

E se i tedeschi
ne ciapa de note
 madona che bote
 madona che bote.

Ma se i tedeschi
te ciapan tel treno
 vedemo, spetemo
 vedemo, spetemo.

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

BRIGATA PARTIGIANA

Mentre il popolo languiva
triste e stanco nel dolor
con le armi si partiva
per la Patria e per l'onor
con le armi si partiva
per la Patria e per l'onor


Verso i monti, sulle vette,
nelle valli, lungo il pian,
son per fare le vendette
i soldati partigian

Sono imberbi giovanetti
e qualcuno è un uomo già;
hanno il fuoco nei lor petti,
vogliono pace e libertà


Senza tema nè paura
la Brigata innanzi va
sulla strada lunga e dura,
ed il sogno arriverà.

Pace eterna gloria a voi!
Mai nessuno scorderà
tutti i nomi degli eroi
morti per la libertà

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

CADONO A MILLE A MILLE I COMBATTENTI

(Sull'aria della ''Marcia dei caduti per la rivoluzione'')


Cadono a mille i combattenti
della rivoluzione proletaria.
Ma nuove forze vengono alla battaglia
per la rivoluzione internazional.

 Non invano voi siete caduti
 col sangue che avete versato,
 la nuova civiltà avete cementato
 che vuole l'uom redento e libero il lavor

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

CAMERATEN, QUESTA GUERRA

(Sull'aria di ''Camerata Richard'')

 

Cameraten, questa guerra
ha segnaten la mia sorte,
mi credevo tanto forte
ma mi manca già la terra...



Cameraten, tutti i giorni
mi ritiren un pochino,
quando arriverò a Berlino
già ci troverò Baffon!

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

CAMICIA ROSSA (versione partigiana)

 

Camicia rossa color del sangue,
i nostri bei gruppetti son più forti
Avanti sempre avanti andiam
noi partigian della morte.



Noi siamo i partigiani,
vincere o morir abbiam giurato,
abbiamo giurato con grande amor,
Viva l'Italia e il tricolor!



 Abbasso i signor!

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

CANTANO I MITRA

(Inno ufficiale della brigata ''Cacciatori delle Alpi'')


Cacciatori sotto il cielo di Vittorio,
avanti, a guerreggiar si va!
Si lotta per l'Italia del domani,
si lotta per l nostra libertà.

E sotto il sole d'or
raccoglierò un bel fior,
lo porterò alla donna del mio cuore.

Oè! Cantano i mitra
contro un popolo barbaro e incivile.
Baldi garibaldini
sognanti una nuova gioventù.
E quando la battaglia inizierà
la "Cacciatro della Alpi" scatterà.

Cantano i mitra
ed ogni cuore sempre canterà,
cantano i mitra
che mai nessuno al mondo fermerà

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

CANTO CON LO STEN


Canto con il breda,
canto con il bren,
con le bombe a mano,
con il mitra, lo sten
canto col moschetto,
canto con lo sten,
con le bombe a mano,
con il mitra, il bren.
Viva i partigiani
che sui monti stan
quando scenderemo
i tedeschi fuggiran!

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

CANZONE DEL PARTIGIANO

(testo di Giovanni Menozzi - musica di Livio Gambetti)


Ricordi mamma quando ti lasciai,
tremavala tua mano nel saluto,
forse credevi rivedermi mai,
e invece vedi, mamma, son venuto.
Ho combattuto là sopra quel monte,
coi miei compagni e tanti ne morì,
ma per la patria e con il sole in fronte,
credimi, bello era morir così.

 E m'era tetto il ciel
 con tutte le sue stelle,
 e m'era amico il gel,
 amico per la pelle.
 Ma quei nostri cuor
 spuntava sempre il sol
 al grido dell'amor,
 la patria è che lo vuol.

E tante volte in una quieta sera
vedeva il cuor lontano il casolare
ma sempre fra quei boschi han sventolato
alti nel sole liberi i colori
di questa terra, perchè mai piegato
giacque per lei l'amor dei nostri cuori

 E m'era tetto il ciel...

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

CARA MAMMA SONO PARTIGIANO


Lieber Mutter wir sind partisanen,
dammi un bacio senza lacrimar!
Son contento sempre ben armato,
vittorioso voglio ritornar.



Lotterem ognor,
morte all'oppressor!
Conquisterem la nostra libertà,
con valor lotteremo,
lotteremo per l'Italia,
vincere o morir!



La bandiera è simbolo di gloria,
sempre in alto, in testa marcerà.
I partigiani sorridono alla gloria
e vibranti lancian l'aillalà!



Lotterem ognor...

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

CHI VA Là!

Chi va là!
Odon ogni rumor
le nostre vedette attente a guardar:
se soffia il vento e la tempesta
il partigiano è sempre all'erta
tra rocce, a fianco dei burroni,
la fede mai gli mancherà.

 Le marce tra vallate e forcelle
 le notti al chiaror delle stelle
 la fam, la sete che soffrimmo,
 ti vedemmo "Stella Rossa"
 portarci il segno della Libertà;
 con la falce e il martello,
 il nuovo emblema giustizia farà!

Chi sarà?
Sarà forse la bimba
al baldo passare dei nostri battaglioni,
per un cuore che ama e sorride
e pensa al suo garibaldino
che un giorno ritornerà vicino,
e un sol radioso splenderà.


 Le marce tra vallate e forcelle...

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

CIME NEVOSE

Là sulle cime nevose
una croce l'è piantà.
Non vi son fiori né rose
l'è la tomba di un soldà.

 L'è un partigian, l'é un partigian
 che il nemico uccise
 l'è un partigian
 che nel fuoco morì.

Pensando alle alte vette
fra i dolci acuti canti
fra i rivoli fruscianti
snodati verso il pian
la mamma più non piange
il figlio suo perduto:
sull'alpe sconosciuto
un altro eroe sta.

 L'è un partigian, l'é un partigian
 che il nemico uccise
 l'è un partigian
 che nel fuoco morì.

Vi vedo e penso ancora
nell'ora dei tramonti
al sorger dell'aurora
montagne del mio cuor.
Questo dolce ricordo
mi fa sognare, mi fa cantare
tutta la melodia
che riempie il cuore di nostalgia.


Vi vedo e penso ancora
nell'ora dei tramonti
al sorger dell'aurora
montagne del mio cuor.

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

COL PARABELLO IN SPALLA

(dal canto degli alpini <<Col Fucile sulle spalle>>)


Col parabello in spalla
caricato a palla
sempre bene armato
paura non ho
quando avrò vinto
quando avrò vinto

col parabello in spalla
caricato a palla
sempre bene armato
paura non ho
quando avrò vinto
ritornerò.

E allora il capobanda
giunta la pattuglia
mi vuol salutare
e poi mi disse
e poi mi disse



e allora il capobanda
giunta la pattuglia
mi strinse la mano
e poi mi disse
«I fascisti son là».

E a colpi disperati
mezzi massacrati
dalle bombe scippe
i fascisti sparivano
gridando «Ribelli»
gridando «Ribelli»

e a colpi disperati
mezzi massacrati
dalle bombe scippe
i fascisti sparivano
gridando «Ribelli
abbiate pietà!»

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

COMPAGNO PARTIGIANO

(Testo di Spartacus Picenus, pseudonimo di Raffaele Mario Offidani - sull'aria di <<Camerata Richard>>)


Nella russa pianura nevosa
e sui gioghi dei Monti Balcani
hanno scritto gli eroi partigiani
l'epopea più sublime e gloriosa
Con guierriglia tremenda e incessante,
ai selvaggi tedeschi invasori
danno eterni tormenti e terrori
rievocanti l'inferno di Dante.
Quelle steppe e quei gioghi montani
sono tombe ai banditi hitleriani.

 O compagno bolscevico,
 o fratello partigiano,
 dacci sempre la tua fede
 e il tuo cuore sovrumano!
 O compagno bolscevico,
 o fratello partigiano,
 bello e battersi e morire
 per la santa Libertà

Il gran dì della lotta è venuto,
il gran dì implacabile di guerra
contro quelli che l'Itala terra
ai tedeschi vilmente hanno venduto.
Vien l'Italia distrutta e predata
dal tedesco crudele e ladrone,
e il fascista gli tiene bordone
perchè sia maggiormente straziata.
Ma ogni oltraggio alla patria adorata
abbia ancor più feroce reazione.

 O compagno bolscevico,
 o fratello partigiano,
 dacci sempre la tua fede
 e il tuo cuore sovrumano!
 O compagno bolscevico,
 o fratello partigiano,
 bello e battersi e morire
 per la santa Libertà

Tutti all'armi ci chiami la tromba
contro il vil traditore fascista
e il feroce brigante nazista:
sia l'Italia d'entrambi la tomba!
La guerriglia divampi spietata
contro quei vigliacchi assassini.
Pure i vecchi le donne e i bambini
prendan parte alla santa crociata.
Allo slavo leon partigiano
sarà pari il leone italiano.

 O compagno bolscevico,
 o fratello partigiano,
 dacci sempre la tua fede
 e il tuo cuore sovrumano!
 O compagno bolscevico,
 o fratello partigiano,
 bello e battersi e morire
 per la santa Libertà

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

CON IL FREDDO E CON LA FAME


Con il freddo e con la fame,
dai paesi e le città,
al richiamo della Patria
si levaron i Partigian.
Al richiamo della Patria
si levaron i Partigian.

Per guidare l'Italia libera
e scacciare l'invasor,
per i monti e per le piane
avanzaron i Partigian.

Con la lotta e con la vittoria,
con la forza e la lealtà,
renderanno che sia l'Italia
pane, pace e libertà.

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

DONGO


Del fu Duce i giornali han narrato
la sua ultima disavventura
che seguì alla fatal sua cattura
e il destin che su lui si compì.

Come fu Mussolini arrestato,
custodito insieme a Claretta,
messo in una colora stanzetta
dove stette all'incirca tre dì.

Buia e tetra era quella stanzetta,
ben guardata da due Partigiani
che la sorte avean nelle mani
di chi fu la cagion d'ogni mal.



Lui fu messo insieme a Claretta
per goder tutto quel che doveva,
per goder tutto quel che voleva
dall'Italia il fratel suo carnal.

In quel luogo entrò il giustiziere.
Mussolini vicino era al letto,
fuor dall'orbita gli occhi e nel petto
un terribilim mortal terror.



Il tiranno portava un berretto
della fu guardia repubblichina,
un cappotto color nocciolina,
era un uomo finito di già.

Mussolini ascese al potere
colla forza in quel di già lontano,
ma la forza di ogni italiano
annientò quel crudele oppressor.

Nel vedere il patriota gli ha detto:
"Cosa c'è che venite a fare"?
"Ambedue vogliam liberare,
sì davver questa è la libertà".

Mussolini da buon cavaliere,
ora quel luogo lui sta per lasxciare,
precedenza alle donne vuol dare
ma precederlo lei non vuol.

Detto ciò il giustiziere decide
di colpire il tiranno e Claretta.
Sui tiranni alfin la vendetta
sarà sempre tremenda quaggiù.
Sui tiranni alfin la vendetta
sarà sempre tremenda quaggiù.

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

E GIUSTIZIA FARà


Partigiano,
una fede ci lega e c'infiamma:
alza al vento la nostra orifiamma;
come falchi dal monte sul piano
noi caliamo e giustizia sarà.



Partigiano,
nudo e scalzo nel gelido vento,
riscaldato da un fervido amore,
a vendetta discendi, il lamento
del tuo popolo pronto a lenir.



Partigiano,
cosa importa se il pianto e la morte
ci separan dai figli: la sorte
è una sola, ma grande ed il canto
uno solo: giustizia sarà.

Partigiano,
siam legati da nu vindice ardore
contro il barbaro sangue nemico;
se io muoio mi abbraccia un amico,
vita e onori son vivi per te.



Partigiano,
il compagno che muore è uno solo
diecimila al suo posto verranno;
se anche mille a quel posto cadranno
una fede immortale vivrà.



Partigiano.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

è L'ALBA CUPA DEL DIECI APRILE

(Sull'aria di <<Monte Canino>>)


E' l'alba cupa del dieci aprile,
sopra il crinale che porta a Saltino,
con passo stanco pel lungo cammino
con l'arme a spalla passano i partigian.



E' la brigata "Gi Elle" montagna,
la "Santa Giulia" di Mario Allegretti
che va a scovar del tedesco la tana
che già vicina è ormai la libertà.

Son lunghi mesi che sono "banditi",
da lungo tempo si senton fratelli,
la "brava" gente li chiama ribelli,
son Volontati della Libertà.

Ma è un giorno cupo quel dieci d'aprile,
la lotta è dura e voluto i migliori,
il comandante la morte ha ghermito
e i partigian piangono dal dolor.

Piangono muti il valore del forte,
trema sul labbro il suo nome ch'è gloria,
Mario Allegretti passato è alla storia
come gran cuore di capo partigian.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

ERA UNA NOTTE NERA


Passa la ronda dei garibaldini
l'eco risponde un bicchier di vin

 Era una notte nera, nera
 soffiava il vento e la bufera
 soffiava il vento e la bufera...
 Garibaldin, riman lassù...
 Piano, piano garibaldino
 cerca di usare la precauzione.
 Scendi a valle dai burroni
 che il nemico ti sta asoettar.

 Prestami la borraccia,
 questo l'è il mio bicchiere
 che noi vogliamo bere
 se non vogliam morir!
 Morir, morir, dovrete voi fascsiti
 questa è l'ultima vostra ora.

 Dalle man garibaldine
 l'è difficile scappar.
 Dalle man garibaldine l'è difficile scappar
 L'è difficile scappar!
 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

GUARDIA REGIA, GUARDIA REGIA

(sull'aria di <<Giovinezza>>)


Per un pugno di monete,
per un pane che ti han dato
rinnegasti la tua meta,
quella del proletariato.

Hai tradito e abbandonato
i compagni di lavoro
con i quali nel passato
tu lottasti per l'avvenir.

 Guardia regia, guardia regia,
 contro te la guardia rossa
 alla prossima riscossa
 la tua infamia punirà.

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

INNO DEI PARTIGIANI

(parole di Arturo Richard-musica di Bruno Fallani)


Il 25 luglio l'Italia si scagliava
contro l'Idra fascista, che schiacciava.
L'esercito già stanco, diviso, disarmato
allor fu dal tedesco suo alleato.
Tema non ha! Combatterà! Sola vincerà!



Poi sfiduciata ricadde dal suo soglio,
ma giunse alfin l'appello di Badoglio.

 Si videro allor, dalle Alpi al mare,
 dal più lontan, modesto casolare,
 accorrere giù, da monti ed altipiani,
 a mille a mille i baldi partigiani.

Un dì la triste nuova si sparse con sgomento,
il duce era fuggito a tradimento;
voleva insieme con l'Unno repubblica fondare
per i più pazzi disegni realizzare.
Più schiava sarà! In libertà! Sola trionferà!

"Pronti noi siam!" gridaron tutti quanti
i partigiani. "Dunque andiamo avant!"

 Reduci, donne, anziani e giovinetti
 marciaron con bombe e con moschetti.
 Un grido risuonò alto e sincero:
 "Morte al fascismoo, guerra allo straniero!"

Alfin gli odiati Unni furono sbaragliati
da' prodi patrioti affratellati.
L'Italia alzò la fronte, più a nessuno schiava
e il nuovo sol di Roma la baciava.
Faro sarà di civiltà! L'Orbe ammirerà!

In alto, dunque, i cuori, o partigiani,
per le più grandi lotte di domani!



 Avrem la vittoria del nobile lavoro
 più bella assai del corruttibil oro
 e con la fede, il genio ed il valore
 risorgerà l'Italia al suo splendore!

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

INNO DEI PARTIGIANI (2)

(Testo di Spartacus Picenus, pseudonimo di Raffaele Mario Offidani - sull'aria di <<Canto dei lavoratori / Inno dei lavoratori>>)


Siamo fulmini di guerra,
puri e vindici italiani;
siamo i forti partigiani
della santa Libertà.



 Tra la fame, l'ansia, il gelo
 inseguiti e tormentati,
 combattiam da disperati
 per l'umana dignità



  Noi daremo piombo e morte
  al germanico invasor!
  Noi daremo piombo e morte
  al fascista traditor!



Son carnefici del mondo
i fascisti e gl'hitleriani
e il dover degl'italiani
quegl'infami è di ammazzar.

 Su, compagni, sterminiamo
 tale razza maledetta!
 All'italica vendetta
 niun di loro dovrà scampar

  Noi daremo piombo e morte...



Parte un grido di vendetta
dai paesi devastati,
da gl'intermi sventurati
che il tedesco assasinò.

 Giustiziamo, o partigiani,
 quelle belve senza cuore!
 Massacriamo con furore
 chi l'Italia massacrò!

  Noi daremo piombo e morte...

Se in passato fu matrigna
a noi plebe sfortunata,
questa Patria oggi prostrata
noi vogliamo riscattar.



 Sia più cara al nostro cuore
 la grande madre oggi avvilita:
 nel curarle ogni ferita
 la potrem rigenerar.

  Questa nostra Italia bella
  col Lavoro risorgerà!
  Sia il Lavoro la sua Stella
  e l'Italia non morrà!

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

INNO DEI 'PATRIOTI DELLA MONTAGNA'


Siam gli eroi della riscossa,
 Patrioti di Maiella,
 L'odio eterno, al vendetta
 Noi giurammo pel nemico,
 Sulla via sempre più bella
 Di una ardente libertà.

Col cuore gonfio di livore
nuovo e antico, ricomparve,
ed il torbido furore
sull'italico sfogò.
Per la barbara insolenza
Fu giustizia la ferocia
fu diritto la violenza,
legge, arbitrio e crudeltà.

 Siam gli eroi della riscossa...



Tutti i nostri focolari
ha distrutto, ed indifesi
trucidato i nostri cari
con teutonica viltà.
Ha schernito, ha martoriato
il fratello che moriva,
di suo pugno assassinato
con orrenda atrocità.

 Siam gli eroi della riscossa...

Ogni infamia e sacrilegio
schiavitù, furto, rapina,
ogni oltraggio, ogni dispregio,
sparse fame e povertà.
Ma pel Dio che tutto sente,
ma pel Dio che tutto vede,
il germano, ora sorridente,
i delitti sconterà.

 Siam gli eroi della riscossa...

Pel moncone isceletrito,
per la casa arsa e distrutta,
per il monte almo ed avito,
onde ognuno si nomò,
per la zolla fresca ancora
sulla tomba del caduto,
lotteremo ora per ora
finchè il "giusto" trionferà!

 Siam gli eroi della riscossa...

Fa, o Signore, che alla squilla
di battaglia, sia certezza:
finchè avremo l'ultima stilla,
finchè il cuore pulserà,
per la vita e per la morte,
per l'oblio e per la riscossa,
combattendo anche la sorte
finchè il barbaro cadrà

 Siam gli eroi della riscossa...

 

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

INNO DEI PERSEGUITATI ANTIFASCISTI

(Testo di Spartacus Picenus, pseudonimo di Raffaele Mario Offidani - sull'aria dell' <<Inno a Oberdan>>)


Noi siamo degli antifascisti
l'invitta, indomabile schiera.
Soffrimmo tormenti e galera
perchè adoriamo la Libertà!
 Difendiam la Libertà!
 Difendiam la Libertà!



Di mille legioni di martiri
che il boia fascisti ha abbattuti
noi siamo i sopravvissuti
e noi adoriamo la libertà!
 Difendiam...

Dovunque ogni zolla di terra
nasconde negletta la fossa
che accolse le lacrime e l'ossa
di chi adorava la Libertà
 Difendiam...



Sia sempre bollato d'infamia
l'infame e crudele fascismo!
A morte ogni nuovo schiavismo
e noi adoriamo la Libertà!
 Difendiam...

Salvaron l'onore d'Italia
i nostri compagni caduti.
A morte i vigliacchi e i venduti
che hanno tradito la Libertà!
 Difendiam...



Gridiamo alle penne vendute,
gridiamo ad ogni carogna:
"Il fosco passato non torna!
Noi difendiam la Libertà!"
 Difendiam...

Non vale pugnale e mitraglia,
non valgon manette e tormenti!
Finchè noi saremo viventi
difenderemo la Libertà!
 Difendiam...

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

INNO DELLE DONNE

(sull'aria dell'<<Inno di Garibaldi>>)


O donne d'Italia, o madri, o ragazze,
su, presto, accorriamo per tutte le piazze:
tornato è il fascista a opprimere ancora,
suonata è già l'ora, bisogna lottar.



Tornò col tedesco l'abietto fascista,
la casa, la patria ridusse a conquista:
vendette la madre, il fratello, l'amico,
condusse il nemico l'Italia a predar.

 Su, donne, in aiuto dei nostri fratelli,
 di tutti i ribelli che lottano ognor.

Entrò nelle nostre dimore a rubare,
il pane ci tolse, ci volle affamare;
dal petto a noi madri la prole strappava
per renderla schiava del nostro oppressor.

Dal vedovo tetto a noi, spose piangenti,
ci trasse in Germania mariti e parenti;
del vecchio aguzzino li ha posti a servizio:
mutato in supplizio è il sacro lavor.



 Su, donne, in aiuto dei nostri fratelli,
 di tutti i ribelli che lottano ognor.

Su, donne d'Italia, marciam tutte insieme
addosso al nemico coll'odio che freme;
unite coi nostri fratelli, coi figli,
comuni perigli: lottare o perir!

Al fianco accorriamo di chi per le strade
combatte a difesa di nostre contrade,
ristoro a chi stanco, a chi geme ferito,
o cadde ferito e continua a ferir.

 Su, donne, in aiuto dei nostri fratelli,
 di tutti i ribelli che lottano ognor.

Già grande s'appressa la nostra riscossa,
il suolo d'Italia di sangue s'arrossa;
la lotta è ingaggiata coi nostri oppressori:
tedesco, va' fuori; fascista, anche tu.

Vogliamo che torni la patria affrancata
dal giogo nemico, la casa allietata
dal riso dei figli, coi nostri mariti
di nuovo a noi uniti, non più in servitù.



 Su, donne, in aiuto dei nostri fratelli,
 di tutti i ribelli che lottano ognor.

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

INNO DELLE FIAMME VERDI

(di Vittorio Ragazzi)

 

Noi baldi ribelli d'Italia
dal fuoco e dal freddo temprati,
sui monti ci siamo portati
a difendere la patria e l'onor.



 Le fiamme verdi dei vecchi alpini
 i nostri petti fregiano ancora,
 noi vogliam libera la patria nostra
 o per l'Italia tutti si muor!

Tedeschi e fascisti ci temono
perché ci san forti e decisi,
coi nostri fucili precisi
il colpo fallire non potrà.



 Le fiamme verdi dei vecchi alpini...

La sera sui monti s'innalza
un coro di voci che ammalia,
siam noi,che pensando all'Italia
insieme cantiamo così.

 Le fiamme verdi dei vecchi alpini...

Sui monti più alti d'Italia
abbiamo giurato vendetta,
i nostri caduti l'aspettan
e il giuro giammai tradirem.

 Le fiamme verdi dei vecchi alpini...

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

INSORGETE!

(testo di Giovanni Serbandini - sull'aria dell' <<Inno del Komintern>>


Lasciate le fabbriche,
le scuole, le case,
correte correte
uniti all’attacco.
Brigate d’assalto
le armi impugnate
e contro i fascisti
e i tedeschi sparate.
 Compagni insorgete!
 Son qui i partigian.


I nostri migliori
finito han la lotta,
colpiti, accoppati,
inchiodati alla gogna.
Noi non paventiam
la tortura e la morte;
avanti fratelli,
siam pronti, siam forti.
 A noi la vittoria.
 Sorgete, Italiani!


Il sangue dei nostri
ci grida vendetta;
nulla può arrestare
il furor delle masse.
A Genova, Spezia,
Torino e Milano,
scacciate i nazisti
con l'arma alla mano.
 Scacciate i nazisti.
 Avanti, Italiani!

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

L'INVERNO DI CARNIA

(sull'aria del canto degli Alpini <<Sul ponte di Perati>>)


L'inverno è nero e duro
sulla montagna
ma, pur tremante e nudo,
ei non si lagna.



Quanti dei suoi compagni
sono perduti:
in mano del nemico
sono caduti.

Coraggio, Patriota,
nella Sventura.
Il tempo della prova
sempre non dura.



Quando la primavera
verrà coi fiori
è il tempo, Patriota,
dei tuoi allori!



Patriota dell'"Osoppo",
in alto il cuore:
sui monti della Carnia
c'è il tricolore!

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

IO SON NATA 'NA CAMPAGNOLA


Ed io son nata 'na campagnola
'na campagnola di Reggio Emilia
ed ho lasciato la mia famiglia
sol per venirti a liberà

 Ed ho lasciato la mia famiglia
 sol per venirti a liberà

Sol per venirti a liberare
e ho varcato le valli e i monti
ed io ho varcato le valli e i monti
i miei piedini son congelà



 Ed io ho varcato le valli e i monti
 i miei piedini son congelà

Fui diportato a l'ospedale
quattro dottori mi han visitato
mi han detto «Bimba sei rovinata
i tuoi piedini son da taglià»

 Mi han detto «Bimba sei rovinata
 i tuoi piedini son da taglià»

Dopo sei mesi di ospedale
due stampelle mi hanno dato
due stampelle mi hanno dato
e a casa mi han mandà

 Due stampelle mi hanno dato
 e a casa mi han mandà

Sono 'rivato a casa mia
la mia casa era crollata
e i miei fratelli erano in guerra
papà e mamma al camposà

 E i miei fratelli erano in guerra
 papà e mamma al camposà

Ritorneremo a Reggio Emilia
noi pianteremo la bandiera rossa
noi pianteremo bandiera rossa
finché la pace trionferà



 Noi pianteremo bandiera rossa
 finché la pace trionferà

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

ITALIA BELLA

(sull'aria della canzonetta <<Contadinella>>)


Steso dietro un masso il partigiano
col suo mitra in mano,
pronto è a sparar.



 Italia bella,
 noi combattiam per te,
 per liberarti dagli oppressori,
 fulgente stella.
 Italia bella,
 la "Osoppo" sì, vincerà,
 essa è una stella
 che irradia fuoco di libertà!

Nella valle irrompe la battaglia.
Ecco la mitraglia:
sta per crepitar.

 Italia bella...



Vampa il cielo, infuria la battaglia.
Fuor della boscaglia
corre il partigian.

 Italia bella...

Ma d'un tratto il piombo lo raggiunge.
Ei le mani giunte,
mormora pian pian:

 Italia bella...

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

ITALIA COMBATTE

 

Va fuori d’Italia,
va fuori che è l'ora,
va fuori d’Italia,
va fuori che è l'ora.

Sinigaglia, Lanciotto, Rosselli
son brigate di garibaldini
che guidate dagli inni più belli
combattiam per migliori destini
d’una patria tradita vilmente
da un ventennio di lutti ed orror
liberata sarà finalmente
dal tiranno tedesco invasor.



 Siamo i partigiani
 si lotta, si vince, si muor
 siamo gli Italiani e abbiamo una fede nel cuor
 per l’Italia bella tutto daremo ancor
 contro i barbari nazifascisti
 l'inesorabile nostro valor.



Va fuori d’Italia...

Fanciullacci, Caiani, "Potente"
son tre nomi coperti di gloria
trucidati così barbaramente
dai nemici di tutta la storia
ma sapranno che i martiri nostri
son con noi sempre in piedi così
e gridando che: "Noi non siam morti"
marceremo con voi un dì.



 Siamo i partigiani...

Va fuori d’Italia...

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

 ITALIA LIBERA

(testo di Lorenzo Ottoz-musica di Nadyr Vietti)


Scendi dai monti o fiero partigiano,
da te l'Italia attende la salvezza.

Impugna l'arme: fucile e bomba a mano,
tu scaccerai col tuo valor
nemico ed invasor...

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

LASSù A NOVEIS

(Sull'aria delle canzoni degli Alpini <<La sul Cervino>> e <<Vinassa vinassa>>


Lassù a Noveis c'è un'osteria
è l'allegria... è l'allegria...
lassù a Noveis c'è un'osteria,
è l'allegria dei garibaldin.



 All'armi! All'armi!
 Garibaldino,
 entro i confini
 annienta i traditor.
 Impugna l'armi,
 garibaldino
 oltre i confini
 ricaccia l'invasore.

Là in postazione c'è una mitraglia;
essa è il terrore... essa è il terrore...
là in postazione c'è una mitraglia;
essa è il terrore dei repubblican.



 All'armi! All'armi...



Là sulla vetta c'è un fiorellino,
segna il destino... segna il destino...
là sulla vetta c'è un fiorellino,
segna il destino del garibaldin.

 All'armi! All'armi...

Squadra volante fedele alla morte,
tu sei la forte... tu sei la forte...
squadra volante fedele alla morte,
tu sei la forte del garibaldin.

 All'armi! All'armi...



In fondo alla valle c'è una ragazza
ch'è la speranza... ch'è la speranza...
in fondo alla valle c'è una ragazza
ch'è la speranza del garibaldin.

 All'armi! All'armi...

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

LASSù SULLE COLLINE DI BOLOGNA


Lassù sulle colline di Bologna
ci stanno i partigiani ad aspettar
guardando le colline all'orizzonte
'spettando il momento per calar.

 Ma se un dì potrò
 laggiù ritornerò
 la mamma la bella bacerò.

Lassù in un lontano casolare
'na mamma a mani giunte se ne sta
pregando per il figlio che combatte
per dare all'Italia libertà.



 Ma se un di potrò...



Lassù il partigiano vince o muore
cacciando dall'Italia l'invasor
cacciando dall'Italia l'invasore
sfogando tutto l'odio che ha nel cuor.

 Ma se un di potrò...

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

LASSù SULLE COLLINE DEL PIEMONTE

(anno 1944)


Lassù sulle colline del Piemonte
ci stanno i partigiani a guerreggiar
guardando la pianura all'orizzonte
aspettano il momento di calar,
ma un dì pure tu laggiù ritornerai
la mamma e la bella abbraccerai,
ma un dì pure tu laggiù ritornerai
la mamma e la bella bacerai.

Lassù in un lontano casolare
la mamma con le mani giunte stà
pregando per il figlio che combatte
per dare all'Italia libertà
ma un dì pure tu laggiù ritornerai
la mamma e la bella bacerai,
ma un dì pure tu laggiù ritornerai
la mamma e la bella bacerai

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

 

LASSù SUL MONTE GRAPPA

(sull'aria di <<Lassù sulle montagne>>)


son trecento i partigiani,
tutti giovani, italiani,
la lor vita non torna più.

I tedeschi son partiti
col cannon e la mitraglia,
son venuti a dar battaglia
ai trecento partigian.

Dalla valle s'alza un grido:
"Siam tremila, alto le mani,
e le forche giù nel borgo
son già pronte ai partigian!"



Ma dal monte giù risponde:
"Vegnè a ciorne fioi de cani,
siamo giovani, italiani,
siam trecento partigian".

E lassù sul Monte Grappa
son trecento i partigiani,
tutti giovani, italiani,
la lor vita non torna più.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

LASSù SU QUEL SENTIERO

(sull'aria di <<Marcia del Genio Ferrovieri>>)


Lassù su quel sentiero
dov'è il cannon che vampa
c'è un garibaldin che canta,
canta la sua canzon.



Non piangere mio tesoro
se un dì dovrò partire,
se non mi vedrai tornare
combatti tu per me!

 Di questo cuore giammai non ti scordar,
 ché il garibaldino deve ritornar!

Non piangere mio tesoro
se col pensiero ti so dimenticar
e un dì ritornerò:
noi combattiam per l'Italia e l'onor!

Un bacio ed un sospiro
e porta il vento tra le rose tutte in fior!
Uccideremo tutti i fascistoni
e insieme a loro il barbaro invasor.



 Di questo cuore...

Se un dì dovrò cadere
sotto il nemico acciaio,
rimani tu compagno
che lotterai per me!

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

Là SU QUEI MONTI

(sull'aria di <<La sul Cervino>>)


Là su quei monti fuma la grangia,
dove s'arrangia, dove s'arrangia...
là su quei monti fuma la grangia
dove s'arrangia il partigian.



 Il partigiano, l'arma alla mano
 guarda lontano, guarda lontano,
 con la certezza che porterà
 giustizia, giustizia e libertà.



Là su quei monti stanno sparando,
là c'è il comando, là c'è il comando...
là su quei monti stanno sparando,
là c'è il comando dei partigian.



 Il partigiano, l'arma alla mano...



Là su quei monti le stelle alpine
crescon vicne, crescon vicine...
là su quei monti le stelle alpine
crescon vicine ai partigian.

 Il partigiano, l'arma alla mano...

Là su quei monti, sotto quei fiori,
stanno i migliori, stanno i migliori...
là su quei monti, sotto quei fiori,
stanno i migliori dei partigian.

 Il partigiano, l'arma alla mano...

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

LERO

(sull'aria della canzone <<Firenze sogna>>)


Lero, stanotte ti vedo in mezzo ai bagliori:
tra ferro, tra fuoco e luci di riflettori
si sentono i colpi tremendi
di bombe esplodenti
che picchian vicino.

Di sopra ci sono i Tedeschi
che sono sorpresi dalla situazion.
Sul mare d'argento
si specchia un vasto incendio,
mentre una nave scende
nel fondo del mar...

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

MALGA LUNGA

(Sull'aria della canzone degli Alpini <<Non ti ricordi quel mese d'aprile>>


Il 17 del triste novembre
una giornata di cupo grigiore
che ai partigiani sarà sempre nel cuore
per la sciagura che tutti li colpì.



O Malga lunga tu sei il sacrario,
tappa fatale del nostro cammino,
rudere nero segnato dal destino,
dolore e gloria della Cinquantatre.



Tenente Giorgio, compagno Barbieri,
Rocco e Tormenta, di voi siamo fieri,
e gli altri cinque, seppure stranieri,
tutti caduti sono per la libertà.

Il giorno dopo due altri compagni,
Falce e Martello furon catturati,
ed anche loro poi furon fucilati,
Falce e Martello, voi siete il nostro onor.



O nostri morti sarete vendicati,
per voi daremo anche la vita,
la vostra fede il cammino ci addita,
questo è l'impegno del garibaldin!

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

MARCIA DELLA VI BRIGATA D'ASSALTO 'GARIBALDI'  -  GARIBALDI, BRIGATA D'ASSALTO

(testo di Elisio Scabbia, Cino Moscateli e Eraldo Gastone - musica di Righini)


"Garibaldi", Brigata d'assalto
 che risorgi nell'Italo cuor,
 per la Patria la Fede, l'Onore,
 contro chi, maledetto, ti tradì!

Partigiano di tutte le valli,
pronto il mitra, le bombe: cammina!
La tua Patria, travolta in rovina,
la tua Patria non deve morir!



Giù dai monti! Discendi dalle valli!
Il nemico distrugge il tuo tetto.
Partigiano, impugna il moschetto
già il tuo giorno di gloria suono!
Partigiano, impugna il moschetto,
già il tuo giorno di gloria suono!

 "Garibaldi", Brigata d'assalto...



Se la morte ti sfiora, ti coglie,
cosa importa, se tuona il cannone?
Partigiano, glorioso leone,
la Vittoria più bella sarà!

Partigiani, levate i vessilli
che bagnaron di sangue i Bandiera.
Con Battisti e del Piave la schiera
l'invasore schiacciato sarà!
Con Battisti e del Piave la schiera
l'invasore schiacciato sarà!

 "Garibaldi", Brigata d'assalto...

Non pennacchi, galloni dorati;
segno ambito: ferita vermiglia;
nostro motto: la Santa Guerriglia,
la divisa del nuovo Guerrier.

Libertà nel lavoro vogliamo;
sia per tutti il pane che sfama.
Partigiano, la patria ti chiama
col suo braccio, il tuo sangue, il tuo cuor.
Partigiano, la patria ti chiama
col suo braccio, il tuo sangue, il tuo cuor.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

IL MASSACRO DEI TRECENTOVENTI

(di Egidio Cristini)


Padre Celeste, Iddio di tanto amore
d'una forza mia musa o gran sovrano,
un fatto orrendo che mi strazia il cuore
e mentre scrivo mi trema la mano.

Roma, giardino di rose e di fiori
sei comandata da un popolo strano
per dominare la nostra capitale
non spera bene chi ci portò il male.

Via Romagna, Via Tasso, principale
ventitrè marzo fu la ricorrenza
di chi ci fe' passar tempi brutali
li tedeschi lo presero avvertenza.



Misero gran pattuglia a ogni viale;
chi s'ha da vendicà, no ha più pazienza,
chi cui bombe a mano, chi cui rivultella:
tedeschi morti pe' la via Rasella.



La notizia pe' Roma non fu bella;
il Comando tedesco fa li piani:
«Ogni vittima nostra si cancella,
vale col prezzo di dieci romani.»



Presero chi già stava nella cella:
se l'avventorno peggio de li cani.
Il carro 99 s'incammina
chi è condannato pe' la ghigliottina.

Il ventiquattro marzo
alla mattina a Regina Celi presso le porte
presero questa gente -poverina-
innocenti li portano alla morte

neanche se fosse carne selvaggina
-o gran Dio onnipotente, in te so' forte-
parte l'autocolonna, si distese
giusto all'imbocco delle sette chiese.

Alle ore diciassette sono scesi,
le SS fecero un confino,
presso le grotte a squadre sono presi
pe' fa rifugio a chi sfollò a Cassino.

Cu a fulla a falsità fu palese:
già stava pronto quel boia assassino
certo che il mastro giustiziere
finchè c'ha vita non potrà godere.

La gente in vista -dovete sapere-
raffiche di mitraglia udir si sente
-Dio dall'alto dei cieli stà a vedere,
abbi pietà di una misera gente.-



Trecentoventi restano a giacere
la tortura fu data "So' innocente!"
po' 'e mine nelle grotte fe' saltare
pe' potere li morti seppellire.

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

NOI SIAMO GLI INTERNATI


Quando vedremmo lontano
il nostro bel tricolor
pregammo tutti, pian piano
col pianto ingola, il Signor.
Sia maledetto il germano!
Morte al tedesco oppressor.

 Patria, dalla Germania siamo ritornati...
 Patria, apri le braccia! Siamo gli internati!
 Sui visi torturati
 c'è il marchio delle pene
 e tu che ci vuoi bene
 non ci lasciare più!
 Patria, ma tanti e tanti son rimasti laggiù,
 morti insepolti,
 che il tuo bel sole non vedrà mai più.

Fame, torture e lavoro,
questo il tedesco ci die'...
Se avevi un ciondolo d'oro
te lo strappavan, perchè
erano belve e tra loro
essere umano non c'è...

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

NOI TRADITI

(Sull'aria di <<Addio madre e padre addio>>)


Noi, traditi dai nostri generali,
siam diventati partigiani italiani.
Le speranze noi siam del domani;
la nostra lotta dovrà trionfar.

Della Bosnia noi siamo i guerrieri
e combattiamo il nemico potente
che ci ha rubato il nostro continente
e pure presto lasciarlo dovrà.

Se un giorno i baldi soldati ritornano
ed il mio nome rimane quaggiù,
non pianger, mamma, grida: "Viva l'Italia!".
Tuo figlio è vivo, sorridi anche tu.

Quando in Italia potrem ritornare
la nostra bandiera farem sventolare
tutti i fascisti dovremo annientare
la nostra legge dovrà trionfare.

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

NON C'è TENENTE

 

Non c'è tenete,
né capitano,
né colonnello,
né generale!



Questa è la marcia
dell'Ideale;
questa è la marcia
del Partigiano!

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

NON TI RICORDI, FANCIULLA MIA CARA


Non ti ricordi, fanciulla mia cara
quei brutti giorni per l'otto settembre:
noi ci lasciammo con ansia e tormento
per affrettare l'Italia a liberar.
Noi ci lasciammo con ansia e tormento
per affrettare l'Italia a liberar.



Non rimanemmo che pochi compagni
quando l'impresa del Cippo svanì,
ma eravamo tutti d'accordo
per nostra terra decisi a morir.



Un giuramento col sangue facemmo:
morire tutti per la nostra terra;
per tutti i morti dell'altra guerra
il tedesco bisogna cacciar.

Un lungo inverno, disagi, perigli;
perdemmo molti dei cari compagni:
erano giovani sul fiore degli anni
che alla morte sorridono ancor.

Ma quel sangue non fu sparso invano;
suonò la diana pei suoi fratelli:
ovunque c'era un buon italiano
sui monti accorse e fucile sparò.

Quando passammo decisi all'attacco
con braccio fermo impugnammo le armi,
calmi mirando sui petti assassini:
la nostra terra riuscimmo a liberar.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

NON TI RICORDI IL 31 DICEMBRE

(sull'aria di <<Non ti ricordi quel mese d'aprile>> e <<Addio padre>>


Non ti ricordi il 31 dicembre,
quella colonna di camion per Boves
che trasportavano migliaia di tedeschi,
contro sol cento di noi partigian.
Che trasportavano migliaia di tedeschi,
contro sol cento di noi partigian.



E da San Giacomo e poi la Rivoira
Castellare, Madonna dei Boschi,
la s'infuriava la grande battaglia
contro i tedeschi, i fascisti e i traditor.

Dopo tre giorni di lotta accanita
tra vasti incendi e vittime borghesi
non son riusciti con la loro barbaria
noi partigiani poterci scacciar.

Povere mamme che han perso i lor figli,
povere spose che han perso i mariti,
povera Boves ch'è tutta distrutta
sotto quei colpi del vile invasor.

Ma dopo un anno di vita montana
tra fame e freddo e dure fatiche
è giunta l'ora della nostra riscossa,
noi partigiani sapremo vendicar.

 

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

NON TI RICORDI MAMMA

(di Dante Bartolini)


Non ti ricordi, mamma, quella notte
dei fascisti le perquisizioni:
chi dava le purghe e chi le botte,
così faceva in tutta la nazione.
Colla violenza mi volevan piegar,
non feci l'obbedienza, dovetti via scappar.
Colla violenza mi volevan piegar,
non feci l'obbedienza, dovetti via scappar

Coi partigiani andai sulla montagna
dov'è la neve, il freddo e la bufera
sentivo solo il fischio della mitraglia
giorno e notte, mattina e sera.
Senza paura, o vincere o morir,
ora la nostra patria dobbiamo ripulir.



Dopo l'otto settembre, l'armistizio,
l'esercito italiano fu sbandato
e pe' non mandarlo in precipizio
l'esercito si forma partigiano.
Contro i fascisti e il barbaro invasor
presero l'arme in mano per acquistar l'onor.

Quanti sospiri e pianti, mamma mia!
Fratelli, spose, i figli e le sorelle,
dal cuore levate la malinconia,
presto leggete pagine più belle.
Che il socialismo vuole la libertà,
non vuole in servilismo che è condannato già.



La morte, la tortura e la prigione
se tu cadevi nelle loro mani;
fascismo e monarchia fu la cagione
sr diventarno tutti partigiani.
Il venticinque del mese di april
venne l'insurrezione e fu la loro fin.

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

NON TI RICORDI QUEL 25 MAGGIO

(Sull'aria della canzone degli Alpini <<Monte Canino>>)


Non ti ricordi quel 25 maggio,
quei truci bandi che hanno emanato.
In Germania noi eravamo destinati,
noi rispondemmo ch'è giunta l'ora di agir.

Dopo tre giorni di aperta campagna
ed altri due di lungo cammino
siamo arrivati sui monti piacentini
dove i compagni ci stavan ad aspettar.

Non più tedeschi e nemmeno fascisti,
non più carogne e repubblicani,
solo vogliamo l'Italia ed un domani.
Col nostro sangue la sapremo ricotruir.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

O CORAGGIOSI FRATELLI


O coraggiosi fratelli,
libero sole spuntò.
Fuori dal buio passato
chiaro il sole brillò.



Ecco dei popoli l'alba,
l'alba di nuove virtù,
luce che smaschera e brucia
vincoli di schiavitù.

Una soltanto la mano,
uno il cuore sarà.
Su, disprezziamo la morte:
nostra la vita sarà!

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

ODI IL ROMBO DEL CANNONE


Odi il rombo del cannone
che da ponente si fa sentir.
Cosa aspetti, o proletario?
Giunta è l'ora ormai d'agir.

Un vessillo in alto sventola,
una tela di un sol color:
ricorda il sangue dei tuoi fratelli
caduti al fronte liberator.

 

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

O FUCILE, VECCHIO MIO COMPAGNO


O fucile, vecchio mio compagno
che m'aiuti nel combattimento
e tu vali molto più d'un regno
sei la chiave della libertà.
E tu vali molto più d'un regno
sei la chiave della libertà.



 Sul cammin dell'onor
 combattiamo con ardor
 sul cammino dell'onore combattiam
 combattiamo con onor.



O fucile tu mi sei d'aiuto
dal fascismo l'Italia a liberar
e davvero tu ci sei d'aiuto
per ridare a noi la libertà.

 Sul cammin dell'onor...

O fucil compagno della lotta
tu continui nel combattimento
per spezzare quelle catene
che vent'anni il popolo legò.

 Sul cammin dell'onor...

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

OHI PARTIGIAN, NON PIANGER PIù

(di Beppe Milano)


Canto l'armi pietose e il capitano
che mi passò la visita al distretto
voleva far di me un repubblicano
per farsi il cadreghino al gabinetto.

 Ohi partigian non pianger più
 se qui non c'è la mamma
 tra pochi dì si cala al pian
 la mamma ci sarà.

E allora noi partimmo per i monti
dove incontrammo un altro capitano
e lui ci chiese se eravamo pronti
a vivere l'ideale partigiano.
 Ohi partigian non pianger più...

Nel quarto del cammin di nostra vita
ci ritrovammo un di sul pian d'la Tura
là basso al pian per noi era finita
ahi quant'al dir qual'era ahi cosa dura.

 Ohi partigian non pianger più...

Chiediamo scusa se con frasi stolte
abbiam storpiato pure il padre Dante
la colpa è del bicchier che troppe volte
la bocca ci baciò tutto tremante.

 Ohi partigian non pianger più...

 

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

O PARTIGIANO

(di Carlo Grassi)


Lontan dal materno sorriso,
lontan dalla patria terra
subisti sereno e deciso
le sorti di un'orrida guerra.
Volesti l'Italia tua bella
risorta all'antico splendor,
le genti di nostra favella
unite da un nodo d'amor.



 O partigiano,
 o volontari della libertà,
 hai per divisa
 la fiamma accesa della volontà.

 O partigiano,
 o volontario della libertà,
 il più bel dono a te dobbiamo,
 a noi  lo serbi la tua lealtà.



Per te, partigiano, è tornato
il volto sereno delle spose,
sei tu che col sangue versato
i campi hai coperto di rose.
Per te quest' Italia avvilita
ritorna a sorridere ancor,
per te quest' Italia tradita
ritorna al mondo, all'onor...



 O partigiano...

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

PARTIGIAN BEL RAGAZZO INNAMORATO

(sull'aria di <<Madelon>>)


Partigian bel ragazzo innnamorato
che affrontasti la vita con ardor,
affrontasti il pericolo, spensierato
andasti al fronte a formare un battaglion.



Il battaglione andava ardito
contro il nemico invasor.
Il partigian restò ferito
dal vile piombo traditor.

La terra si bagnò
col sangue di colui
che per la libertà la gloria conquistò.

La libertà, sì, sì, la libertà!
Del comunismo, libertà e lavor!

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

PARTIGIANI DI ROMAGNA SIAM

(anno 1944 - sull'aria dell' <<Inno del lavoratori - Canto del lavoratori>>)


che veniamo in fitta schiera;
sulla libera bandiera
brilla il sol dell'avvenir...
 brilla il sol dell'avvenir



Dalle valli noi veniamo
con fucile e bombe a mano
liberando il nostro suolo
anche a costoro di morir...
 di morir!



 I fascisti traditori,
 i nazisti usurpator
 noi vogliamo giustiziare
 ed il popol liberar...
 noi vogliamo giustiziare
 ed il popol liberar... liberar!
 E giustizia noi faremo
 per la santà libertà!

Di Garibaldi siam partigiani,
di Romagna siam volontari,
pronti anche domani
se l'Italia chiamerà!

 I fascisti traditori...

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

PARTIGIANI SIAM DEL 'LORI'


Partigiani siam del "Lori",
siam dei fieri volontari,
sarem pronto anche domani
se l'Italia chiamerà.

Dalle valli noi scendiamo
con fucili e bombe a mano
liberando il nostro suolo
anche a costo di morir.



I fascisti traditori,
i nazisti usurpatori
noi vogliamo giustiziar
ed il popol liberar...

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

IL PARTIGIANO DI POZZAGLIO

(sull'aria di <<Ho detto al sole>>)


La giusta pace è giunta alle porte
bandiera rossa ormai vittoriosa
troppi eroi han raccolto la morte
ognun di loro avrà la sua rosa.



 E gli eroi che son caduti per la vittoria
 passeran nel libro sacro di questa storia.

Belle bambine venite ad abbracciare
chi colla fede e speranza nel cuore
l'Italia nostra seppe liberare
col proprio, sangue e il proprio onore.

 Partigian son due anni che soffri tanto
 ma il soffrire per la patria è sempre un vanto.



Mille tormenti hai sfidato cantando
col tuo bel mitra fedele in compagnia
nazifascisti ti stavan cercando
erano in troppi e dovevi andar via.



 Ora è giunto finalmente il gran momento
 che i Tedeschi e i fascisti van come il vento.



Dalla sua mamma ritorna il partigiano
dalla sua mamma oppur dalla morosa
per tanti giorni gli è stato lontano
ma per la fede ormai vittoriosa.

 Partigiano son due anni che soffri tanto
 ma il soffrire per la patria è sempre un vanto.



Il primo ucciso è stato a Pozzaglio
era innocente e chiamava la mamma
pietà invocava lor l'han fucilato
lo sdegno in tutti accese la fiamma.

 Mai pietà di quelle bestie ma bestie vili
 donne e vecchi han picchiato coi loro fucili
 assassini vi daremo ciò che vi aspetta
 siam milioni d'Italiani vogliam vendetta.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

PASSA LA RONDA


Passa la ronda
del partigiano
l'eco risponde
con bombe a mano.

Nella notte nera nera
urla il vento e la bufera...
urla il vento e la bufera.



Va' piano piano, o partigiano,
scendi a valle con precauzione,
scendi a valle dal burrone
ché i fascisti sono ad aspettar.

 Andiam partigian
 siam partigiani
 un sorriso
 un sol pensiero.
 Prendi la mia borraccia
 bevi nel mio bicchiere
 se voi volete bere
 se voi volete bere.
 Prendi la mia borraccia
 bevi nel mio bicchiere
 se voi volete bere
 dovete voi morir.



Morir soffrir
dovete voi fascisti
questa è l'ultima vostra ora
dalle man del partigian
è difficile scappar.
Dalle man del partigian
è difficile scappar.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

PATRIA NOSTRA CHE FOSTI TRADITA


Patria nostra che fosti tradita
dal più vile di tutti i tiranni,
splenderà ancor più bella la tua vita
quando vinti i nemici saran.



 Avanti allor, con fede e con ardor
 conquisteremo la libertà!
 Senza fascisti, senza tedeschi,
 in pace giusta ciascun vivrà!

I nemici saranno finiti
dalle armi e dal fuoco alleato,
dal valore dei cinque partiti,
da italiani che in petto hanno un cuore.

 Avanti allor, con fede e con ardor...

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

I PATRIOTI DELLA MAIELLA

(di Alfredo Picconi)


Siamo i patrioti della Montagna,
i disperati senza più tetto,
senza famiglia, senza campagna,
col cuore a brani nel nudo petto.



 Ma il cuor non è distrutto,
 o razza maledetta,
 e invoca dal Dio pel suo lutto
 il pugnal della vendetta

Tutto ci han tolto, mèsse e bestiame,
badili e vesti, casa e paese;
hanno lordate le nostre chiese,
sputato sopra la nostra fame.



 Ma il cuor non è distrutto...

Ormai per letto nulla ci rest
che neve e fango lungo i fossati;
e per guanciale sotto la testa
l'ossa dei nostri figli ammazzati.

 Ma il cuor non è distrutto...

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

PERCHè PORTI QUEL FAZZOLETTINO?


Perché porti quel fazzolettino?
Perché porti quel fazzolettino?
 Perché porti quel fazzolettino
 tutto bel verde di vivo color?
 Perché porti quel fazzolettino?
 tutto bel verde di vivo color



Sono un ribelle della montagna
 Sono un ribelle della montagna
 la fiamma verde la porto sul cuor.



Me lo dai quel fazzolettino?
 Me lo dai quel fazzolettino?
 Ché alla fonte lo vado a lavar.

Non posso darti questa mia fiamma
 Non posso darti questa mia fiamma
 contro i fascisti vo a guerreggiar.



Se mi dai quel fazzolettino
 Se mi dai quel fazzolettino
 vengo stasera a fare l'amor.



Io te lo dono per mio ricordo
 Io te lo dono per mio ricordo
 se combattendo poi morirò.



Andrò a lavarlo con il mio pianto
 Andrò a lavarlo con il mio pianto
 o fiamma verde non mi lasciar.

 

 

 

 

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PER VOI BAMBINE BELLE DELLA VIA

(Sull'aria della canzone dei Combattenti Fascisti Repubblicani <<La canzone del Tagliamento>>)
 

 

Per voi bambine belle della via
per voi future spose di domani
per voi che siete tutta poesia
e sorridete a tutti i partigiani
per voi le canzoni canteremo
e dalla schiavitù vi leveremo.

 Ohé partigiani
 c'è da menar le mani
 urrà.
 Ohé partigiani
 c'è da menar le mani
 urrà



E quando gli squadristi tu vedrai
le gambe in capo se le metteranno
se vuoi sapere questo come mai
se no da noi le botte prenderanno
perché intanto è inutile fuggire
ad uno ad uno lor dovran morire.

 Ohé partigiani...

Quando l'Italia sarà liberata
e gli squadristi non esisteranno
la schiavitù sarà dimenticata
e ognun al suo lavoro torneranno
e ringraziar dovranno sempre quelli
che un giorno si chiamarono i ribelli.
 Ohé partigiani...

 

 

 

 

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LA POLENTA GIALLA

 

C'è un gruppo partigiano
nel garfagnin
che da parecchi mesi
non beve il vin.
Sempre polenta gialla
c'è da mangiar
e guardia sempre guardia
a volontà.



 Gridiam perchè, gridiam perchè,
 fan male i piè, fan male i piè,
 si mangia mal, si dorme mal, si vive mal!



Tedeschi tutt'intorno
pronti a venir
e da un momento all'altro
c'è da morir.
Ma della morte pure
ce ne freghiam.
quest'è la bella vita
del partigian!

 Gridiam perchè, gridiam perchè...

E quando sei di guardia
oh non dormir,
se no vien Bartelloni
ch ti fa morir.
C'è lo sceriffo nero
coi basetton
se c'è da prelevar
qualche minchion!



  Gridiam perchè, gridiam perchè...



Ma un giorno questa vita
pur finirà
e tutti quanti a casa
si tornerà.
E allora tutti in coro
si canterà:
"O bella romanina
vienti a far baciar".



 Gridiam perchè, gridiam perchè...

 

 

 

 

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LA PREGHIERA DEL PARTIGIANO


Là sulle cime nevose
una croce sta piantà.
Non vi sono né fiori né rose
è la tomba d'un soldà.
D'un partigian che il nemico uccise,
d'un partigian che tra il fuoco morì;
la mamma tua lontana
ti piange sconsolata
mentre una campana
in ciel prega per te.
E noi ti ricordiamo,
o partigiano che guardi di lassù, mentre scendiamo al piano
ti salutiamo, caro compagno.

 Non pianga più la mamma
 il figlio suo perduto
 sull'Alpe sconosciuto
 un altro eroe sta là.
 Vi vedo e penso ancora
 nell'ora dei tramonti,
 al sorger dell'aurora,
 montagne del mio cuor.
 Questo dolce ricordo
 mi fa sognare, mi fa cantare
 tutta la melodia
 che riempie il cuor di nostalgia.
 Vi vedo e penso ancora
 nell'ora dei tramonti
 l sorger dell'aurora
 montagne del mio cuor.

 

 

 

 

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PRIMAVERA GIOVANILE

(di Ernesto Venzi)


Primavera giovanile
pien di fede e di speranza,
sei risorta con baldanza
nella gloria e nell'onor.



Hai tu i ceppi già spezzato
del fascismo traditore,
or un nome hai nel core
del tuo giovin condottier.



 O Italia, o Italia bella,
 d'una luce sei radiata,
 dal tuo sole sei baciata,
 dolce terra dell'amor.



Non più guerre fratricide,
non più ansie alle tue genti,
sol le messi e sol gli armenti
alla vita son forier.



Sempre uniti voi marciate,
fieri giovani frontisti.
Dell'Italia i progressisti
siete l'alma del lavor.



 O Italia, o Italia bella...

 

 

 

 

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QUANDO IL GRANO MATURò


Quando il grano maturò
tutta Italia di levò,
l'Italia dai monti ai piani
piena di partigiani,
Ohè!



 Ohè, ehi, compagno, attento!
 Questo è il tuo momento,
 ohè!
 Ohè, avanti partigiano,
 un pugno è la tua mano,
 ohè!

Il tuo sole di lassù,
lo portasti anche quaggiù.

 Ohè, ehi, compagno, attento...

 

 

 

 

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QUANDO SAREMO A VARZI


Quando saremo a Varzi
nella caserma alpina
ti scriverò biondina
la vita del partigian.

La vita del partigiano
si 1'è una vita santa
s' mangia, s' bev, as canta,
pensieri non ce n'è.



Pensieri ce n'è uno solo,
l'è quel della morosa,
che gli altri fanno sposa
e mi fo il partigian.

 

 

 

 

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QUANDO VEDRAI


Quando vedrai brillare la stella blu
vuol dire che Benito non c'è più.

Quando vedrai brillare la stella nera
vuol dire che Benito l'è in galera.

Quando vedrai brillare la stella rossa
vuol dire che Benito è nella fossa.

 

 

 

 

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QUANTI RICORDI QUEL VENTICINQUE MAGGIO

(sull'aria delle canzoni degli Alpini <<Non ti ricordi del mese d'aprile>> e <<Monte Canino>>)

 

Quanti ricordi quel venticinque maggio,
quei truci bandi che hanno emanato,
in Germania noi eravamo destinati.
Non rispondemmo. E' giunta l'ora di agir!

Dopo tre giorni d'aperta campagna
e altri due di lungo cammino
siamo arrivati sui monti piacentini
dove i compagni ci stavan d'aspettar.



Non più tedeschi, nemmeno fascisti,
non più carogne repubblicane,
solo vogliamo l'Italia di un domani:
col nostro sangue la farem ricostruir.

 

 

 

 

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RAMINGHI PER LE TERRE

(sull'aria di <<Stornelli d'esilio>> di Pietro Gori)


Raminghi per le terre
e per i mari
per una sacra idea
lasciammo i nostri cari.

 Nostra patria è il mondo intero
 nostra legge è la libertà
 e un sol pensiero,
 e un sol pensiero...

 Nostra patria è il mondo intero
 nostra legge è la libertà
 e un sol pensiero,
 regna l'umanità
 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

LA RONDA
 

Passa la ronda del partigiano
l'eco risponde con bombe a mano.
Era notte nera nera
soffiava il vento e la bufera
e il partigian sta a vigilar



Va' piano mio partigiano
cerca di usare la precauzione
scendi abbasso dai buroni

e i fascisti va' a aspettar

Aspettar, cantiam, beviam, siam partigiani
tutti uniti in un sol pensiero.
Prendi la mia borraccia,
versami nel bicchiere,
se voi volete bere
dovete voi morir.
Morir, soffrir dovete voi fascisti,
questa è l'ultima vostra ora
dalla man del partigian è difficile scappar.
Morir, soffrir dovete voi fascisti,
questa è l'ultima vostra ora
dalla man del partigian è difficile scappar.

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

SE NON CI AMMAZZA I CRUCCHI


Se non ci ammazza i crucchi,
 Se non ci ammazza i bricchi,
 I bricchi ed i crepacci
 E il vento di Marenca,
 Se non ci ammazza i crucchi,
 Se non ci ammazza i bricchi,
 Quando saremo vecchi
 Ne avrem da raccontar
 Quando saremo vecchi
 Ne avrem da raccontar

 Se non ci ammazza i crucchi...



La mia mamma la mi diceva
Non andare sulle montagne
Mangerai sol polenta e castagne
Ti verrà l'acidità
Mangerai sol polenta e castagne
Ti verrà l'acidità

La mia morosa la mi diceva
Non andare con i ribelli
Non avrai più i miei lunghi capelli
Sul cuscino a riposar
Non avrai più i miei lunghi capellì
sul cuscino a riposar

 Se non ci ammazza i crucchi...

Questa notte mi sono insognato
Ch'ero sceso giù ibn città,
C'era mia mamma vestita di rosso
Che ballava col mio papà
C'era mia mamma vestita di rosso
Che ballava col mio papà



C'era i tedeschi buttati in ginocchio
Che chiamavano pietà
C'era i tedeschi buttati in ginocchio
Che chiamavano pietà

C'era i fascisti vestiti da prete
Che scappavan di qua e di là
C'era i fascisti vestiti da prete
Che scappavan di qua e di là

 Se non ci ammazza i crucchi...

 

 

 

 

 

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SENTI LE RANE CHE CANTANO


Senti le rane che cantano
che gusto che piacere
lasciare la risaia
tornare al mio paese
lasciare la risaia
tornare al mio paese



Amore mio non piangere
se me ne vado via,
io lascio la risaia
ritorno a casa mia



Non sarà più la capa
che sveglia a la mattina
ma là nella casetta
mi sveglia la mammina

Vedo laggiù tra gli alberi
la bianca mia casetta
vedo laggiù sull'uscio
la mamma che mi aspetta

Mamma papà non piangere
non sono più mondina
son ritornata a casa
a far la contadina



Mamma papà non piangere
se sono consumata
è stata la risaia
che mi ha rovinata

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

SIAMO DI GUARDIA SUL MONTOSO


Siamo di guardia sul Montoso,
siamo dei vecchi partigiani,
abbiam piantato una bandiera
quella di vincere o morir!

 Se il nemico viene su
 canteranno le mitraglie
 e nessuno passerà!



Partigiano, partigiano,
cosa importa se si muore
nostro grido ed il valore
il fascismo sparirà!
Sparirà!

 

 

 

 

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SIAM SOLDATI DEI GRUPPI STELINA


Siam soldati dei gruppi Stelina:
le stellette ci sono gradite.
Non vi illuda se il nome par mite,
perchè Alpini d'Italia noi siam.
Son del Susa risorti gli Alpini
per ridare al  3° la gloria:
a Sevine una grande vittoria
coronava cimenti e passione

 Non sgomento se la sorte
 lo cogliesse al passo ardito;
 fa la corte anche alla morte
 ogni Alpino partigiano.
 Scoppi e spari nel pineto
 dal meriggio sino a notte;
 sempre avanti a cuore lieto
 col vessilli tricolor.



E con l'armi duecento s'arrendon
dal valore di pochi piegati
e s'avvian coi capi abbassati
per rifarsi l'onore con noi.
Siam soldati dei gruppo Stellina,
le stellette ci sono gradite.
Non vi illuda se il nome par mite,
perchè Alpini d'Italia noi siam

 

 

 

 

 * * * * * * * * 

 

 

 

SON PROLETARI I PARTIGIANI

(anno 1944- testo di Ernesto Venzi -sull'aria di <<Armata Rossa>>)


Son proletari i partigiani,
sono del popolo lavorator.
Un dì sfruttati incatenati,
oggi son essi i liberator

 La plebe si scuote,
 la plebe si desta,
 e la gran marcia
 segue con ardor.



 Contro il fascismo
 contro il tiranno
 combattono uniti
 i lavorator!



Povera Italia venduta ed oppressa
il tuo bel nome il fascismo giocò
il grande popolo del sole e del canto
tallone tedesco nel sangue affogò



 Son oggi in piedi
 son partigiani
 che non dan sosta
 all'oppressor.



 Son tutti consci
 del gran domani
 sarà la patria
 del lavor!

Nella risaia e nell'officina,
nella campagna e nel gran mar
regna il lavoro già regna la pace,
non più l'incertezza dobbiam tutti amar

 Sventola al sole
 la nostra bandiera
 il grande simbolo
 del lavor

 Non mai più guerre
 morte ai tiranni
 vigili sempre
 il lavorator!

 

 

 

 

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STOPPA E VANNA


Santa Sofia, paese degli amori
viveva Vanna: fanciulla deliziosa,
aveva gli occhi profondi ed azzurrini,
amava Stoppa il suo bel partigian.

Ma un triste giorno egli dovè partire
per la consueta caccia ai traditori;
ella piangendo l'accompagnò sul monte
e lui dal monte la salutò così:

 «O Vanna mia, mia fanciulla divina,
 o Vanna mia, tu appartieni al mio cuor
 tu sarai sempre la mia dolce bambina,
 di questo cuor, o Vanna mia!»

Fece ritorno la brigata un giorno,
sulla bandiera v'era un vessillo nero:
fra i partigiani che fecero ritorno
Stoppa non c'era, ahimè non c'era più,

Disse a Giovanna di farle i suoi rimpianti
«Stoppa riposa lassù in cima a quel monte.»
Ella piangendo sentì strapparsi il cuore
e in mezzo al suo dolore sentì cantar così:



 «O Vanna mia, mia fanciulla divina,
 o Vanna mia, tu appartieni al mio cuor
 tu sarai sempre la mia dolce bambina,
 di questo cuor, o Vanna mia!»

 

 

 

 

* * * * * * * * 

 

 

 

SUI MONTI DI VAL TREBBIA

(sull'aria della canzone degli Alpini <<Sul ponte di Perati>>)


Sui monti di val Trebbia
c'è il partigiano
che marcia alla riscossa
col suo Bisagno

Vicini alla strada
ci siam postati,
quei vili traditori
abbiam decimati.

Di qua e di là sui monti
combatteremom
la nostra libertà
riconquisteremo.

Un giorno scenderemo
per la vittoria,
col sangue partigiano
farem la storia.

Da Varzi son partiti,
non son tornati;
sui monti a Montebruno
sono restati.